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CATALOGO DESCRITTIVO
DEI
MANOSCRITTI DELLA BIBLIOTECA COMUNALE
DI
VERONA
GIUSEPPE BIADEGO
CATALOGO DESCRITTIVO —-
DEI
MANOSCRITTI DELLA BIBLIOTECA COMUNALE
D
VERONA STAB. TIPOGRAFICO G. CIVELLI
1892
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STORIA ROMANA È = |. Ta Nar è ) z| 2 A dl_ A
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POCHE RIGHE DI PREFAZIONE : ha
Il giorno 8 di marzo dell’anno 1792 il Consiglio Cit- tadino di Verona deliberava la istituzione della Biblioteca Comunale. Dopo un secolo il nostro Comune con lodevole pensiero volle ricordare quella data; e volle ricordarla in modo degno della Città, degno dell’avvenimento che si doveva commemorare. La Commissione preposta a questa Biblioteca propose e il Consiglio Comunale deliberò che fosse pubblicato colla stampa il catalogo dei manoscritti che la Biblioteca Comunale possiede. Si pensò giustamente di rendere in questa occasione un non piccolo servigio agli studiosi, facendo con questo volume loro conoscere quello ch’ è peculiar tesoro della Biblioteca Comunale di Verona. Il volume, che esce da una tipografia veronese, che si pubblica per cura di una Biblioteca, che dà notizia di manoscritti veronesi, che si. presenta ai dotti d’ ogni nazione, doveva farsi innanzi in veste appropriata. Abinaé!- la veste è severamente e modestamente elegante; ma il contenuto ? Un catalogo ragionato e illustrato di mano- scritti non è un nudo inventario ; ed ha le sue difficoltà
sia Uro. 7 w °% Le = les A LS . E SO » ® Nu dI vi SS. | i i PI Rai grandi che i competenti della materia bene conoscono. ©» Tia ana . . . ° . #7, Del metodo seguito non mi diffondo a parlare; chi lo esa- i sd la 4 4 , ; i ; 3 ? 3 g« ‘...._ minerà, vedrà subito che tra il metodo seguito dai nostri
Pao ui ne a Bag *«*vecchi e il metodo che si vorrebbe oggi introdurre ho | tenuto una via di mezzo, che spero non vorrà essere giu-
& & dicata a Dio spiacente ed a’ nemici sui. La descrizione le del manoscritto tiene la parte principale; ma se mi venne "9h i occasione di dare qualche notizia riferibile al mano- ; | scritto, o all’ autore del manoscritto l’ho data; se sapevo Di che il manoscritto era stato studiato prima da altri, l'ho si ae brevemente detto.
Non di tutti i manoscritti che la Biblioteca Comu- nale di Verona possiede, qui fu dato l’elenco e la descri- zione. Molti dei nostri (e in questo caso si trovano tutte le Biblioteche) non hanno valore, o hanno un valore pu- .ramente locale ; e non valeva la pena di ingrossare inu- tilmente il volume già abbastanza grosso.
Ho tenuto la divisione per materie; non perchè mi sembrasse la più perfetta e la più razionale; ma perchè non ne ho trovata una migliore. Che cosa è avvenuto? Che alcuni manoscritti furono compresi in una classe, e avreb- bero trovato posto egualmente bene in una classe di- versa. E le miscellanec ? Queste benedette miscellanee che sono così copiose tra i manoscritti? Alcune furono poste sotto il loro titolo speciale ; altre andarono inserite (e non si potè fare a meno) sotto titoli diversi. Ho cer- cato di rimediare a questi inconvenienti con gli indici copiosissimi dei nomi e dei luoghi e con la tavola dei codici secondo l’ordine cronologico.
Ho dato anche una tavola dei codici secondo la pro- venienza; poichè non ho bisogno di dire quanto sia utile a volte conoscere la storia esterna d'un codice. E qui do-
VII
vrei fare un po’ di storia delle principali e più importanti
provenienze ; ma la cosa mi trascinerebbe troppo per le. lunghe; e non il tempo (come dicono gli oratori) ma la” ©" * carta mi manca, Il volume è già troppo grosso. Mi af.-* a e
fretto però ad avvertire che in buona parte supplisce a queste lacune la Storia della Biblioteca Comunale di Verona, che in questa medesima occasione viene alla luce. La Storia dà notizia dei principali acquisti fatti e dei più cospicui doni ottenuti; là troverà il lettore qualche cenno delle più notevoli raccolte che vennero di mano in mano ad arricchire la nostra Biblioteca.
Ed ora che il mio faticoso lavoro è finito, non mi resta che raccomandarlo alla benevolenza degli studiosi. E questa volta non ripeto una frase che spesso è vuota di senso ed è detta soltanto per una falsa modestia: Chi sa che cosa vuol dire un lavoro di simil genere, chi sa come la fatica sia grande e il compenso non adeguato, chi sa come le difficoltà siano molte e fastidiose, e mag- giori sono e più sono fastidiose meno si vedono, saprà compatire alle sviste, alle inavvertenze, che sono inevi- tabili, e che certo non pretendo io di aver del tutto evitato.
Dalla Biblioteca Comunale di Verona il giorno 8 di marzo del 1892.
GIUSEPPE BIADEGO
BIBLIOTECARIO.
> x I. ) POESIA... - & FA Na. 4 [4759]
Accademia in morte dell’Ab. Gio. Battista Lavarini tenutasi nella Sala Filarmonica la sera del 20 maggio 1808.
Cart. dell’anno 1808, di 21 carte, m. 0.29”0.20, coperto da una carta bianca. Dono Giuliari.
Autori: Girolamo Murari della Corte, Federigo di Serego, Giu- seppe Monterossi, Filippo Nuvoloni, Francesco Bonafini, Gaetano Angeli, Gio. Battista Conati, Giovanni Pindemonte, Antonio Gua- rienti, Benassù Montanari, Gio. Battista Gazola.
2 [1866] Aldrovandi Domenico. — Ferri di bottega oppure poesie varie di Domenico Aldrovandi professore. Anno 1834.
Cart. del 1834, m. 0.21><0.16, di pag. 150 num. e 3 non num. conte- nenti l'indice, legato in cartoncino. Dono fatto nel giugno del 1882.
3 [68]
, Angelo da Rimini. — Ad S." Leonem decimum Maxi- mum summumque Pontificem de immensa omnium letitia in electione sui pontificatus.
In perg. del sec. XVI di 8 fogli, c. 17<12; le tre ultime pagine sono bianche. Il poemetto si compone di 243 esametri e comincia:
1
la" hi E cl Pai *.; N el 5 i 3 & po x a 3 * Edi - di .
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Nea
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Sydera, Terra, Fretum saliunt micat igneus ather. Sotto i versi
+ si legge la sottoscrizione: Angelus Arimineus. L'opuscolo facea
parte d’un codice di maggior volume, come apparisce dalla nume- Si STR, razione dei fogli, la quale incomincia dal foglio 209. E legato in
| cartone, ed appartenne alla libreria Gianfilippi.
4 [1608]
Applauso de le Muse nel felice ritorno di Candia del- «PIP Sig” Conte Alessandro Pompei.
Cart. del sec. XVII, di 60 pagine, m. 0.20>°0.14; dono Giuliari. Vedi l'edizione fatta in Verona, per il Discepolo 1593.
Autori: Almorò Lombardo, Annibale Hippoliti, Bortolamio Tor- telletti, Cesare Scaino, Costante Accademico Cospirante, Desiderio Scaglia da Brescia, Eugenio Caritelli, Francesco Varoli, Gasparo Bo- chino, Gio. M.a Avanzi, Pietro Stringati, Giulio Piccolo, Giuseppe Socco, Lucillo Martinenghi, Marc’ Antonio Setti, Prospero Catanio, Spennato Accademico Filomato, Tommaso Nelli da Siena.
5 [895] Arcadia Veronese [raccolta di poesie].
Cart. del sec. XVIII, di 24 carte, c. 30*21, legato in cartoncino. Gli autori delle poesie sono: Ippolito Bevilacqua, Ettore Mazzuchelli, Francesco Manzoni, Carlo Cislago, Giovanni Giberti, Attilio Mini- scalchi, Giuliano Ferrari, Francesco Pompei, Giusto Pace, Giuseppe M. Pindemonte, Girolamo Da Prato, Gio. Battista Rusca e Giuseppe Vicelli.
6 [1383] Arcadia Veronese [raccolta di poesie].
Cart. del sec. XVIII, di 127 pagine numerate, m. 0.215>*<0.150, legato in pelle. Provenienza libreria dei preti dell'Oratorio (Fi- lippini).
Autori: Ippolito Bevilacqua, Ettore Mazzuchelli, G. Francesco Manzoni, Carlo Cislago, Antonio Pace, Bortolamio Giberti (in lingua
a agis dea è vu fu Ni, © z ne rustica veronese), Giovanni Bevilacqua, Attilio Miniscalchi, Giuliano , La la, | Ferrari, Francesco Pompei (versi latini), Giuseppe Maria Pindemonte ‘.. e Sd, \ (versi latini), Girolamo Da Prato, Giancarlo Rusca, Giuseppe Vicelli. . C-*. ai 7 [898] : Ag Ariosto Lodovico. — L’ Orlando Furioso corretto da n Gioachino Avesani. i ] I "a Cart. autografo del principio del sec. XIX, di 455 carte, diviso 0° dl
in quattro volumi, c. 29*20, legati in mezza pelle. Nella prima pagina sta la seguente dichiarazione dell’ab. Gio- © +5 vanni Accordini bibliotecario Comunale: | « Manoscritto dell’ Orlando Furioso di M. Luduvico Ariosto, tutto — di carattere del Sig. Ab. D.n Gioacchino Avesani, tale quale l'ha dato per la prima Edizione eseguita in Verona coi torchi dell’erede Merlo in 4 Volumi in 12° l’anno 1810. L’Elogio dell’Ariosto, le An- notazioni al fine dei Canti e gli Argomenti, benchè non contenuti in questo Ms., sono però tutti dell'’Ab. Avesani medesimo, avendoli | consegnati a me sottoscritto sopra cartine volanti al momento che io stesso faceva eseguire la stampa. Si avverta che nell’ atto che si stampava, ha pensato di cambiare qualche parola e talvolta qualche verso, così che la Edizione sudd.ta si può tenere per vero originale. - « Don Giovanni Accordini Bibliotecario della Comunale in Ve- rona, il dì 23 aprile 1818 nel quale è morto il ch. S.S. Ab. Ave- sani sudd.to ».
8 [1096-1097] Avesani Gioachino. — Le Metamorfosi.
Cart. della prima metà del sec. XIX, di 69 carte, m. 0.24><0.18. In fine un sonetto di Giuseppe Monterossi a Gioachino Avesani.
9 [1739]
Barbieri Giovanni Francesco. — Selecta ex Graecorum Anthologia et in italicum idioma versa a Clo Vo
»
sa Da
Hieronymo Pompejo nunc vero in Latinum Sermo- ‘nem translata a Jo. Fran.°° Barberio.
Cart. del sec. XVIII, di 20 carte (l'ottava è bianca), m. 0.24>0.17, legato in cartoncino. Dono Giuliari.
Gli epigrammi dell’ Antologia greca occupano quattro carte. Seguono : _ Jacobi Thompsoni hymnus Deo tempestatum anni hexametro carmine latine redditus.
Joannis Miltoni Anglorum Poetarum facile principis Ecloga quae inscribitur Lycidas hexametro carmine latine redaita.
Egloga del celebre Garcilasso de la Vega Principe dei Poeti Spa- gnuoti trasportata în poesia italiana nello stesso metro dell'Autore.
“-
| 10 [2085] Baretti Giuseppe. — Rime di Giuseppe Baretti.
Cart. del sec. XVIII, di 494 pagine numerate e 6 non numerate in principio, m. 0.31><0.19. Legatura originale in pelle. Il ms. è au- tografo con molte correzioni. Prov. raccolta Pindemontiana.
P. l. Il conte Gasparo Gozzi a chi ha cara la salute [stanze]. . « Chi vuole avere un’opera galante » P. 3. Stanze. A Vittorio Amedeo duca di Savoia. « Dal dì ch'io cominciai a mangiar pane » P. 10. A Gianni Pittore [stanze] « La man che tanto bene insieme accozza » P. 18. Per la signora Catina gentildonna Veneziana [stanze]. « Scrive di Ser Apollo il Gazettiere » P. 33. In morte di Tigrina cagnoletta d' una Nobildonna Pa- dovana [stanze] « O chiaro o riverito o nobil Fiume » P. 4l. Canzone. De’ moderni Poetastri « Stiamo cheti noi Poeti » P. 51. A Madonna [canzone] « Io mai non mormorai in sacristia » P. 55. Canzoni tre. D'una Casa. Prima « Io me ne sto di Casa in una Casa »
. 59.
. 118.
. 121.
ll 5 ul * e,
07 P Seconda. dat
« Se io dicessi insino a mattutino » i PAT KS } . Terza. . a. a « Nel mille settecento trentasei » 4 | . Di me medesimo [canzone] © Psi . Posi i « Più d’uno mi rinfaccia ch'io son troppo » : ua —* . Canzone per le nozze del conte di Lavriano colla Nobil-
donna Villanova
« Su su giovani amorosi » - ° . Canzone. Della Parrucca è i « Non so che domin s' ebbe nella Zucca » di è . Canzone. Del Naso del Vettori ; ai « Donne, i’ vi voglio dir d’un certo. Naso » Re “i . Canzone. Del medesimo Naso. A Carlantonio Tanzi. e.
« In Mantova son giunto »
. Stanze Contadinesche. Della Nencia.
« Io voglio dire a chi ascoltar mi vuole »
. Stanze Conladinesche. Alla Gora.
« O Gora mia, che diacin m'ha tu fatto »
. Stanze Contadinesche. A Tonio.
« O Tonio o Tonio, i’ l'ho tutto sentito »
. Stanze Contadinesche. Alla Peppa.
« Deh fatti alla finestra, o Peppa mia »
. Stanze Contadinesche. Alla Sandra.
‘ « O Sandra, s'i' ti traggo a casa viva »
. Sonetti. Al conte Camillo Zampieri
« Dopo d'aver vagato un pezzo altrove »
. Del menar moglie
« Il menar moglie è una cosa d’oro » Del? Amore « Io faccio molte volte riflessione »
. Al signor Pietro Berlano
« O Pietro o Pietro, o Berlano o Berlano » In lode di Montereale Villaggio nel Friuli « Viva Montereale, viva, viva »
. Al dottore Giammaria Bicetti
« Bicetti, che se’ un medico valente »
. 162.
. 167.
. Capitolo. In lode della Poltroncria.
ASI. SÒ
; Appiccato sulla porta d’ un’ osteria
« O Passeggier, che sorte iniqua e strana »
. A Madonna
‘« Qualor nel mio solingo umil ricetto »
. In lode d' Amore
« Ogni Fanciulla ed ogni Damigello »
. In biasimo d’ Amore
« Io n’ ho mentito, Amor, s' io t'ho lodato »
. Delle mie disgrazie
« Come volete voi che io sia gaio »
. Al signor Ricchieri Nobiluomo Genovese
« Son tre giorni che in Genova è venuto »
. Al Prete Biagio
« Deh per amor del Ciel, Pre Biagio mio »
2. A Messer Tonio
« Tonio, se io m’avessi la mogliera »
. Di Scarnafigi (nome d’ un villaggio in Piemonte)
« Qui si mangia e si bee quanto si vuole. »
. Al mio nasuto Vettori
« Ohimè che t’è venuto nel cervello »
. Capitolo. Al Padre Giambattista Beccaria Professore di
Matematica « O Padre Beccaria, che state a fare? »
. Capitolo. Ad una della Fanciulla.
« Anima mia, se voi avessi l’ale »
. Capitolo. Ad un Conte giovanetto, in risposta.
« Io son rimasto come sbalordito »
« Sino al giorno che il chiude nella fossa »
. Capitolo Primo. Ad un amico sopra la Signora Antonia N.
che va a farsi Monaca. « Tutta la notte e tutta la mattina » Capitolo secondo. Al medesimo amico sullo stesso suggetto. « Voi avete ragion, Francesco bello » Satira sesta. A Lionardo Marcellotto. « O Nardo mio, non ti potre’ giammai »
. 173.
. 181.
. 186.
. 193.
. 195.
. 243.
. 263.
. 266.
a 7 Ga 0° % Pi Rao dI Capitolo. A Carlo Passeroni. : pe. da « Più grata molto mi sarebbe stata » A i pi
Capitolo. D'un Vecchione che parla. e, , « Ieri nella Bottega accanto al Duomo » i Page ce sn i | Capitolo. Al Padre Serafino da Novara M. 0. R. dr = ii dn « Sia ringraziata didietro e dinanzi » i Capitolo. Ad un Amico del Padre Perotti. « Dite un poco a quel vostro Fratacchione » . Capitolo. A Don Remigio Fuentes. i e >
« O Don Remigio mio, voi siete un uomo »
“ Ci
. Capitolo. In morte di Metressa Cagnoletta dell'Abate Ta- fi di
« Io voglio raccontare una faccenda » 3
. Capitolo. Alla Signora Giovannina N.
% "Lù . s gliazucchi. Pali ai i Li
« Questa sera, Signora Giovannina »
. Capitolo. Al conte Giuseppe Maria Imbonati.
« A voi tocca, Signor Conte Imbonati »
. Capitolo. Ad un Abate Torinese.
« Ringrazio Sant’ Antonio e San Mattio »
. Capitolo. Al dottor Vittore Vettori.
« Signor Dottore, quel Capitol vostro »
. Capitolo. Ad un Amico. Contro le Raccolte.
« Ve lo ripeto, Amico, un’ altra volta »
. Capitolo. A Giuseppe Paoli.
« Giuseppe Paoli, i’ vi vo bene come » Capitolo. A Giorgio Bruchner. « Con questa scrive al Bruchner il Baretti »
. Capitolo. A Domenico Balestrieri.
« Chi te volesse dare per modello »
. Capitolo. AL dottore Giammaria Galeotti.
« Non voglio più, Dottor, procrastinare »
. Capitolo. A Giancarlo Passeroni.
_ « 0 Passeron, mentre tu fosti in Roma » Capitolo. A Rosa Vettori. « Gentil Signora Rosa, e sarà vero » | Capitolo detto în un’ Accademia sul modo di studiare. « Lo starsene sui libri e sulle carte »
pil 2 ar
% 13) È P. 273. Capitolo. Degli Inglesi. AL Conte Gasparo Gozzi. Li « Se del saputo Mago Malagigi »
al 3 € P. 282. L’ Eremita. Parafrasi dall'Inglese. Canto primo.
Sie « In una cupa e solitaria cava » sg . i ” x 301. L’ Eremita. Canto secondo.
« Lieva ora il mietitor la grave fronte » P. 321. Sonetti d'Amore I. « Donna io non posso non avervi amore »
Vu,
«. , i II. « De’ vostr’ occhi esce un raggio, ed io lo sento » ka a i III « Occhi, albergo d’amore, occhi sereni » Sa ni o» IV. « Se Voi vedeste com’io sto nel petto » x i V. « Sempre le vostre laudi ad una ad una » 54 VI. « Quand’ io vi scorgo con ridente aspetto »
VII. « Tristo pensier, che mi dipingi infida » VII. « Io vengo a voi pien d’ira e pien di sdegno » [X. « Sotto qual Cielo, in qual Contrada, in quale » X. « Amore in fuoco avea troppo cocente » XI. « Colei che tanto fuoco in cor m'accese » XII. « Il Palagio d’Amore ha cinque Porte » P. 329. Canzone d'Amore. « Soave e languidetta guardatura » P. 333. Canzone per nozze. « Deh per poco abbia tregua » P. 336. Anacreontica. A Venere. « Santa Dea, Madre d'Amore » . P. 338. Anacreontica. A Dori. « Dori mia, che cosa è questa » P. 340. Novelletta Pastorale. | « Vieni e siedi a me vicino » P. 346. Egloga. Ergasto e Silvano. Erg. « O solitaria, rustica e selvaggia » P. 362. Oda I. « Felice l’uom che amante » P. 364. Oda II. « Con torva faccia e rea » P. 368. Oda III. Ad una Signora Inglese. « Or che ti sei condotta » :
. 372.
. 379.
; + ; & ” {-__.o] 9 ansi CAT : È A -
Oda IV. de Q CS « Sento benché lontano » i . Oda V. se 2 0 « Di Persepoli antica » Re alli o i i
Oda VI. | z RR « Sì, lo so. Dal Mondo avaro »
. Don Chisciotte in Venezia. Intermezzo musicale. Parte | a prima. La Trev. « Nobiltà riverita » o ST . Parte seconda. . seed if La Trev. « Brighella, Truffaldino, affè che quasi » ea AA | . La Filippa Trionfante. Intermezzo musicale. Parte prima. A si è
Gregorio: « Considerando vado » "e E
. Parte seconda.
Filippa: « Ah Gregorio, Gregorio, anima mia »
. Canzone sacra.
« O sommo Iddio, che in Uomo un dì converso »
. Capitolo. Al Dottore Giovanni Lami.
« Lo crederete Voi, Signor Dottore »
. Disperate. A Madonna. Disperata Prima.
« Madonna mia, voi mi volete morto »
. Disperata Seconda.
« Non so, Madonna, che diavolo sia »
. Capitolo. A mio Fratello Filippo.
« A me non men che a te, Filippo mio »
. Satira. Ad Amedeo mio Fratello.
« Sarà vero, Amedeo. Colui che vuole »
. Canzone di me medesimo [frammento]
« Più d’uno mi rinfaccia ch’ io son troppo »
. 467-485. Bianche. | . 486. « Oh trasandati Principi Cristiani » [terzine] . 488. Pezzo di capitolo da aggiungersi a quello che è a carte 267.
. 489.
« Poi lo star solitario lungamente >» Indice delle Cose contenute în questo Libro.
e 10) — 11 [67]
" Beccuti Francesco. — Rime di Francesco Beccuti in
lode delle donne.
In perg. del sec. XVI, di 12 fogli, c. 17*11; le lettere iniziali in oro. Seguono tre pagine bianche. Legatura in pergamena; ap- partenne successivamente a Giuseppe Gini di Bologna, alla Saibantea e alla Gianfilippiana. Fu pubblicato da Paolo Zanotti col titolo: « Rime del Coppetta che nelle felicissime nozze del nob. cav. e conte Giovanni De Bernini colla nob. dama Isotta Buri la prima volta escono in luce. Verona, stamperia Tommasi 1830. »
C. 2. « Donne da i cui bei lumi honesti e santi » [ballata]
C. 3. « Donne leggiadre in cui Natura ha mostro » [stanze]
C. 10. « Poichè ’1 voler di chi nel sommo Regno » [sonetto]
42 [1680]
Benoni Francesco. — Testamento della Sala Patriotica di Publica Istruzione fatto dal Cittadino Francesco Benoni medico veronese, e dal medemo pronunciato la sera del di lei funerale, che fu li 20 Annebiatore (10 novembre 1797 V. S.) Anno II della Libertà Ita- liana.
Cart. della fine del secolo XVIII, di 30 carte (nove sono bianche),
m. 0.25»0.17. Dono Giuliari.
Altri scritti contenuti in questo opuscolo :
Alla spirante Democrazia, Anacreontica.
Fede di morte (e testamento) della Democrazia li 5 novembre 1797. |
Sentimenti della gia morta Repubblica Veneta raccolti da un trapassato e speditici dai Campi Elisi.
Capitoli di pace fatta tra Sua Maesta Vl Imperatore ed il Ge- nerale Buonaparte. Copia tradotta dal tedesco, da Vienna li £ luglio 1797.
Sonetto. Allegoria. Com.: « Siedono i Franchi a lauta mensa, e intanto »
Dies irae Dies ille, da cantarsi al Bonaparte. Ritratto del Bonaparte, sonetto.
13 [2087] Betteloni Cesare. — Favole imitate da diversi Autori.
Cart. dell’anno 1850 circa, con correzioni autografe, di 73 carte (le due ultime bianche), legato in mezza pergamena. Dono del figlio dell’ Autore, Vittorio Betteloni.
V. la pubblicazione: Favole ed epigrammi di Cesare Betteloni a cura di Giuseppe Biadego. Verona, D. Tedeschi editore 1890.
44 [96]
Bettinelli Saverio. — Sciolti del molto Rdo Pte Saverio Bettinelli [ed altre poesie di vario metro].
Cart. del sec. XVIII, di 164 carte, trentasette delle quali sono bianche, c. 24><18. È legato in cartoncino.
15 [1618]
Bianconi Gio. Lodovieo. — Versi sciolti di un Poeta Bo- lognese scritti a bella dama di Verona in occasione che si parti dalla sua patria per gire a Roma.
Cart. dell’anno 1763, di 12 carte, m. 0.21%0.15, legato in carton- cino. Dono Giuliari.
Questi versi furono stampati a Bologna nel 1763 ; furono ristam- pati col titolo: Viaggio di Amore e Dori a Roma. (Venezia, stamp. Sansoni 1766). L’ esemplare stampato posseduto dalla Biblioteca Comunale di Verona reca sul risguardo questa annotazione : « Poe- metto del Bianconi Bolognese fatto per la Dama di Bra, nata mar- chesa Sagramoso Veronese. » Questa Dama era la signora Mar- gherita Sagramoso moglie del nob. sig. Luigi Bra, abitante nella contrada de’ SS. Fermo e Rustico. (Cfr. 1754-1757 Registro Battezzati Città, in Antichi Archivi annessi alla Bibl. Com. di Verona).
3 I tria:
fu i — 12 ad
n è 16 [1401]
”»
O “ Bonafini Francesco. — Canzoni pastorali ed altre poesie
del dott. Francesco Bonafini Veronese. 7 "ail
“e t ge - si Cart. originale dell’anno 1817 di 53 carte (7 sono bianche),
m. 0.24>0.18, coperto da una carta rossa. Dono Giuliari. * x Cfr. BoNAFINI FR. Canzone pastorali ed altre poesie. Verona, ua Giuliari 1818.
E, | 17 [1029]
| 6, Bordoni Giulio Cesare. — Iulii Caesaris Bordoni elysium Atestinum ad divam Isabellam Estensem Mantuae marchionissam.
Membr. del sec. XVII, di 12 fogli, c. 20*15, legato in cartoncino. Fu acquistato all'asta a Parigi. Apparteneva alla libr. Strozzi di Ferrara.
Comincia: « Ve mecum liquidis Aurae Permessides undis »
18 [622-623]
Borsetti Ferrante. — I Colpi all’aria, capitoli giocosi del dott. Ferrante Borsetti Ferranti Bolani Ferrarese colle note di Tretaferno Bresti dedicati ai veri Galanthuo- mini che si contentan del poco.
— Memorie storiche concernenti la vita e le azioni di Guarino Veronese.
Cart. del sec. XVIII, di 238 carte, c. 27><20, legato in cartone. Appartenne alla Biblioteca Costabili di Ferrara.
Il ms. dei Colpi al? aria è con annotazioni e correzioni auto- grafe: occupa 197 carte. Le altre contengono le Memorie autografe concernenti il Guarino.
19 [119]
Borsetti Ferrante. — Frutti del mondo dolci et amari,
sa ia sustati damméè F. B. nativo Alfeo... Monaco di Ba- viera. Anno 1729. [versi] "os
CA Cart. del sec. XVIII (1729), in due volumi di carte 164 e 160,
dieci delle quali sono bianche, c. 27x19. È legato in pelle. Appaî® e a
tenne ai Conti Verità. 20 [1687] -
Caneva Bernardino. — A Sua Eccellenza N. H. Alessandro
Ottolini Prefetto e Pro-Pretore di Bergamo decorato
dal Serenissimo Consiglio Veneto della Senatoria Di- gnità di Consigliere. Poemetto di Endrinarto Vacena Veronese.
Cart. autografo dell’anno 1796, di 6 carte (l’ultima è bianca), m. 0.24x0.19. Dono Giuliari. |
i 2 [146]
Canzonetta composta il giorno 30 di marzo dell’anno 1801 [Si aggiungono altri quattro sonetti].
Cart. dei primi anni del sec. XIX, di 20 pagine, c. 23-19. 22 [1616] Canzonette e sonetti fin dialetto veronese].
Cart. del sec. XVIII (1765-1770-1793), di 28 carte, m. 0.20*0.14, legato in cartoncino. Dono Giuliari.
Dopo le canzonette e i sonetti in dialetto veronese, sonetti di Giovanni Pindemonte ad Angelo Emo ; di Daniele Florio sullo stesso argomento ; di Giacomo Sanfermo ; e di Paolo Patuzzi.
23 [1612] Capitolo di un amico. Al Nob. Signor Antonio Torri.
Cart. del sec. XVIII, di 10 carte (l’ultima è bianca), m. 0.20-0.14, legato in cartoncino. Dono Giuliari.
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Comincia: « Stanco omai d'argomenti e lezioni »
24 [1539] Cavalli Francesco. — [Fpistole due amorose]
Cart. originale del sec. XVII, di 31 carte (le 6 ultime sono bian- che), m. 0.20><0.15. Appartenne ai Conti Cavalli. Dono Giuliari.
Epistola prima. Francesco ad Angella. « Queste meste parole e questi versi »
Epistola seconda. Angela a Francesco. « Poichè la carta da me stata tanto »
25 [159] Cerretti Luigi. — Varie produzioni poetiche del Sig. Luigi
Cerretti Modenese. Cart. del sec. XIX, di 32 carte, c. 22x17; la prima è pel fron- tispizio e l’ultima è bianca. È cucito in semplice carta.
26 [1730]
Cerretti Luigi. — [Poesie] Cart. del sec. XVIII, di 8 carte, scritto a due colonne, m. 0.29-0.20.
Dono Giuliari. 27 [1634] Ceroni Giuseppe. — Sciolti di Timone Cimbro con un
sonetto. Cart. dell’anno 1802, di 8 carte (l’ultima è bianca), m. 0.22><0.15, coperto da una carta colorata. Dono Giuliari. I versi sciolti sono indirizzati a Leopoldo Cicognara. Il sonetto
comincia : « Trista carcere lurida mì chiude. »
28 [1678] i Ceroni Giuseppe. — Verona, Poemetto del cittadino Ce- .- roni ex-veronese. | £ s
Cart. dell’anno 1800, di 8 carte, m. 0.25>0.18. Dono Giuliari. 7. * 2-7
29 [1595] a Cesari Antonio. — Alcune poesie dell’abate Antonio Ce- | sari Veronese. Firenze 1814.
Cart. dell’anno 1814, di 12 carte, m. 0.20*0.12. Dono Giuliari. +
Contiene la Canzone pel giorno 20 marzo 1810 natalizio del figlio primogenito dell'Imp. e Re Napoleone, un Capitolo che co- mincia:.« A me, Dante, il tuo foco. I' n’ho mestiero » e un’ode 4 Giuseppe Rossa laureato in legge.
30 [1981] | ii
Cesari Antonio. — Canzone pel giorno 20 marzo 4810 natalizio del figlio primogenito dell’Imp. e Re Napo- leone.
Cart. dell’anno 1810, di 4 carte, m. 0.27x<0.21, legato in carton- cino. Dono del dott. G. B. Bertoli di Casaleone. Comincia: i « Qual nuovo spirto? qual ardir? qual Nume »
34 [1691] Cesarotti Melchiorre. — Sonetti.
Cart. del secolo XVIII, di 8 carte, m. 0.20.0.14. Nell'ultima pa- gina si legge un sonetto Per monaca dell’ab. Pellegrini Gaudenzi.
. 32 [2106] Cologna e soe honorate dongelle, Stanze.
Cart. del sec. XVI, imperfetto in fine, di 9 carte (la prima è bianca), m. 0.17>0.12, coperto da una semplice carta. Dono Giuliari.
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— 0 —- Comincia: « Le donne in parte Io canto, el sito degno » Le stanze sono trentadue. Vedi l’edizione fattane da G. B. Carlo ad n Giuliari nell’opuscolo: Di Calogna e delle sue onorate donzelle .
* * nel secolo XVI. Stanze inedite d’anonimo. Verona, stereo-tip. Ve- A "scovile 1877.
è 33 [2158]
Conati Gio. Battista. — Accademia composta dall’Ab- bate Don Gio. Batta Conati sopra lo stile, e recitata nella chiesa di S. Sebastiano nel giorno vigesimo di Agosto l’anno mille settecento e novanta nove. Mae- stro di Rettorica nelle Pubbliche Scuole.
o *
Cart. dell’anno 1799, di 24 carte, (le tre ultime sono bianche), m. 0.24*0.17, cucito in un cartoncino bianco.
» -
34 [158]
Conti Antonio. Lettera di Abelardo ad Elisa tratta dall’Inglese di M." Pope dal Sig. Abbate Conti Veneto.
Cart. del sec. XVIII, di 16 carte, c. 22x16; la prima è pel fron- tispizio, la seconda per la dedica e l'argomento. È legato in cartone.
35 [752]
Corna Francesco. — Croniche di Verona [con una crono- logia di fatti accaduti in Verona stessa dal di 8 aprile 1404 all’ultimo di giugno del 1406].
Cart. del 1617, originariamente di 41 carte, delle quali le prime 19 furono lacerate, c. 16x11. T.a prima ottava che si trova scritta è la 153. In fine del ms. si legge: « Questa istoria ho copiata e fornitta de copiare adi 26 de lugio dellanno 1617 in Uerona. F. G. F. » La breve cronologia fu pubblicata dal Biancolini alla fine dell’ottavo volume della Storia delle Chiese di Verona.
Le da 36 [2166]
Corna, Francesco. — Cronaca di Verona [in ottave].
Cart. dell’anno 1783, di 15 carte, m. 0.25x<0.18, legato in car- f%7. —
toncino.
In fine si legge la seguente dichiarazione: « Finisce la cronaca, così detta, di Francesco Corna da Soncino fabro in Verona copiata da me D.n Giuseppe Venturi, Chierico della Cattedrale l’anno di nostra salute MDCCLXXXIII, 8 nov. ».
37 [386]
Cornazano Antonio. — La vita et passion di christo composta per messer Antonio Cornazano,
Cart. del sec. XVI, di 46 carte, c. 15”<11, coperto di pergamena. Appartenne alla libreria Saibante (è quasi scomparsa la segnatura in rosso di Scip. Maffei), poi alla Gianfilippiana. Cfr. Cornazzano Antonio: La vita et passion de Christo, in terza rima, Venetia, Zopino 1519.
C. 1. A22a IN. Madonna Lucretia Borgia Duchessa di Ferrara cap. 1. « Perchè in questa mortal et fragil vita » C. 3. Cap. 2. De la creation del mondo. « L'infinita virtà del mastro eterno » C. 6. Capitulo tercio. In diverse prove de la fede. « Quanto già sia exaltato il seme humano » C. 9. Cap. 4. De la trinitade. « A dechiarir quel che trinità sia » C. 11. Cap. 5. Ad arguir la nostra fede inexrpugnabile. | - « Incontra ogni heresia, contra ogni giostra » C. 14. Cap. 6. De la lege et vita di christo in terra. « Da la natività del nostro dio » C. 17. Libro secondo de la passion de christo Cap. 1. ” « Io ho già lecto con pietoso pianto » C. 20. Come el nostro signor preso prima fu conducto a casa di Anna. Cap. 2. | « Ochij piangete et voi lachryme caste »
= Ri C. 22. Come el nostro Signor fu conducto per sententiarlo. Cap. 3. « Gia Phebo havea congionti al carro d’oro »
C. 25. Come el nostro Signore fu conducto al loco de la sua pas-
sione. Cap. 4. « Promulgata la perfida sentenza » C. 27. De le iniurie facte al Signor nostro su la croce. Cap. 5. « Era gia al mezo di sua passione » C. 30. Come l’anima del Signor nostro descese al limbo. Cap. 6. « Atollite portas principes vestras »
C. 33. Libro terzo. De molti passi absolti ne la fede. Cap. 1.
° « Per non lassare alcuna parte intatta » C. 35. De molti altri dubij absolti in nostra fede. Cap. 2. « Seguendo la victoria incomminciata » C. 38. De le cerimonie de la messa. Cap. 3. « Exemplum enim dedi vobisse »
Questo capitolo terzo è imperfetto, perchè da carta 40 a 41 mancano alcune carte. Così manca il cap. 4, Contra alchuni che dubita in parte della fede, e il principio del cap. 5 Exhortatoria alla Italia in soccorso della fede.
C. 41. « A nimici di christo un gran riparo » C. 43. Del pianto e caso di Negroponte. Cap. 6. « Ricorrendo al principio del gran marte »
Il codice finisce al recto della carta 46: finisse la vita di christo composta per messer Antonio Cornazano. Sul verso della stessa carta sta la tavola del codice.
38 [1543] Da Persico Pietro. — Sonetti.
Cart. del sec. XIX, di 15 carte, m. 0.21»<0.14, coperto da una carta colorata.
39 [219] Dante Allighieri. — [Frammento della Divina Commedia]
Membr. del scc. XIV, di 2 fogli, m. 0.31”<0.21, scritto a due co- lonne. Al primo foglio fu tagliata via una parte. In varie parti lo
— ii
scritto non si legge, tanto è sbiadito il carattere. Venne in questa
B. confuso con molte pergamene, di cui fu fatto acquisto per l’Ar- chivio, Comincia col v. 17 c. XX.
Si travolse chosì alchun del tuttò La prima colonna finisce col v. 62 o. XX:
Appiè dellalpe che serra lamagna. Nella seconda colonna mancano per la ragione detta di sopra i versi 63-81. La seconda colonna comincia quindi col verso 82:
Quindi passando la vergine cruda e finisce col v. 108:
fu quando grecia fu de maschi vota. Nella terza colonna mancano i versi 109-126, e si comincia col verso 127:
E già iernotte fu la luna tonda. Segue il canto XXI che occupa parte della colonna INT, la colonna IV che finisce col verso 63: e altra volta fui attal baratta.
La prima colonna del secondo foglio comincia col verso 10 del canto XXIX
E gia la luna e sotto inostri piedi.
Il canto XXIX occupa la prima, la seconda e metà della terza co- lonna di questo secondo foglio. Subito dopo comincia il canto XXX Nel tempo che giunone era crucciata
e la quarta colonna finisce col verso 73: Quivi e romena ladovi falsai.
‘40 [1900]
Della Chiesa Lodovico. — Spine delle Rose poetiche. Compositioni di Lodovico della Chiesa.
Cart. autografo dell’ anno 1636, di 155 carte, mm. 185*137, leg. in pergamena. Appartenne, come facilmente si può congetturare dalle iniziali I. B. S. della prima pagina, a Giambattista Spolverini, al quale il ms. fu dedicato dall’Autore. Fu acquistato da mons. Giu- liari il 12 maggio 1884.
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— 20 —
C. 3. All INlustrissimo Signore; mio Sig. Pron. Col.mo il Sig. Gio. Battista Spolverini meritissimo Vicario della Casa dei Mercanti di Verona [lettera dedicatoria dell’ Autore in data: « Di Casa li 31 Decembre 1636 »]
C. 5. AZ2 IULM Sig. Gio. Batta Spolverino [sonetto]
« Guidar trattati grandi, alti maneggi »
C. 7. Loda il labro della sua donna [sonetto]
« O d’ogni mio piacer, d’ogni diletto » C. 9. Esorta la sua Donna a corre il frutto di sua bellezza [sonetto] < Quella beltà, di che ten vai fastosa » 0. 11. Brama bdaciar la guancia della sua Donna [sonetto] « Se fia già mai ch'a le bramate rose » C. 13. Loda la sua Donna e brama sempre esser con lei [sonetto] « Dove stanza la gioia e dove il riso » C. 15. Delizie di un bacio [sonetto] « O de le gioie mie verace albergo » C. 17. Vede la sua Donna nella Chiesa della morte [sonetto] « Spiega in tempio sacrato orrida e mesta » C. 19. Disgrazia d'Amante [sonetto] « Al bramato piacer giungeva appunto » C. 21. AZle dellezze della sua Donna non esservi paragone [sonetto] « Col veloce suo Carro e cinga e giri » C. 23. Biasma l' incostanza della sua Donna [sonetto] « Menzognera Crudel, ben tu d’amarmi » C. 24. Mostra la sua fedelta, e detesta la leggierezza della sua Donna [sonetto] « Io ti seguo, e tu fuggi, io vero Amante » C. 26. Querele contro la rigidezza della sua Donna [sonetto] « Cruda, s'io mi lamento e s'io mi doglio »
C. 28. St querela della sua Donna [sonetto]
« Che mi giovan le voci, e che mi vale »
C. 30. Disperazione d’Amante [sonetto]
« O de’ caliginosi e scuri abissi »
C. 32. Sguardi possenti al privar di liberta [sonetto]
« Balenò chiaro lampo il Ciel del volto »
C. 34. Per una Signora di questo nome [madrigale]
« Candida e bella Aurora »
. 43.
. 44.
. ol.
- DR,
. Fiore donatogli dalla sua Donna [madrigale].
st
. La sua Donna bacia un Cane [madrigale]
« O come mal comparti »
. Donna che piange la partita dell''Amante [madrigale].
« Al partir di Tirinto »
. La sua Donna di notte fa giuochi în un Circolo LIRAGRIERIe]
« Sovra carro di stelle » i
« Clori mi desti un fiore »
. Pallidezza della sua Donna, segno di nuovo amore [ma-
drigale] « Scorgo vezzosa Clori »
. La sua Donna le dimanda un Pomo [madrigale]
« Mi chiedi in dono un Pomo »
. Interroga un Papagallo [madrigale]
« Ode l’ Indiche arene »
. Vede la sua Donna nuda nell acqua [madrigale]
« Tra liquefatti argenti e molli perle »
Chiede giustizia ad Amore contro la sua Donna [madrigale]
« La mia Donna, il mio Core » Bella Donna che siede in un prato [madrigale] « Ne’ vezzosetti fiori »
. Baci invidiati da Cupido [madrigale]
« Vidi Tirinto e Clori »
. La sua Donna in habito vedovile [madrigale]
« Espero è la mia Donna »
. Bel crine rete d'Amore [madrigale]
« Vezzosa spiega il crine »
. Bella Vedova [madrigale]
« Sembra la bella Clori »
. Bacio chieduto [madrigale]
« Labra, che nel miò Core »
. È tradito dalla sua Donna [madrigale]
« Già mi chiamasti o Clori » Sdegno giusto discaccia Amore [madrigale] « Lilla questo mio core » Baci avidamente bramati [madrigale] <« L& mia vaga Licori »
C.
. 53.
54.
n 2) — Costanza di fido amatore [madrigale] « Siate pur bella Ciori » Chiede pietà alla sua Donna [madrigale] « Io moro, e tu nol credi »
.C. 55. Non vedendo la sua Donna è risoluto voler morire [madrigale]
‘Cc.
C.
56.
07.
. 62.
. 63.
. 71.
. 75.
. 79.
83.
« Clori se per mirarti » Bellezze del volto della sua Donna [madrigale] « Qualhor contemplo e miro » Bacia la sua Donna per morire, ma dal bacio vita ne ri- ceve [madrigale] « La mia Donna, il mio cuore »
. Invitato a baciar, rifiuta il bacio [madrigale]
« Ch’io ti baci ah crudele »
. Pensier fallace della sua Donna [madrigale]
« Se per mirarti o Clori »
. Occhi leggiadri e vaghi [madrigale]
« O begl’occhi d'Amore, o belle ciglia »
. Per una pittura di Didone [madrigale]
« Tu fuggi e me qui lasci » Elena fuggitiva, pittura [madrigale] « Elena, dove vai? » Cupido che dorme. Pittura del Sig. Guido Reni [madrigale] « Dorme il Dio di Citera »
. Celebra le bellezze della sua Donna [canzone]
« Quando le vaghe e belle »
. Generosa risoluzione di non viver più soggetto a Donna
ingrata [canzone] « No ch’io non t'amo più mostro in Amore » Avisa il suo core a custudirsi dalle fallacie di bella Donna [canzone] « Cuor mio, guarda che fai »
Vecchio, soggetto a’ strali di Cupido [canzone] « Havea già d’or la chioma, hor l’ho d’argento » Amante sciolto da lacci d’ Amore [canzone]
« L'incendio d'Amore » Amante che bacia la sua Donna [ode]
« Cedan gl’odor Sabei »
sur DÌ nm . 87. Amante fedele [ode] « Donami pur dolori » . 91. Disperazione d' Amante [ode] — « Dui lampi, due stelle » . 94. Non vi è scampo contro le forze di Cupido [ode]
« Alhor che sciolto e libero » i n * Vi -
. 97. Amplifica con lodi le parti della sua Donna [ode] Li
« Sia benedetto il guardo » "3 i
. 101. Sé appaga della servitù di bella Donna [ode] È « Un vago crin dorato » . 105. La servitù d' Amore giocondissima [ode] | « Felice è ben chi vive » . 109. Detesta la servità d' Amore [ode] « Lieta è l’alma che sa » . 112. Inutile servitù a chi segue Amore [ode] « Amor che già mai desti » . 116. Amori di vecchia difforme [epigramma] « Amanti, udite udite » . 117. Ragioni da non essergli negato un bacio [epigramma] « La mia giusta richiesta » . 118. A/fetto incomparabile cagione d'immenso Amore [epi- gramma] « Si come de la vostra » . 119. Bellezza et instabilità della sua Donna [epigramma] 1 « Il Ciel si move in giro » . 120. Donna crudele e sdegnosa [epigramma] | « Arde e gela in un punto » . 121. Nella partenza della sua Donna [madrigale] « Non parto da te Clori » . 122. Sogno menzognero [madrigale] S | « Lusinghevole sogno » . 123. Estrema crudelta di Donna [epigramma] « Fredda è la selce e dura » . 124. Volto di fuoco e cuor di ghiaccio [madrigale] « Arde mia Filli in viso » . . 125. Non osa palesar Y Amore alla sua Donna [madrigale] « Vorrei dir al mio Bene »
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131.
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. 1393. 134.
135.
. 137. . 138. . 139. . 140. 141. . 142.
. 143.
n 24 —
. Bella vedova in abito schietto [madrigale]
« Veste lugubri panni »
. Falsa credenza de gl occhi dell'amante [madrigale]
« Mentre la bella faccia »
. Baci omicidi [madrigale]
« Lusinghiera fallace »
. Bella donna baci non rende [madrigale]
« Vezzosa giovinetta »
. Mestizia della sua Donna [madrigale]
« Bella Donna tu stai » O tutto ghiaccio o tutto foco [madrigale] « Di sì cocente ardore »
L’ardore che si racchiude nel petto dell'Amante splende
ne gl'occhi di quello [madrigale] « Lunge dal mio bel foco » Furti amorosi [madrigale] « Donna con gl’occhi mi rubbate il core » Ardor sopito [madrigale] « Poichè gran tempo vissi » Nella partenza della sua Donna [madrigale] « Tu parti, o mio bel Sole »
.136. Partenza di Donna, variazione di fede e d'amore[madrigale]
« Stolto mio cor che fai? » Cor languente [madrigale] « Langue Donna il cor mio » Bella Donna c' ha per marito un vecchio [madrigale] | « Donna giovane e bella » Fiamma d'amore inestinguibile [madrigale] « Appresso il mio bel foco » Inutil bellezza senza Amore [madrigale] « Chiude la selce il foco » Donna fugace [madrigale] « Bella Donna mi fugge »
Donna rigida gioisce delle pene dell’Amante [madrigale]
« Poichè cruda pur godi » Riso micidiale [madrigale] « Se col soave riso »
cu 25 C. 144. Infermità della sua Donna [madrigale] « Ahi dispietato gelo » C. 145. Partenza d' Amanti [madrigale] « Parte Madonna. Io parto » C. 146. Per una Sig.a di nome Santa [madrigale] « Santa non è costei » C. 147. Infelicità ad Amante [madrigale] « A me che l’amo tanto » C. 148. Diffesa dun’ Amante [madrigale] « Dunque crudel non v’amo » C. 149. Forza degl'occhi della sua Donna [madrigale] « Punto il mio da i fieri acuti dardi » C. 150. Hfetti del Sole simile alla sua Donna [madrigale] _« A l’apparir del Sole » C. 151. Sprezzo di deltà crudele [madrigale] « Di mirarmi non degna » C. 152. Parole della sua Donna [madrigale] «. Soavissima voce » C. 153. Virtu del bacio [madrigale] « Se vicino ti miro a Donna bella » C. 154. Virtu de gli strali d' amore [madrigale] « A miei pensieri un giorno »
4 [779]
Dionisi Antonio. — Moerille di M. Antonio Dionysi ve- ronese, egloghe.
| Cart, del sec. XVI, di 80 carte, mm. 205><155, legato in carton-
cino. Reca il ri. 411 (in rosso) sul dorso, della libreria Saibante; poi appartenne alla Gianfilippiana. C. 1. Egloga prima. Nomio. Moerille « Scendo tra nubi a pascere »
C. 7. Egloga seconda. Philire. Arasto
« Può far il mondo la fortuna e ’1 Cielo » C. 19. Egloga terza. Bacco. Philire.
« Che poss’ io più desiderar nel mondo »
C. 52.
C. 57.
i % —
. Egloga quarta. Bacco. Moerille
« Ch' è quel ch'io veggio? Sogno o pur vaneggio? »
. Egloga quinta. Batto. Moerille
« Cercat' ho in ogni parte del Lyssinio »
. Egloga sesta. Pythano. Moerille
« Nympha mia bella, o mia gentil Simonida »
. Egloga settima. Amorpho. Moerille
« Miser son fuor della mia dritta semita » Egloga ottava. Simonio. Bacco
« Che fai tu, Bacco, in questa solitudine » Egloga nona. Moerille. Simonio
« Taci, e non dir, Simonio, tante frottole »
. Egloga decima. Moerille. Bacco
« Dhe Bacco honor della Natura e preggio »
66. Satira
« Vorrei pur, o Compar mio, salutarvi »
. Egloga undecima. Moerille. Bacco
« Bacco, non ti partir, da nuovo assettati »
. Satira
« Son tra me sì perduto e sì confuso »
42 [1185]
Dotti Bartolomeo. — Satire.
Cart. del sec. XVIII, di 324 carte, di cui 6 sono bianche, c. 20”14.
Legatura in pergamena; appartenne a Bart. Sorio.
Dotti Bartolomeo. — Poesie satiriche del Sig." K." Bar- tolommeo Dotti.
Ms. cart. del sec. XVIII, di 182 carte numerate, c. 12>9, legato in pelle. Pervenne in questa Biblioteca coi libri di Pietro Signorini.
43 [1269]
44 [1288]
Dotti Bartolomeo. — Satire.
Cart. del sec. XVIII, di carte 257, di cui 50 sono bianche, c. 19% 14,
leg. in pelle. Dono Malanotte.
Rn peri 45 [1826]
El Venerdì Gnoccolar 8 febbraio 1839 in Verona. |
Cart. dell’anno 1839, di 12 carte, m. 0.32*0.22, coperto da un cartoncino. Provenienza libreria Aleardi. Sono versi in dialetto veronese.
46 [1610]
Emilj Emilio (d’). — Canto rimasto del Poema composto dal Conte Emilio d’Emilj in occasione delle discordie nate fra le due illustri famiglie de’ Canossi e Spol- verini l’anno 1645.
Cart. del sec. XVIII, di 27 carte, m. 0.20”0.14, legato in car- toncino. Dono Giuliari.
47 [4470]
Emilj Ottavio Ernesto. — Poesie latine e italiane del co. Ottavio Ernesto Emilj veronese.
Cart. autografo del sec. XVIII, di 82 carte (6 sono bianche), m. 0.30» 0.20, legato in pergamena. Dono Giuliari.
48 [1979]
Ferramonti Antonio. — Accademia letteraria del sig. Don Antonio dott. Ferramgnti fu professor delle Belle Let- tere nel Ven. Seminario di Verona A. D.S. MDCCICUVII.
Cart. dell’anno 1797, di pag. 72, mm. 277*194, con legatura originale in cartoncino. Fu venduto a q. B. dall’antiquario C. Te- deschi il 7 dic. 1887.
Contiene questo opuscolo Favole, cioè Apologi sopra i vizi prin- cipali, e alcuni componimenti eroici.
2 49 [2116]
Fracastoro Girolamo. — Della Sifilide del Fracastoro libri tre volgarizzati da Vincenzo Benini Colognese . D.** di Fil: e Med: e Accademico Riposto. All'Illus. ed Eccell.°. Signore Lamo Querini Senator Veneto,
Cart. dell’anno f794, di 48 carte, m. 0.19*0.14, legato in car- toncino. Fu acquistato dagli eredi dell’antiquario Simon Meneghelli (26 sett. 1887).
La traduzione del Fracastoro occupa soltanto 34 carte. La 354 è bianca. A carta 36:
La Visita delle Sette Chiese dell'Avvocato Carlo Goldoni Poeta di S. A. R. il Sermo Infante di Spagna Duca di Parma Pia- cenza Guastalla ecc. Per la Vestizione della Sig.2 Teresa Milesi che assume il nome di Maria Serafina Teresa di Gesù e Maria nel monistero delle Terese di Venezia. 1789. Al suo carissimo amico il Sig." Carlo Milesi fratello degnissimo della Candidata Carlo Goldoni [stanze]. Cominciano £
« Marco, la gloria mia non sta nei carmi » A carte 46: Di Marco Milesi fra gli Arcadi Fosildo Mirtunzio, fratello della Candidata [ode]. Comincia : | « Beato il dì che libero » — Quanto alle stanze del Goldoni cfr. A. G. Spinelli, Bibliografia Goldoniana. Milano 1884 pag. 240.
50 [1326] Frisoni Gio. Battista. — Accademia [poetica] di Gio. Bat- tista Frisoni prete. Di Verona 1800. Cart. dell’anno 1800, di 65 carte numerate (le due ultime sono bianche), legato in cartoncino. Dono Giuliari.
54 [1673]
Frisoni Giambattista e Poletti Stefano. — [Accademie
poetiche].
Cart. della fine del sec. XVIII, di 120 pagine, m. 0.24*0.17. Dono Giuliari.
(a 29 [o] A p. 59 si legge anche I? Giuoco Capitolo di Antonio Cesari; e a p. 74-76 altri due capitoli dello stesso. 52 [427] Frugoni Carlo Innocenzo. — Sonetti.
Cart. del sec. XVIII, di 242 carte, c. 20*15, delle quali 22 (in.
fine) sono occupate da Componimenti scelti da varii Autori. È le- gato in pergamena; apparteneva al co. Enrico Murari Bra.
53 [626] Frugoni Carlo Innocenzo. — Poesie varie.
Cart. del sec. XVIII, di 173 pagine num. e 4 in fine non num,, c. 30*20. Legatura in pergamena. 54 [893] Gazola Gio. Battista. — Le imprese e le disgrazie d'un gatto, canti XVIII in terza rima.
Cart. autografo del principio del sec. XIX, di 93 carte (30 sono bianche), c. 3021, scritte solo alla pagina recto. V'è aggiunto un f. v. che porta corretta una parte del 2° canto. È legato in cartoncino.
55 [1474]
Gherardini Maurizio. — La vendemmia dell’ uva in Valle Policella, Poemetto del marchese Maurizio Gherardim Veronese Convittore nel Collegio de’ Nobili di Mo- dena e Segretario dell’ Accademia.
Cart. del sec. XVIII, di 35 carte, m. 0.30-»0.20, legato in car- toncino. Dono Giuliari.
56 [1476] | Giuliari Eriprando. — Poesie estemporanee.
Cart. del sec. XVIII, di 40 carte (15 sono bianche), m. 0.30-<0.20, legato in cartone. Dono Giuliari.
I:
0 57 [175]
Gozzi Gasparo. — La Tartana degl’Influssi per l’anno bisestile 1756. Dedicata a Sua Eccellenza il Signor Daniel Farsetti.
Cart. del sec. XIX (1805), di 29 carte, c. 25*18; la prima è pel frontispizio. Sull'ultima carta stanno le approvazioni della Censura per la ristampa. È legato in cartoncino.
58 [4744]
Gresset Gio. Battista Luigi. — Il Verver o sia il pap- pagallo, poemetto francese di Monsieur Gresset de- dicato a madama N. N. badessa di N. N. e recato in versi italiani da Francesco Martinetti l’anno MDCCLIV riveduto e corretto l’anno MDCCLXI.
Cart. dell’anno 1761, di 24 carte, m. 0.24%0.17, legato in car- toncino. Dono Giuliari.
59 [447]
Grotto Luigi. — Carmina Latina Aloysii Groti Caeci Hadriensis.
Cart. del sec. XVIII, di 20 carte, c. 14*10, delle quali le 4 ultime sono bianche, legato in cartoncino. Appartenne alla Gianfilippiana. Sembra copia della edizione fatta in Venezia da Fabio e Agostino Zopini nel 1577.
60 [2425]
Hactenus Thusca nunc vero latina sequuntur Poemata in
Sepulcrum Beatricis Dorimbergae edita.
Cart. del sec. XVI, di 38 carte, m. 0.22><0.16, coperto di perga- mena. È imperfetto: tra carte 30-31 (numeraz. moderna) manca una carta. Era il n. 356 della Biblioteca Saibante. Fu acquistato dagli eredi dell’antiquario Simon Meneghelli di Verona nel 26 sett. 1887.
A: e C. 1. Antonii Grottae | i « Quae celsam hanc molem venerandi saxa sepulchri » » Andreae Rapitii episcopi Tergestini « Relligio, pietas, probitas, prudentia, honestum » « Ipsa adeo, cum te nobis mors saeva Beatrix » C. 2. Adami Fumani « Primores inter Tauris com prima puellas » « Illa ne tu patrias inter prima ante puellas » « Moribus et forma et ditis dulcedine linguae » « Hic sita virtutum est princeps Dorimberga Beatrix » C. 3. « Quis iacet hic? mulier quae nam? Dorimberga Beatrix » « Eloquio pollens atque ipsum (dicere si fas) » « Consilio gravis atque annis Dorimberga Beatrix » « Quaeris quis iacet hic? est Dorimberga Beatrix » « Ossa Betricis [sic] tumulo sunt condita in hocce » « Dorimberga sua hic dedit ossa tegenda Beatrix » C.4. « Dorimberga tuos cineres tuaque ossa Beatrix » « Aethereas Dorimberga levis cum scanderet arces » « Ilia bonis dilecta, malis grata una Beatrix » « Hic condi voluit se Dorimberga Beatrix » « Ipsa quidem mulier cecidisti tu optima: verum » C. 5. Antonij Grottae « Quid tumulum spectas? non hic est illa Beatrix » ‘ « Sensit ubi tepido sibi crescere flumen ab imbre » C. 7. Antonij Portensis Iuriscons. « Alma senex seclum vivens mortale beatam » » Ariodantis Zoiae « Scilicet ante obitum quenquam appellare beatum » » Alotsij Flacci « Foelix prole viràm vixit moriensque Beatrix » » Barnabae Prampergii « Plusquam foemineis virtutibus aucta Beatrix » » Beltrandi Calderini 3 « Quae fueras olim tam illustri prole beata » C. 8. Benevenuti Herminij « Clausa iacet princeps hic Dorimberga Beatrix »
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— 32 «-
C. 8. Bernardini Decani
« Dotibus hic animi varijs cumulata Beatrix » « Fregisti tandem parcarum tela Beatrix »
C. 9. Camilli Cortesij
C. 10.
« Ossa Beatricis conduntur marmoris urna » « Invida sunt hominum fortunae fata secundae » Cornelii Barnabae « Te clausisse oculos aeterna nocte Beatrix » Dominici Pincharolit « Hic orta heroum praeclara stirpe Beatrix » « Inferias charae proles moestissima matri »
. Francisci Nogarollae Comitis
« Hospes siste gradum : precor hoc breve perlege carmen » Federici Ceruti
« Sunt tibi Chlori rosae sunt lilia sunt tibi flores » Etusdem — Viator. Tumulus.
“« Vi. Quis iacet hoc tumulo ? 7. Non vir sed femina. V. Qualis? »
Francisci Mulae — « Marmore quo tegitur fatis erepta Beatrix » « Exemplar morum et virtutis alumna Beatrix » « Quae fuit insignis generosa stirpe Beatrix » « Morte obita dilecta parens, cara unica nostri » Federici Buiatî « Vita Beatricis, mores, genus altaque proles »
. Francisci Pavonae
« Casta Beatricis regali membra sepulchro » Flaminii Bonii Tulmetini « Dorimberga suos natos cum morte Beatrix » ‘ Gerionis Concordiae x . « Hic iacet illa atavis Heroibus orta virago » Hieronymi Paciani « Rapta sub hoc tumulo fuit en matrona Beatrix » « Mors terram terrae, coelo celestia misit » Hieronimi Sinti « Olim tuscus olor, Phoebi dulcissima cura »
—_ 3 _ C. 14. Hieronimi Atthymei « Ossa Beatricis clauduntur marmore in isto » « Canis spargite lilijs sepulchrum » » JIosephi Fabritii Iuriscons . « Mors rapuit decus omne tua cum morte Beatrix » » Incerti « Sparge rosas, lachrymasque sjmul praeclara Beatrix » C. 15. Jo. Antonii Taygeti « Quis tumulo hoc figitur? praeclara e stirpe Beatrix » » Ioannis Nimis Retrogradi « Cur lachrimas oculis tristes effunditis omnes? » C. 19. Iosephi Bonti « Non iacet hoc tumulo sed nuno tenet astra Beatrix » C. 20. Iosephi Partistanei « Illum Threiciae summis in montibus ursae » C. 21. Iosephi Ambrosti « Mortales haeé exuvias brevis urna recondit » « Flecte sacro cineri caput et venerare sepulchrum » « Respice ab Elysiis mulier sanctissima, dicque » » Jo. Dominici Cycnici « Hanc venerare pijs hospes singultibus urnam » » ‘Iosephi Compagni Viator. Poeta. « Vi. Quid fles hic miserabiles » C. 23. Iacobi Fannti « Et genere et proavis illustri et prole Beatrix » « Quae proavi et nati heroes tibi dona Beatrix » « Et genus et prolem illustrem sortita Beatrix >» » Joannis Spicae « Ast desiderio, gemitu ne laedite fata » C. 24. Leonardi Stayneri ‘« Clara viro atque atavis hic Dorimberga Beatrix » » Leonardi Pontani « Facta parens natis illustribus orta parentè » C. 25. « Hic defessa iacent longo in certamine magnae >» » Licinti Erminiti « Vivens nomine dicta sum Beatrix »
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C. 25. Leonardi Coritii Cargae
« Moeonij castae quondam posuere Dianae »
C. 26. Michaelis Urbani equitis
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« Hic ubi decurrit gelido Lisontius amne » Michaelis Radionti P. « Quis cubat hic? cineres ultra ne quere viator » Martit Herminii « Lugete Aonides novem sorores »
C. 27. M. Antonii Pichissini
« Iustius ecquid erit? quam Dorimberga Beatrix ».
C. 30. Martii Pictori
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« Quae nam hoc tumulo tegitur matrona? Beatrix » M. Antonti Fiducii « Exemplum, unde homines discant, non posse beatum » Meleagri Candidi
« Hic suplex Atalanta sacro procumbe sepulchro » [imperfetto ]
C. 31. [Pauli Caelothi]
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« Hic igitur dulcis quo sancto Hymeneus amore » [frammento] « Ossa beata, quibus terris mage sancta sub ullo » Eiusdem « Illustri hanc genuit Patria Gens inclyta, toto » Petri Hyacintii « Nempe Beatricem cum te dixere parentes »
C. 32. Ricardi Portuneri Iuriscons.
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« Ut totum fleret genus humanum, impia mors heu » . Ricardi Luisini Iuriscons.
« Hic iacet illustri prognata e stirpe Beatrix » Salustii Fannii
« Moribus ingenio praeclara et prole Beatrix » Thesei Sallae
« A Jove syderea est in sede locata Beatrix »
C. 33. Tarquinii Frangipanis
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« Aonidum et phoebi clarissima lumina vates » Etusdem « Unde haec moestities ? unde hae Noreia querelae ? » Eitusdem « Turgidus horrisonis dum Soncius instrepit undis »
L'98/ Ne odi
C. 34. Eiusdem « Lethifera dum falce manus armata superbit » E » @Etusdem « Laetitiae dat signa Polus dat pulcher Apollo » » Eiusdem « Beatrix homines Deis beando » » @Etusdem o « Dotibus illa animi insignis praeclaraque natis » C. 35. Etusdem
« Cum te parens crevit » C. 36. Eiusdem « Qualis Carina vastum » » Tranquilli Liliani Iuriscons. « Nata Sigismundi Loseri de matre Beatrix »
C. 37. Eiusdem l « Dorimberga fuit quae nomine dicta Beatrix » » @Etusdem « Ad questus gemitusque graves e gurgite Nymphae » » @Etusdem « Quid mirere ? nihil diu beati »
C. 38. « Qui pias lachrimas negas sepulchro »
» @Etusdem
« Saepe Beatricis .conata abrumpere fila »
Per questo codice cfr. l'opuscolo: I2 Sepolcro de la IU. Sign. Beatrice di Dorimbergo da gentiliss. et eccellentissimi ingegni ne la Toscana e ne la Latina cretto e celebrato; A la Sereniss. Regina Caterina Regina di Polonia e ArchiQuchessa d’ Austria. In Brescia, appresso Vincenzo di Sabbio 1568.
—_
64 [2169]
Il Moro del Corpo Bianco o sia lo Schiavo del proprio onore [commedia].
Cart. del sec. XVIII, di 45 carte, m. 0.28><0.20, legato in car- toncino.
— 59 — 62 [166]
Jacopone da Todi. — Una lauda che fece frate Jacobone da Tuode de lordine di frati minori quando volse lassiare el mondo. Et era nel seculo grande doctore di Legie.
Cart. del sec. XV, di 6 carte, c. 20*15, scritto a due colonne; le due prime carte contengono la laude; e sulle altre quattro stanno registrati i Comandamenti di Dio, gli articoli del Credo, i vizi ca- pitali, i Sacramenti, i doni dello Spirito Santo, le virtù, le opere della misericordia, i sensi, i consigli evangelici, le beatitudini, le doti dell’uomo glorioso, i frutti del legno di vita, le pene dell’in- ferno, le petizioni del Pater noster, le feste solenni ed i digiuni. È legato in mezza pergamena: apparteneva alla Gianfilippiana.
La lauda comincia:
« Udite noua pacia Che me viene in fantasia »
63 [1212]
Jacopone da Todi. — Il Canzoniere di Fra Jacopone da Toci.
Cart. del sec. XVIII (1772), di 296 carte, c. 28x20; due sono bianche. È legato in cartone; ed apparteneva a B. Sorio. È una copia del codice in pergamena esistente nella libreria dalle Grazie di Bergamo.
64 [394]
Kempis Tommaso (da). — Della immitazione di Cristo tradotto in versi volgari ad uso de’ divoti. L. IV. Si aggiunge una orazione divotissima sopra la Passione di Gesù Cristo per la SS. Comunione cavata d’altre Opere dell’Autore.
Cart. del sec. XVIII, di 364 pag. num., c. 1712: oltre a queste, 14 pag. non num. di prefazione e di indice. È legato in cartoncino; apparteneva alla libreria dei PP. Cappuccini di Verona.
du 37 65 [1500] L’Api poema didascalico diviso in sei canti colle annota-
zioni al fine d’ogni Canto. Opera ultimamente riveduta e corretta dall’Auttore. Anno Domini MDCCCXXIV.
Cart. dell’anno 1824, di 136 carte, m. 0.33»<0.24, legato in mezza pelle. Dono Giuliari.
66 [1100-1101] La tomba di Armeste Pelopide.
Cart. dell’anno 1799 circa, di 6 carte (l’ultima è bianca), c: 25><19.
In fine si legge questa nota: « Con questa composizione di nuovo conio, Veronese anonimo Cigno piagnea la morte dell’Ab. Co. Giu- seppe Pellegrini nato per gloria de’ Veronesi sull’Adige ».
Segue un sonetto politico, che ha questa nota: « Dettava in Ve- rona ex abrupto questo sonetto il Sig. [Francesco] Personi pittore ».
67 [322] Lettere di Zeila a Walcourt, di Walcourt a Zeila, di Wal-
court al Padre. Lettere di Barnevelt al suo amico, di Comingio a suo Padre, di Abelardo ad Elisa [in versi].
Cart. del sec. XVIII, di 34 carte, c. 35*25.
68 [1393]
Liber Carminum diversorum Auctorum.
Cart. del sec. XV, di carte 187 numerate, più 6 carte in fine bianche e 8 in principio contenenti un indice del volume scritto di mano di Giambattista Carlo Giuliari, m. 0.21><0.15, legato in car- tone. Dono Giuliari.
C. 1-21. Ludovici Lazarelli liber de apparatu Patavini hastiludij ad dominum Joannem Chetvort de britania archidiaconum linconiensem et patavine Juristarum Achademie Rectorem foeliciter incipit :
« Qui regis Asreae Divini et iuris alumnos »
Celli;
— 935 —
©», . 22-23r. Cecilij Cypriani oratoris ac martyris gloriosi de ligno
crucis carmina feliciter incipiunt : « Est locus ex omni medius quem cernimus orbe »
. 23v.-25. L. Celij Lactantij Firmiani de sacratissima Cristi
resurectione carmina incipiunt : « Salve festa dies toto venerabilis aevo »
. 25v.-28. Francisci patricij Senensis Aegloga de Jesu Xristi na=
tali feliciter incipit. Lycidas. Menalchas. « Quid modo connubia meditaris nocte Menalcha? »
. 28v-31r. Cecilij Cypriani italici episcopi cartaginensis mar-
tyris sanctissimi oratorisque clarissimi carmina quasi de ore crucifixi Jesu manancia incipiunt : « Quisquis ades medijque subis iam limina templi »
. 31v.-38. Ad Screnissimum Regem Franciae Antonij Cornazani
oratio in heroicis în qua et eius laudes et triumphos ete. et Caroli magni sub breviori carmine continetur. « Forte aliquis fidei nostrique ignarus amoris »
. 38v.=39. Carmen editum per Sim dominum N. Papam Pium
. secundum ad componendum res Christianas contra per- fidos et nefandissimos Turchas ex urbe discedentem. « Turche paras‘altae subvertere moenia Romae »
. 39v-40. Precatio Turcae ad Maumethum.
« Maumethe pater iam iam mihi consule queso »
. 40v.-42r. Egloga magni Ausonii de ambiguitate vitae.
« Quod vitae sectabor iter? si plena tumultu »
. 42r.-43. Martino Quinto papae Beatissimo dicolos tetrastichos
hymnus ad pueros et virgines Domini Gregorij Corarij Prothonotarij. « Gentis humane pater et redemptor »
. 43v.-44r. Constantia de varono (sic) ad reginam angellorum
et coelì. « Insignis generosa parens, spes unica secli »
. 44. Ad dominam Isotam nogarolam.
« Est Isota meo tua dulcis epistola fixa »
. 440.-45r. Ad dominum Joannem lucidum de gonzaga.
« Saepe parens dominusque meus me scribere iussit »
— 39 — . 45, Ad dominum OddAntonium Illu. Curioni natum. « O magne decus hesperiae Monsfeltria proles » . 45v.-46r. Ad Regem aragonium. « Caesar magnanime princeps iustissime regum » . 46. Ad magnificum dominum Alexandrum Sforciam. « Etsi per multos prisco iam tempore versus » . 460.-52r. Carmen Andreae Bandae ad excellentem virum ac utriusque iuris doctorem famosissimum dominum Bar- tholomeum Caepollam tamquam patrem ac preceptorem suum foeliciter incipit:
<« I mea musa tuum carumque visce parentem » . D2r.-53r. Bartholomeus Cepola suo domino Andree Bande Sal. Responsio. « Res mihi nulla quidem presenti maior in aevo » . 53r.-66r. Maphei Vegij Heroicorum liber incipit. Ad Franciscum Barbavariam Moecenatem.
« Moecenas si res veterum, si mente voluto » . b6r.-58v. Ad comitem Antonium Pisanum. « Iam dudum optabam miro inflammatus amore » . b9r.-Glr. Ad comitem Nicolaum Picininum. « Cesserat omnis amor musarum: et pectore toto » . 61r.-65 r. Ad philippum Mariam angelum ducem mediola- Nensium. « Si me summe ducum sanctae adiuvere sorores » . 65r.-67v. Ad caesarem sigismundum. « Salve spes Italiae gentis salve inclyte Caesar » . 67v.-69v. Ad comitem franciscum sforciam. « Quando tuas mecum repeto, dux maxime belli » . 69v. Maphei Vegij laudensis elegiarum liber primus incipit. Ad Franciscum Barbariam [sic] Moecenatem.
« Moecenas soli noli solitos sperare coturnos » . 70r.-70v. Ad Cambium Zambecharium. « Clarus es: et celebrant omnes tua nomina cambi » . 70v.-71v. Ad Cambdbium Zambecharium. « Eridane in toto quo nullum labitur orbe » . 710.-72v. Ad Franciscum Picininum. « Rara celebratos viderunt secula vates »
hs 4) —
. 72v.-73r. Ad Aloisium Crottum.
« Crotte meo, (si te delectant forte camoenae) »
. 73r.-73v. Ad Marcolinum Barbavariam.
« Marcoline quibus dignum te laudibus ornem »
. 73v. Ad Franciscum Picininum.
« Quaeris ut Andreas nostro sit dignus amore »
. 73v.-75r. Ad Andream Pallacium.
« Vade libens quo te superi quo sydera ducunt >»
. Tor.=75v. Ad Cambiun Zambecharium.
« Quod sileam quaeris Cambi: tacitumque videris »
. 75v.-76r. Ad Cosmam Raimundum.
« Me dudum pulchro celebrasti carmine Cosma »
. 76r.-78v. Ardizo Carrariensis: se a Candida nmegligi conque-
ritur: Ad Aloisium Bossium. « Credis an ulla magis sors dura aut anxia cura est »
. 78v.-79r. Epigramma super Oratore Ciceronis.
« Olim romanae fueram lux splendida linguae »
. 79r.-79v. Epithaphium Cambij Zambecharij.
« Cambius ille sui qui Zambeccarius aevi »
. 79v. Epigramma în fortunam.
« Fortuna immitis quam mansueta vocari >» » @Epigramma ad Virgilium. « Pastor oves, et arator agros et prelia miles » » @Adidem. « Ecce Maro, cuius divino carmine musa » » @Adidem. « Pascua rusque canens peragraram, bella sequebar » » @Adidem. « Silvas, rura, acies, cecini, mihi Mantua mater »
. 80r.-81r. Laudes Mariae Virginis.
« Virgo decus nostrum cuius se credidit alvo »
. 81r. Maphei Vegij Laudensis elegiarum liber primus explicit.
Incipit secundus. Ad Lanzarotum Crottum. « Lanzarote meum (parvum licet) accipe munus »
. 81r.-82r. Ad Antonium Cremonam.
« Rura colo: et frustra dulcis cremona moreris »
- Al ci ni . 82r.-84r. Ad Franciscum Picininum. d « Forte ubi sim quaeris: que me nunc hospita salvum % i . 84r.-84v. Conquestio erga Bacchum et Cererem. « Bacche pater vatum suavissime Bacche deorum » . 84v.-86r. In Rusticos. « Non est agricolae quam vestra probatior ulla » . 86r. In Rusticos. « Vos moneo agrestes: doctos ne ledite vates » . 86v. In Rusticos. « In comune bonum nasci gens rustica fruges » » In Baccham rusticam. « Non sat erat fruges rapere: at tibi ne quid inausum » - » In Rusticos. ; « Miror io agrestes: meaque admiratio digna est » . 87r. In Rusticos. « Fama refert asinos romana per oppida numquam » » JIn Gallam Rusticam. « Galla egrota diu langues absente marito » . 870. In textilem Rusticam. « Sunt tibi civiles quamvis sis rustica mores » » Ad Catonem Iureconsultum. « Dic, Cato, per nostrum quaeso atque obtestor amorem » . 88r. In Rusticos. « Rustica turba, nuces tot vestra immergitis alvo » » In Rusticos. « Quaeritis agricolae circum dumeta pusillas » . 880. In Rusticos. « Quottidie multo conquestu fletis agrestes » » In Rusticos. « Scitis ne agricolae ? cur vestros vita puellos » . 89r. In Rusticos. « Dicite ruricolae: quare tot verbera? quare » . 890. In Rusticos. « Non possum non mirari gens incola ruris » . 89v.-90v. In Rusticos. « Ut quid aratores tot vestra in vota vocatis »
I 9% r.
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. 900, In Rusticos.
« Dum vestrae accuso rurales crimina vitae »
. 9lr. In Rusticos.
« Quicquid composita fit seditionis in urbe » In Rusticos. « Hi sancti agrestum mores: ubi quaeris amorem » In Rusticos. « Quom lux festa oritur, solis consumitis omnem » In Rusticos.
« Semper in absentes fertis convicia vestros » In Rusticos.
« Quando est longa dies sero caenatis agrestes »
. In Rusticos.
« Rideo saepe, aliquem quando salvere iubetis » In Rusticos.
« Urbe estis faciles, quamvis sub rure minaces » In Rusticos. « Inter vestra unum scelera hoc detestor agrestes » In Rusticos.
« Seu metitis spicas, virides seu falcibus herbas » Ad Joseph Bripium.
« Quos mihi scripsisti vir mansuetissime Joseph »
. 92v. Epitaphium Zanini Ritij.
« Vester ego Insubres iaceo hoc sub marmore vester »
»
Epigramma ad Solem. « Sol, tibi quas tanto dicam pro munere grates? »
. 93. [Bianca]. . 94-96. Libellus de naturis bestiarum.
. 97. [Bianca]. . 98. Ad Illustrissimum dnum D. L. Gonzagam Mantuae Mar- chionem... ici UCPONENSIS. DE L00000 000000
[Le lacune indicano i luoghi dove la scrittura non si potè
rilevare]. « Ite leves elegi deductum pectore munus »
C. 99. Ad Antonium Pastum in kalendis maijs.
« Festa dies redijt maijs celebrata kalendis »
. 100-101v. Ad Lodovicum madium quod se dedat amori. « Nondum pura dies aequor lustrarat Iberum » . 101v.-102v. Ad Xanthiam pro thoma lavagnolo. « Xanthia cur totiens miserum deludis amantem » . 102v.-104r. Ad Bartholomeum Landum de victoria veronen- sium contra brixianos in obtentu bdbenaci. « Roscida puniceis surgens aurora quadrigis » . 104r.-106r. Epitalamium in Antonium donatum et Lucreciam : Barbaram patricios venetos. « Incipe nunc ali)s mecum formose cupido » . 106r.-107 v. Ad Sirmionem insulam Benaci dum eam visceret cum claro Juris consulto Joanne nicola faeta. « Sirmio doctiloqui patriae decus alma Catulli » . 107 v.-108 v. Ad Cupidinem et Venerem pro Hieronimo Lavagnolo ab Lelia deserto. | « O lascive puer levibus pernicior euris » 108 v.-109v. Ad Lodovicum Monsilicensem quod'existente vere se dedat amori et urxorem non deserat. — « Candidus europae vector radiantia caelo » . 109v.-111v. Ad Gasparem malesensinum iureconsultum utrum suasu Baptistae Guarini ducat uxorem. « Musa guarinei Baptistae nobilis aures » . 112-114r. [Senza titolo]. « [Sji quis scire vult naturam » . 114-115 r. [Senza titolo]. « Mundus iste pravis datur » . 116-117. [Bianche]. . 118-120. Marius philelfus Artium et utriusque.... doctor eques auratus (?) et poeta laureatus clarissimo equiti aurato [Antonio nuga}rolo salutem pi. dicit. « Nugarola decet quem ne cognomen abhorres » In fine a questi versi si legge: Haec carmina anno 1467 edita fuere. . 121-123r. Clarissimi Viri domini Francisci philelphi medio- lanensis ad filium suum marium opusculum feliciter în- cipit. « Nate Mari vita mihi carior una voluptas »
QUA
tao dd
. 123r. [Senza titolo].
« Songia me pavit, mea vinum membra refovit %
Sotto questi versi sta la seguente dichiarazione: Delevi ne- phanda carmina levibus lineis, nigro atramento penitus obliteranda. |
. 123. [Senza titolo].
« Si coleos vir ille fuit, qui tangere nostros »
. 123 v.=124. [Senza titolo].
« Si steteris paulum, versus et legeris istos »
. 125-127 [Bianche]. . 128-129r. Verona Guarino S. D.
« Romani graijque simul celeberrime princeps »
. 129r.-130. INlustri Francisco Sfortiae Italia Sal.
« Quam quondam humanae gentes timuere superbam »
. 131-132. Bernardi Justiniani Leonardi filii pacis congratulatio
inter Venetos et philippum mariam ad ducem venetum. « Laeta duci meritas venetum gens inclyta laudes »
. 133, Antonius Brognanicus Domino Francisco patricio.
« Quamvis more suo lapsum fortuna minetur » ©
. 133v.=134r. Antonius Broianicus Antonio Caepole Sl.
« Porcilium dilecte tuum rus esse palustre »
. 134r.-139r. Antonius Caepola Antonio Broianico SI. R.
« Non te vana movet nostrarum gloria rerum »
. 139v. Quae requiruntur ad mulierem pulchram. . 140-141. [Bianche] . 142r. Guarini ad Lodovicum de [Gonzaga] versus.
« Tibi non auro nitidam mitto »
. 142v. Proseuche Guarini Veronensis ad Benacum.
« Tranquilli Benace lacus pater inclyte salve »
. 143-144r. Guarini Veronensis ad Marcegaiam versus.
<« Ite mei lacera versus nunc ite camoena »
. 144r. Guarini Veronensis ad Jacobum Ziliolum versus.
« Barbara quem duro Germania monte creavit »
. 144v.-145r. Justus de Justis Veronensis eloquentissimo Juris
consulto domino Marco Raimondo S. « Si me divinis sequeretur musa choreis » Questi versi hanno la data: Nonis Aprillis MCCCCLXIIIJ.
C.
— 4 —
. 145r.-147r. Basinij parmensis epistola ad divum Sigismundum
pandulphum Malatestam de bello suscipiendo pro salute et protectione Italiae. « Liquerat oceanum nox intempesta quadrigis »
. 147v. Contra meretrices.
« Ite meretrices, patriamque relinquite nostram »
. 1480.-15lo. Pro. To. Ve.
« Siccine virtutem decuit venerarier? his ne »
. 151v.-156r. Andreas Aicardus parmensis.
« O decus Italiae virgo percurre libellum »
. 156r-157r. Ad illustrem Principem Franciscum Foscarenum
ducem Venetiarum Jacobus Car. S. « Maxime dux Venetum quo sceptra tenente quietem »
. 157r.-158r. Ad illustrem principem franciscum Foscarenum
ducem venetiarum Carmina. « Maxime dux venetum princeps clarissime, lumen »
. 158r.-159r. Ad insignem militem dominum Lelium de Justis
Civem veronensem carmina. « Legibus illustris Lelij donatus et auro »
. 159r. Ad eundem.
« Accipe primitias Miles celeberrime Lelj »
. 159v.=161r. Ad eundena.
« O mihi contingat vinciri tempora lauro »
. 161r.-162r. Ad Chiereginum.
« Solus noster amor et charue maxima nostrae »
. 162r.-163r. [Senza titolo].
« Illustrat quem summus amor virtutis, et ardens »
. 163r. Epitaphium Homoneae.
« Tu qui secura procedis mente parumper » 163v. Homonea Athimeto. | « Parce tuam coniunx fietu quassare iuventam » » Athimetus Homoneae « Sit tibi terra levis mulier dignissima vita » » Epithaphium factum per Julium Cesarem. « Trax puer astricto glatie dum ludit in ebro »
. I64r. Guarini Veronensis Titi Stroze epithaphium pro ioanne
[Non si legge] (Boiardo.
— 46 — | . 164r. Justi de Justis epithaphium pro ègregia Tadea a Capello. « Hic Tadea iacet Marini clara Capello » » Virgilius in Vetulam. « Si memini fuerant. tibi quatuor, Helia, dentes » . 164v.-166r. Bartholomei Caepollae Jurisconsulti ad Impera- torem Federicum Tertium. « O Procerum Regumque decus, lux unica mundi » . 166r. Antonius Caepolla ad Bartolomeum fratrem. « Induperator qui sceptro cuncta gubernat » . 1660. Bernardinus Mapheus Veronensis Juriscivilis scholaris de Imperatore edidit. « Tertius intravit magnus Federicus in urbem » . 1660.-167r. Memoria veteris commitatus dati ab Imperatore 3° Federico nod. de Cepollis. . 1670.-168v. Antonius Caepolla ad clarissimum Jurisconsultum ac magnificum equitem Lelium Justum. « Est Marius viridi redimitus tempora lauro » . 168v.-170. Marius philelphus Antonio Caepollae propretori hye- detano. | | « Quae Caepolla tibi duplici pro munere digna » . 169r.-170. [Senza titolo]. « Lisia quom cuperem secum producere noctem » . 171. [Senza titolo]. « Pulchrior Erionem formosam Gallus amabat » . 171». [Senza titolo]. « Anule dulce mihi dilectae munus amicae » . 171v.-174r. Joannes Panonius exrcellentissimo Jurisconsulto Domino Bartholomeo Caepollae Veronensi S. « Iure fuit nobis meliore notanda lapillo » . 174r.-175r. Lamentatio Thomei Caepollae pro occisa sibi Mu- stella. | « Infoelix nimium mea nunc Mustella fuisti » . 175r.=177v. Carmen epithalamium in Bartolomeum Landum et Jocundam Pindemontiam Veronenses per Bartholomeum Cineratam veronensem editum. « Dive caelestis moderator aulae »
SS 3 C. 177v-179r. Epithalamium eiusdem in Christophorum Monsili= censem et Margaritam Brenzonam Veronensem. « Inclyta quis Breni patet urbs: Venetumque Senatus » C. 179r.-181. [Carmi varii senza titolo]. « Jusserat hec rapidis aboleri carmina fiammis » « Ergo ne supremis potuit vox improba verbis » « Tres dictatores statuit sibi Roma rebelles » « Brundusium poscit uberiore fuga » « Nomina septenum sapientum Grecia cantat » « Prima Cleonei tolerata erumpna Leonis » « Ter binos deciesque novem superexit in annos » « Hic situs est Marcus Donate gloria gentis » « Ferre palmiterium nolunt iam scholares » « Virginis amplexus durissima pectora mulcet » C. 182-184 [Bianche]. C. 185-187. [Quattro carmi senza titolo]. « Jam lucis orto sydere » « Vinum bonum et suave » « I, bene perpendi sunt cause quinque bibendi » « Splendidior stella fuerat mihi visa puella » Di questi quattro i primi tre sono canti goliardici.
69 [1842]
Lucrezio Caro. — Di Tito Lucrezio Caro Della Natura delle Cose libri sei tradotti da Alessandro Marchetti Lettore di Filosofia e Mattematiche nell’ Università di Pisa et Accademico della Crusca. Prima edizione. Londra, per Giovanni Vickard MDCCXVII.
Cart. del sec. XVIII, di pag. 526 num. e 9 non num. contenenti l'indice, c. 23*17, legato in pergamena. Provenienza Cappuccini di Verona.
“
70 [1020]
Maffioli Celso. — In nuptias illustrissimorum Coniugum comitis Joannis Aemilij et march, Victoriae Mala-
MR
spinae carmina a Caelio Maphiolo decantata et illu- strissimo Philippo March. Malaspinae dicata.
Cart. del sec. XVII, di 13 carte (le prime e le due ultime sono bianche), c. 20*15, legato in cartoncino. Appartenne alla Saibante (n. 350), indi alla Gianfilippiana.
C. 3. Ad Illustrissimum Io. Philinppum Malaspinam nuptae fra- trem. « Laeta tuae celebrant thalami quae festa Sororis » C. 4. Epithalamium. « Eia pueri tollite faces » C. 7. Ode. De IMustrissima Victoria March. Malaspina. | « Effunde grata Pindaro » C. 8. Epigrammata. Quae ardoris origo Io. Aemilij Comitis. « Qua leni excurrens inter myrteta susurrat » C. 9. Aliud. De Sponsae praestantia. « Hirsutos inter vepres ad flamina Veris » C. 9v. Aliud. Vaticinium. De horum conjugum mnatis felicissimis, A Cristis geminati stemmatis, sumpto argumento a Dra- cone scilicet et Aquila. « Quid me praeclari geminato stemmate surgens » C. 10. Madrigale. È vinto Amore. « Qual meraviglia Amore »
è.
-_ C. I0v. 20
« Com’ esser può che sia novella sposa »
7A [437]
Malombra Ledovico. — Canzone al M. R.d° Pre D. Michel da Venetia Presidente mer.®° della Congregatione Cassinese. Di D. Lodovico Malombra Venetiano.
Cart. del sec. XVII, di 4 carte, c. 20x15, imperfetto. Il ms. si doveva comporre di 6 carte; manca la 2.4 e la 5.2 È cucito in car Comincia: I « Cittadina del ciel’ anima eletta »
72 [1686] Marefoschi Prospero. — Memoriale al Conclave, canzone.
Cart. del sec. XVIII, di 4 carte, m. 0.24>0.18. Dono Giuliari.
La canzone è preceduta dalla seguente dichiarazione: « La qui sottoscritta Canzone è stata composta da Monsig. Marefoschi se- gretario de Propaganda Fide, e siccome non è stato parziale de' Gesuiti, non è stato considerato per altre cariche, sicchè essendo ‘in età ormai d’anni 80, prega con questa canzone col titolo di Me- moriale, che il futuro Papa abbia memoria della sua persona »,
73 [1547] Marogna Giulio Cesare. — [Poesie].
Cart. del sec. XVII, di 52 carte, m. 0.20%0.15, coperto da una semplice carta colorata. Appartenne ai Conti Cavalli. Provenienza Giuliari.
C. 1. Del S." Giulio Cesare Marogna al B. Lorenzo da Branditio. « Tra folgori di morte aspri e mortali » [sonetto] » Risposta dell'autrice. « Laurentio sprezza i perigli mortali » [sonetto] C. 2. Al Beato Lorenzino da Brandisitio. « Alma beata che qua giù vivesti » [sonetto] » Segue. « Il terzo lustro non finivi quando » [sonetto] C. 3. Meditando la passione di N. S. vince Plutone. « Come tal’ hor da sanguinoso artiglio » » Risposta. « Beato chi fugir sa l’empio artiglio » [sonetto] C. 4. Nel natal del Signore. « Ove hora è Sr mio quel sì sublime » [sonetto] C. 5. Al Beato Felice Capucino Corona. ‘ « Da doi S.ti nomati ad abbellire » [sonetto] C. 6. 2.0 i « Il p.° lustro un anno sol varcavi » [sonetto] » 30 « Fatto maestro il rustichetto figlio » [sonetto]
— 50 C. 7. 40 « Di là a pocco duci tori molto fieri » [sonetto] » dO0 « Così questi pensando ritirarsi » [sonetto] C. 8. 6.0 « Questi sendo divoto a meraviglia » [sonetto] » 70 « Un gravemente infermo, egli col vino » [sonetto] C. 9. &0 | « Chi narrerà miracol tanti e grandi » [sonetto] C. 11. {Senza titolo]. « O del Mincio gentil nobil corona » [sonetto] > [Senza titolo]. « Dolci Sirene che splendor donate » [sonetto] C. 12. Segue. « Piovan dal ciel le gratie » [madrigale], C. 15. A22° IM, et Ecc.mo S. Zaccaria Bondemer « Non diro rivo, o fonte, o fiume altero » [sonetto] » Seque. « Real aspetto humilemente altero » [sonetto] C. 16. Segue. « Piang'in lugubre veste Adige altero » [sonetto] » Segue. « Ninfe che vi godete » [madrigale] C. 17. A22 IMl.m0 et Ecc.mo S. Giacomo Surian potestà di Verona. « O meraviglia, ecco splendon due soli » [sonetto] » Allo stesso. « Alto Sig. ‘che di beltà e valore » [sonetto] C. 18. AZlo stesso. « Meraviglioso mostro, alto portento » [sonetto] C. 19. Allo stesso. « In nero manto, o nostro altero Fiume >» [sonetto] » Allo stesso e alle Dame di Verona. « Dame leggiadre e vaghe » [madrigale] C. 20. Allo stesso. « Gratie per me ti renda il gran Monarca » [sonetto]
hl C. 20. In lode et partenza del M. I. et Ecc,mo S. Dominico Dotti Degniss.mo Vicario. « O' come ogn’ uno sta mesto e dolente » [sonetto] C. 21. In lode del M. NI. et Ecc.mo S. Tomaso Casolini Meritiss.mo Giudice del Malefitio. « Almo Sig." cortese, nel mio core » [sonetto] >» Segue. « Prestante almo Sig.re, il cui valore » [sonetto] C. 22. In lode et partenza del M. IUlr"e et Ecc.mo il Co. Leonardo Verlato Deg.mo Giudice al Grifone. « Da stirpe illustre di pensieri alteri » [sonetto] » In lodee partenza del M. Il. et Ecc.mo S. Ercole Bereta Giudice alla Regina. n « Ben da spirto reale » [madrigale] C. 23. AZ? IMl,mo S. Lorenzo Surian degn.mo p.stà di Verona. « Mira o Verona con quanta pietade » [sonetto] » Segue. « Non è ovunque il sol gira il più prestante » [sonetto] Cc. 24. Segue. i « Rozi et ignudi o poveri miei figli » [epigramma] C. 25. AZ INI. m0 et Ecc.mo S" Leonardo Moro. « Giustissimo S. dal’ Indo al Moro » [sonetto] » AUPIUMOEet Ecc.mo S” Leonardo Donati Dig. potta di Verona. « «I DONO eccelso a noi dal ciel DONATO » [sonetto] C. 26. Segue. « Se Apollo co' suoi raggi illustra il mondo » [sonetto] » Segue. i « Voi cui DONATO ha il ciel felici porte » [sonetto] C. 27. AI MO et Ecc.mo S. Marc'Anto Faliero deg.° pro di Vi. « De gli antenati vri i chiari pregi » [sonetto] » AI? IM2.ma Sa Vittoria Giusta sua consorte. « Alma Altera Real che ne primi anni » [sonetto] C. 28. Alla II,ma Sa.... loro figlia. « Leggiadra pargoletta » [madrigale] » AIDIUM) et Ecce.mo S. Almoro Nani. « Altre volte ricorsi al chiaro fonte » [sonetto]
= 5I
. AIMM et Ecc.mo S....... Donato Avogador di Comun.
« Preggiato dono, a noi dal ciel donato » [sonetto]
. AUPIMn0 et Ecc.mo S. Antonio Capello Avogador di Comun.
« Nobil Capello, che sì altera fronte » [sonetto]
. All Ill,m0 et Ecc.mo S. Marin Pesaro Avoyador di Comun.
« Pesar con giusta lanze sempre suoli » [sonetto] All INl.mo et Ecc.mo S. Giulio Contarini Avogador. « Alto S. a voi scrissi credendo » [sonetto]
. AU IM.Mmo S. Geronimo Cornaro potta di Verona.
« Restino mute le lingue bugiarde » [sonetto] Segue. « Non machierà no no del nome illustre » [sonetto]
. Alla NI, ma Sa sua consorte.
« E voi Sig.ra mia deh non turbate » [sonetto] All Ill.mo S. Giulio Giustiniani potta di Verona. « Gratie per me vi renda il gran Motore » [sonetto]
. Nella partenza del medesimo.
« Quinci si parte quel ch’il nome ottenne ? [sonetto] Segue. i « Questo divino Eroe, dico, si parte » [sonetto] di
. In morte dell IN m0° S. Alvise Contarini.
« O mia perdita grave, o che dolore » [sonetto] All Ill.mo S" Marc’ Ant. suo figliolo. « Pur dopo tante tenebre si mostra » [sonetto]
. All Ill. mo S" Giovanni Zen Cap.° di Verona.
« A mille a mille le gratie dal cielo » [sonetto] Alli Illmi Si Franco e Nicolò figlioli dello stesso. « Nobiliss.mi Spirti, almi, preclari » [sonetti]
. AU IUl.mo S, M. Ant.° Foscarini Questore dig.m0 di Verona.
« Gentiliss.mo Sir, che di beltade » [sonetto] Al? N,mo Sr Carlo Contarini potta di Verona.’ « Sacrario di bontade, Angel terreno » [sonetto]
. Alla Ill,ma S.a Paolina sua consorte.
« Vostro aspetto real a noi dimostra » [sonetto] In morte dell'IUma Sa Adriana Giustiniana e dell’ IM.MmO S. Pietro suo figliolo.
« Dell’Adriatico mar Divo splendore » [sonetto]
La BI — C. 38. Segue. | « Ite felici e lieti eletti spirti » [sonetto] C. 38. Alla Illma ga Aquila Boldu. « Se l'Aquila sembrassi, a cui sol lice » [sonetto] C. 39. In morte del figlio dell''Illmo S. C. Francesco Giusti. « Delle vostre primitie il cielo parte » [sonetto] » Segue. . « Tu pur salisti al cielo » [madrigale] C. 40. [Senza titolo]. __« Nobiliss.ma Selva, alta ‘frondosa » [sonetto] » [Senza titolo]. « S'allegrò il cielo al tuo natal felice » [sonetto] C. 41. [Senza titolo]. « Alma Real, che ’n così nobil velo » [sonetto] » =AZ'IMLMO S. C. Anto Serego « Dimi Adige superbo le tue sponde » [sonetto] C. 42. In morte dell’ Ill.mo S. Mario Oliboni. « O quanto t’ingannasti avida morte » [sonetto] » Segue. « Ecco che toglie pronta » [epigramma] C. 43. AI? N?P....S.... Muraro. « MUR RARO mu a gemme, ed or freggiato » sonetto] » Al M. Ilie et Ecc.mo S. Benedetto Pozzo. . « Non pozzo o fonte, anzi abondante fiume » [sonetto] C. 44. [Senza titolo]. « Povera e nuda va' filosofia » [sonetto] » Al P° Bernardino predicator Capuccino. « Tromba di quel S.r ch'è solo eterno » [sonetto] C. 45. [Senza titolo]. - « Horribil scena, è fatto oggi dì ’1 mondo » [sonetto] » A.S.TF. « Spesso trovai nel’ erba » [madrigale] C. 46. A. C.- | <« Un huom' empio già fu, che l’innocente » [sonetto] C. 47. Alla Ill;ma Sa Elena Griti e S.4 Caterina Donata sua © madre. . «-Jonata fece al mondo nobil dono » [sonetto]
der qa
PES UP C. 47. Alla medesima. « Leggiadra pargoletta » [madrigale] C. 48. Alla molto Ire Sa Giulia Negri. | « Se tu col nobil piede » [epigramma] » AQ’INLMO S. Giovanni Cavalli et IU ma Sa sua consorte. « Volgi Febo i tuoi rai » [epigramma] C. 49. Alla M. Nile Sa Giulia Negri. « Donna saggia, Real, d’impero degna » [sonetto] » AZ S” suo figliolo. « Vanne nuncio gentile » [madrigale] C. 50. Alla M. Illre S.a Leonora Verlata.
« Leonora il tuo sublime e chiaro nome » [sonetto] » AMC.
« Magnanimo S. al cui valore » [sonetto] C. 51. A? S. Adbale Marc’ Ant.°0 Cornaro.
« Se nobiltà di sangue, se ricchezza » [epigramma] C. 52. AZ? I2."e S. Vicenzo Steffaneschi.
« Vanne spirto gentil che ti dia il cielo » [sonetto] 74 [1403-1404]
Martello Pier Jacopo. — Il Femia sentenziato favola di Messer Stucco a Messer Cattabrighe. — Della ritirata . del Femia, pistola di Pierjacopo Martello.
Cart. del sec. XVIII, di 103. 62 pagine in due fascicoli legati insieme in pergamena, m. 0.23»0.17. Dono Giuliari.
| 75 [1674] Memorie per le Belle Arti. Luglio 1787. [Poesia].
Cart. dell’anno 1787, di 6 carte, m. 0.24»*0.18. Dono Giuliari. Vi si contengono due sonetti di Silvia Curtoni Guastaverza e alcuni epigrammi in lode di essa.
76 [1089] ® Mendini Giuseppe. — Poesie latine e italiane.
»
Cart. autografo del sec. XVIII, di 26 carte, m. 0.285*0.205, cu- cite in cartoncino.
no fÈ 77 [493]
Moneta Francesco. — La città di Cortona convertita del Padre Moneta, canti sei.
Cart. del sec. XVIII, di 84 carte, c. 20>14, delle quali le due ultime sono bianche. È legato in cartoncino; era della libreria del- l’ab. Venturi. Cfr. Moneti Frane. La Cortona convertita, con la ritrattazione ed altri bizzarri componimenti poetici del mede- simo autore. Amsterdam 1790.
78 [1679]
Monterossi Giuseppe. In morte del marchese Luigi
Pindemonte, visione.
Cart. dei primi anni del sec. XIX, di 4 carte, m. 0.24><0.17, co- perto da un cartoncino colorato. Dono Giuliari.
79 [1898] Monterossi Giuseppe. — Poesie. Volume secondo e terzo. Cart. dell'anno 1839 circa, in gran parte autografo. Due volu- metti legati in tutta pelle di pag. 132. 170, mm. 175-115. Dono del prof. Antonio Manganotti nepote dell'Autore, 11 genn. 1884. 80 [1120] Moro Maurizio. — Pomposi fregi di Verona con una cro-
nica delle cose notabili di quella. [in ottava rima].
Cart. dell’anno 1779, di 28 carte (le due prime sono bianche), m. 0.28><0.20, cucito in cartoncino. Provenienza libreria Gianfilippi. È copia autenticata della stampa (Verona 1611).
81 [4419] Navagero Andrea. — Andreae Navageri), egloga. Damon.
Cart. del sec. XVII, di 8 pagine, c. 15*10, di cui le tre ultime sono bianche.
e.
se i Comincia: « Vos mecum e vitreis Nymphae Naucelides antris ».
82 [1349]
Nogarola Luigi e Melehiori Giulio Antonio. — [Poesie di sacro argomento].
Cart. del sec. XVIII, di 24 carte, c. 19*14 legato in pelle. Dono Giuliari. 1
83 [1013-1014]
Nogarola Luigi. — Il salmo Miserere in Oda dell’ Il].m° Sig. Co. Luigi Nogarola. Pianto di Maria Vergine [dello stesso].
Cart. del sec. XVIII, di 20 carte, c. 19*<14. Si aggiungono due volgarizzamenti dello stesso salmo in ottava rima di Giulio An- tonio Melchiori, e cinque sonetti in lode di M. V.
84 [1011]
Nogarola Luigi. — Il salmo Miserere dell’ Ill. ° Sig. Co. Luigi Nogarola.
Cart. del sec. XVIII, di 8 carte, mm. 145*100; la prima e l’ul- tima bianche.
85 [1650] Orlandi Isidoro. —. Alla sepoltura di Virginia, veglia quarta.
Cart. dell’anno 1821, di 8 carte, m. 0.25»<0.18, coperto da una carta scura. Dono Giuliari.
Precede una lettera dedicatoria al marchese Ippolito Pinde- monte « 15 7bre 1821, Aselogna ». -
5} a 86 [1888] Orlandi Isidoro. — Satire.
Cart. autografo della prima metà del sec. XIX, di 12 carte, m. 0.15><0.10, coperto da un cartoncino. Dono dell'Avv. Alessandro Rossato.
87 [1889]
Orlandi Isidoro. — Il tocca -a chi tocca [terzine].
Cart. autografo dell’anno 1821, di 4 carte (2 sono bianche),
m. 0.15><0.12, coperto da un cartoncino. Dono dell'Avv. Aless. Ros- sato.
88 [1891]
Orlandi Isidoro. — Dei sogni, canti XIV.
Cart. autografo, degli anni 1809-1813, di 51 carte, m. 0.18><0.12, legato in cartone. Dono dell'Avv. Aless. Rossato. 89 [1892] 1 Orlandi Isidoro. — [Poesie].
Cart. autografo, dei primi anni del secolo XIX, di 27 carte, m. 0.20><0.15, legato in cartone. Dono dell’Avv. Aless. Rossato. | 90 [1893] Orlandi Isidoro. — Poesie del Ciabattino dell’ Adige. Cart. autografo dell'anno 1825, di 41 carte, m. 0.21><0.15, legato in cartoncino. Dono dell'Avv. Aless. Rossato. A [1894] Orlandi Isidoro. — [Poesie].
Cart. degli anni primi del sec. XIX, di 9 carte, m. 0.22*0.16, coperto da una semplice carta. Dono dell'Avv. Aless. Rossato.
den 5E —a 92 [1895] Orlandi Isidoro. — [Poesie].
Cart. autografo dei primi anni del secolo XIX, di 16 carte, m. 0.22-x0.17, coperto da una semplice carta. Dono dell'Avv. Aless. Rossato. 93 [2022] Orlandi Isidoro. — .Canzoni e sonetti.
Cart. autografo dell’anno 1820 circa, di 18 carte, m. 0.20><0.15, legato in cartoncino. Dono dell'Avv. Aless. Rossato.
Per questo e per gli altri ms. Orlandi consulta: una mia ras- segna dell’opera di R. Barbiera, Artigiani poeti, ricordi, in Rivista critica della letteratura italiana. Anno V, n. 1 gennaio 1888, pag. l.
94 [4018]
Orti Girolamo. — Poesie latine e italiane.
Cart. autografo del sec. XVIII, di 74 pag., c. 20*15, legato in cartoncino.
95 [1123]
Ovidio. — Traduzione delle prime Eroidi di Filippo Rosa- Morando. | |
Cart. autografo del sec. XVIII, di 31 carte, m. 0.29*0.20. Pro- venienza libreria Orti.
Vi sono le correzioni di Marcantonio padre di Filippo Rosa- Morando.
96 [1443]
Ovidio. — Le Epistole Eroiche di Pub. Ovidio Nasone nuovamente tradotte in versi volgari da Marcantonio Rosa-Morando Veronese.
Cart. dell’anno 1774, di 109 carte (17 sono bianche), m. 0.25*<0.18, legato in cartone. Dono Giuliari.
co È — 97 [766] Ovidio. — Lettere Eroidi di Publio Ovidio Nasone tra-
dotte in versi italiani dal Signor Filippo Rosa-Mo- rando gentiluomo veronese.
. Cart. del sec. XVIII, di 112 carte, c. 18>12, compreso il fron--
tispizio ed una in fine bianca. È legato in cartone. Appartenne alla libr. Orti.
Ippolito Pindemonte nell’ Elogio di Filippo Rosa-Morando lasciò scritto : « Inediti dormono alcuni lirici componimenti, ed una ver- sione non però compiuta dell’ Eroidi di Ovidio. Terminolla il pa- dre..... [Marc' Antonio] ».
98 [1994]
Ovidio. — Di P. Ovidio Nasone dell’Arte dell’ amare tra-
dotto dal S. N. N. Veronese. Libro P.®° {secondo e terzo). — Segue: De’ rimedii dell’amore, libro unico. [in verso sciolto].
Cart. del sec. XVIII, di pag. num. 116, legato in cartoncino, mm. 295*196. Fu acquistato il 26 dic. 1887 dall’antiquario Cervetto
Tedeschi; e proviene dagli eredi del generale co. Aless. Luigi Pom-
pei di Verona.
99 [149]
Pancioti Sebastiano. — De Scolaricidijs patauinis diei 16 februarij 1723. Grossiloquium heroico- macaroni- cum Domini Sebastiani Pantioti de Ginsolpa.
Cart. del sec. XVIII, di 4 carte, c. 24*18, è cucito in carta. Dopo il Grossiloquium stanno due sonetti del medesimo autore:
1) Nella partenza di Sua Eccellenza il Sig. Pietro Barbarigo Po- -
destà Vicecapitanio di Verona seguita nel fine dell’anno 1742; 2) Nella festa del glorioso Martire San Sebastiano, [1742].
ssi a 100 [1362]
Patuzzi Paolo. — Scielte rime piacevoli dell’ abbate d. Paulo Patuzzo veronese morto l’anno 1802 d’anni 92 di vita fu Arciprete di S. Benedetto.
Cart. dell'anno 1805, di 34 carte (tre sono bianche), m. 0.20»0.12, legato in cartone. Dono Giuliari.
In principio del volume sta un sonetto del medesimo Autore in un foglio volante.
101 [1656] ‘Patuzzi Paolo, = [Poesie varie].
Cart. autografo dell’anno 1790 circa, di 20 carte, m. 0.27>0.18, legato in cartoncino. Dono di Giuseppe Biadego.
102 [1604]
Patuzzi Paolo e Grossi [Luigi?] — Poesie bernesche. Verona 1800. La Rivoluzione di Francia dell’anno1789.
Cart. dell’anno 1800, di 10 carte (tre sono bianche), m. 0.23 0.18, legato in cartoncino. Dono Giuliari.
103 [884]
Pedrotti Anton-Maria. — Poesie italiane del padre Anton- Maria Pedrotti Gerolimino della Congr. del B. Pietro da Pisa, di Sacra Teologia lettor em. Acc. Rico- vrato, e socio della real Accademia di Scienze e Belle Lettere di Mantova.
Cart. autografo, del sec. XVIII, di 251 pagine di testo e 6 pel frontispizio e la prefazione, c. 28»20, legato in tutta pergamena, Provenienza libr. Orti.
=— Gi —— 404 [1320-1324]
Pellegrini Giuseppe Luigi. — In morte di Amaritte.
Cart. dell’anno 1796, di 62 pagine numerate e 30 non num. (di quest'ultime dieci sono bianche), m. 0.14*0.10, legato in cartoncino. Dono Giuliari.
Unite stanno le Stanze allusive all'eleganti rime in morte di Amaritte del chiarissimo sig. abate Giuseppe conte Pellegrini, Pietro Scotes poeta estemporaneo.
Cfr. l'edizione che tanto dei versi del Pellegrini quanto di quelli dello Scotes si fece a Verona, nella stamperia Giuliari 1796,
105 (1244]
Pellegrini Giuseppe Luigi. — I Cieli. Alla Sig.* Con- tessa Chiara Stella de’ Medici nata contessa da Per- sico sotto il nome anagrammatico di Dimice.
Cart. del sec. XVIII, di pag. 36, c. 24x17; è legato in cartoncino. Apparteneva a Bartolomeo Sorio.
106 [1597]
Pellegrini Giuseppe Luigi. — Poemetto. La Rivoluzione di Francia dell'A. Luigi Pellegrini. Cosmopoli 1789.
Cart. della fine del secolo XVIII, di 8 carte (4 sono bianche), m. 0.20>°0.12. Dono Giuliari.
Sul verso della prima carta sta scritto: Ode dell'adbbate Giu- seppe Pellegrini veronese morto l’anno 1799.
407 [1598]
Pellegrini Giuseppe Luigi. — [Versi in morte di Ama- ritte].
Cart. della fine del secolo XVIII, di 18 carte ana è bianca), m. 0.19-0.13. Dono Giuliari.
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Cfr. Pellegrini @. L. Orazione al popolo veronese. Edizione seconda accresciuta dell’'elogio dell'Autore scritto dall'ab. Eri- prando conte Giuliari. Verona, Giuliari, 1800. In fine si leggono i versi in morte di Amaritte.
108 [1823]
Perez Paolo. — Al zio Bennassù Montanari Paolo Perez. — A mia Madre. Il Capo d'anno [due epistole].
Cart. autografo della prima metà del secolo XIX, di 4 carte, m. 0.27>0.21. Dono Giuliari. Vedi l'opuscolo: Due epistole di Paolo Perez. Verona 1880.
109 [1757]
Per gli egregi consorti la contessa Lavinia di Serego e il conte Carlo Pompei ammalati nella lor villa d’Illasi l'uno di reuma in un braccio, l'altro di podagra, inno.
Cart. del sec. XVIII, di 4 carte, m. 0.31>°0.21. Dono Giuliari. Com.: « Se di palustre e stridulo Augel già misi il canto »
4410 [1613]
Per il Magnifico ingresso all’ insigne Archipresbiterale Duomo della Gittà di Cologna del reverendissimo Signor Don Rocco Bonnazzoli. Corona di sonetti al- lusivi. .
Cart. del sec. XVIII, di 10 carte, m. 0.20><0.14, coperto da una carta colorata. Dono Giuliari.
444 [1329]
Per lo inumano proditorio assassinamento dell’ Egregio e Nobile Giovane Conte Gerolamo Cipolla seguito la notte de’ 7 maggio 1763 nella Città di Verona.
Cart. del sec. XVIII, di 8 carte in principio non numerate, 196
— 603 —
numerate e 20 pagine in fine non numerate, m. 0,143=0.102, dit in cartone. Dono Giuliari.
Le prime 8 pagine contengono la narrazione del fatto; seguono i sonetti; e le ultime 20 pagine contengono Copia del bando e sen- tenza %Udell’eccelso Conseglio di Dieci contro Placido Furtletto o sia Ferletto nativo della Città di Verona figlio di Pacifico, e l' Indice delli Sonetti fatti in morte del conte Cipolla ucciso dal co. Gia. ‘Battista Nogarola.
412 [1318]
.Per lo inumano assassinamento seguito in Verona la notte dei 7 maggio 1763 dell’egregio e nobil giovine Co. Gi- rolamo Cipolla [poesie].
Cart. del sec. XVIII, di 110 carte, m. 0.128>0.86, legato in car- toncino. Dono Giuliari.
Le prime quattro carte contengono il Bando o sentenza del- eccelso Consiglio di Dieci contro Placido Furletto o sia Ferletto nativo della città di Verona figlio di Pacifico, del di 23 set= tembre 1763.
143 [374]
Petrarca Francesco. — Libellus de Triumphis D. Fran- cisci Petrarce clarissimi et doctissimi viri.
Cart. imperfetto del sec. XV, di 33 carte, c. 18*12, in carattere corsivo. Le iniziali sono colorate. Furono strappate molte carte; e a questa mancanza il marchese Paolino Gianfilippi possessore del ce- dice credette supplire col trascrivere dalla stampa le pagine che fu- rono levate. L’ab. Paolo Zanotti nel verso della prima carta lasciò scritto: « Codice imperfetto dei Trionfi di M. Francesco Petrarca pregevole perchè in esso si leggono essi trionfi quali erano prima che ricevessero dall’Autore l'ultima mano ». In termini meno assoluti lo stesso Zanotti ripete la medesima idea nella descrizione che di questo codice fa nel Catalogo mss. Gianfilippi da lui compilato. Ecco le
— (4 —
precise parole, che, per l'autorità del nome, giova riferire: « Trionfi del Petrarca con la Canzone della Madonna. Codice cartaceo in 8° con iniziali colorate, delle quali qua e là ne mancano diciannove. Mostra d'essere stato scritto nel secolo XV. È assai pregevole per ‘ la varietà che vi si vede in molti versi, con varietà anche di rime, e di qualche terzetto. Il che ci fa credere che questo codice con- tenga i trionfi quali uscirono, prima che ricevessero dall'autore l'ultima mano ». Il Marsand, per la sua edizione del Petrarca (Pa- dova, tip. del Seminario 1820) si giovò anche di questo Codice; e nella prefazione lo dice preziosissimo e con caratteri che mostrano essere dell'età del Petrarca; cosa che non sembrò al Zanotti e non sembra neppure a me. Legatura in mezza pergamena; prima del Gianfilippi lo ebbe la libreria Saibante (onde il n. 420 in rosso segnato da Scipione Maffei sul recto della prima carta).
444 [1170]
Petrueci Pier Matteo. — Poesie spirituali di Pier Matteo Petrucci prete dell’ Oratorio di Jesi.
Cart. di 230 pag., c. 18-13, di cui una è pel frontispizio. Se- colo XVIII. Legatura in pelle. Appartenne ai Filippini.
115 [1348]
Pilonni Giusto. — Poemi Volgari et Latini di M. Giusto Pilonni gentil’ huomo Veronese.
Cart. autografo della seconda metà del sgcolo XVI, in due vo- lumi, il primo di 1080 pagine numerate, il secondo di 200 carte numerate, legati in cartone. Dono Giuliari. Al Giuliari l'avea donato nel 1860 il conte Pietro degli Emilj.
Vol. Primo. P. 1-5. Al M. IlLre S.r il S.r Co. Marco de Verità [dedica]. « Di Verona a dì 2 di maggio MDXCViijj » 6. « Mentre Vergine saggia accorta et bella » [sonetto] 7. « Arbor gentil delle cui belle fronde » [sonetto] » 8. « Euro veloce in mezo un bel pratello » [sonetto]
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. « Con ardente Hymeneo face odorata » [sonetto] . « Non si dirà mai alla famosa Lenno » [sonetto] . « Stava per meraviglia a legger fiso » [sonetto]
« Lieti, fioriti, amorosetti colli » [sonetto] « Come lega quest’ Elce annosa intorno » [sonetto]
+ « Ove nasce l'Eufrate, u’ muor }’ Hibero » [madrigale]
» « Cocco gentile, ch'il gentile albergo » [sonetto]
. « Passa il pensier che rio, Monte, ne’ campi » [sonetto] . « Ecco il principio del mio antico nome » [sonetto]
« Morte crudele che battendo l’ali » [sonetto]
. « Saggio Signor la cui bontà infinita » [sonetto] 20. . « Pensier canuti sotto nere chiome » [sonetto]
« Tu che sprezzando le mondane pompe » [sonetto]
« Dal bel cognome tuo ch’adorna e fregia » [sonetto] « Theophila gentil ch'ad amar Dio » [sonetto]
« Nè Hippocrate, nè il figlio di Latona » [sonetto]
« Parca crudel credevi a mezo il corso » [sonetto]
« Pan di Fauni e Pastori antico padre » [sonetto]
« Credo che ’1 Ciel pietoso a i dolor miei » [sonetto]
< Se da lunge scaldar tanto le menti » [sonetto]
« Quant'è maggior lA vostra alma bellezza » [sonetto]
. [Lettera: senza indirizzo] + « Il dir male non è biasmevol cosa » [sonetto] . « Signor piangete il generoso figlio » [sonetto]
« Parca crudel ch’il filo in sì begli anni » [sonetto] « Vento rapace che la illustre pianta » [sonetto] « Mentre a far d'ogni Duce e Cavalliero » [sonetto]
. « Tu ch’in stàl sì leggiadro, altero e grave » [sonetto] 37-39. « Potrò vergar d'inchiostro io queste carte » [terzine] 40. 41. 42. 43. 44, 45. 46. 47.
« Questi che regge l’honorata Terra » [sonetto]
« Da sovverchio contento Adige l’onde » [sonetto]
« O Sonno, e requie e tregua degli affanni » [sonetto]
« Sotto infelice et arido pianeta » [sonetto]
« Alle fresch’ ombre della legge antica » [sonetto]
« Tu se d’avi famosi, d’ostri e d'ori » [sonetto]
« Ove eran, Febo, le tue faci ardenti » [sonetto]
« Nel Mar d’Adria non formano tant’ onde » [sonetto] 5
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. 48. « Ahi letitia fugace, ahi sonno lieve » [sonetto]
49. « Segue omnis homo il florido Petrarca » [sonetto]
50. « Salve Pitate che con magna indagine » [sonetto]
51. « Non mi doglio Madonna anzi mi glorio » [terzine]
» «La fortuna crudele e invidiosa » [ottava]
52. « Alma Città che sovra ameni colli » [sonetto]
59-04. « Madonna, il mio martire » [ode]
55. @ Per isfocar Giunone il fiero sdegno » [sonetto]
55-07. [Lettera di Giusto Pilonni « Di casa il 19 gennaro 1573 »; senza, indirizzo]
57. « Vago Augellin che col soave canto » [sonetto]
58. « Le magne essequie, i magni eccelsi honori » [sonetto]
59. « O degno di cui Smirna, Athene, Arpino » [sonetto]
60. « Quel che l’Amor un laccio al col dipinse » [sonetto]
61. « Pace havrà "l Re del Mar co "l Re de’ Venti » [sonetto]
62. « Tacean i Venti, sol Zephiro e Flora » [sonetto] °
63. « Piovon dagl’occhi miei lagrime amare » [sonetto]
64. « Senza il mio Sole in tenebre e martiri» [sonetto]
65. « Ginebro, Adige, Colle, almo, amplo, ameno » [sonetto]
66. « Chioma, Man, Bocca, Or fin, Avorio, Rose » [sonetto]
67. « Grida il Mincio alle Porte di Nettuno » [sonetto]
68. « Alla fresch’'aura che rimena i fiori » [ottave]
69. « Gentil Felsina ch’ alzi oltre ogni Terra » [ottave]
70. « La Città che col vero il falso scuote » [sonetto]
71. « Perchè ci havete con frequenza ornati » [sonetto]
72. « Le chiome di fin oro e il crespo laccio » [sonetto]
73. « Pianta gentile il cui vezzoso manto » [sonetto]
74. « Verde Arboscel che sì leggiadre pompe » [sonetto]
75. « Tu che di Brenno il piano altier contempli » [sonetto]
76-86. Bollettini di Sorte per Monache al S. Martino. Sono 68 terzine. La prima comincia: « All'altezza dei Monti ti conduce »
87. « Mentre pensa i Colleghi honorar troppo » [sonetto]
88-89. « Se con bel stil potessi hor all’inchiostro » [terzine]
90. « Marogna altier, gentil, saggio, cortese » [sonetto]
90-91. [Lettera di Giulio Pilonni « di Nogara il di 14 maggio 1588 »; senza indirizzo],
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— (7 —
. 91. « Nella mente qual’ hor i gravi modi » [sonetto]
92. « Se ’1 gran Pietro già a Bembi gloria crebbe » [sonetto] 93. « Poscia ch'io veggio meco ignoto inchiostro » [sonetto] 94. « Benché potessi et in ottava rima » [sonetto]
95. « Che puote di beltà teco colei » [ottava]
» «Se per lodar osassi scior la mano » [sonetto]
96. « Camillo che Verona a i prischi honori » [sonetto] 97-99. « Chi ben tratta il corpicello » [frottola]
100. « Forse Clotho credesti a mezo il corso » [sonetto]
101. « Entro i bei rami di leggiadra Noce » [sonetto]
- 102, « Chi ricerca soave leggiadria » [sonetto]
103-110. « Se a me difender tocca quel che hieri » [ottave]
110. « Al magno Carlo, ad Alessandro il grande » [sonetto]
111. « Per fuggir un splendor ch’ ogn' altro spense » [sonetto]
112. « Arse Egeria, Damone et in furore » [ottave]
113-132. « Io canterò le feste, gl’ ornamenti » [ottave]
133. « Se il nostro Pin si vede lieto farsi » [sonetto]
134. « Fin che lo Spirto reggerà quest’ Ossa » [ottave]
135. « Mentre con alti et ben purgati inchiostri » [sonetto]
136-148. « M’'accenna Amor co'’i duo più acuti strali » [ottave]
148-153. « Doppo Ruggier che le leggiadre rime » [terzine]
153. [Lettere di Giusto Pilonni « Verona li 3 genaro 1591 »; senza indirizzo]
154. « Scordato il vostro nome, Conte, havea » [sonetto]
155. « Puote esser che scrivendo a tutto il mondo » [sonetto]
156. « Nè tante luci ha lo stellato albergo » [sonetto]
157. « O felice tre volte Miniscalcho » [sonetto]
158. « Se i suoi decreti ha il Cielo intesi et saldi > {sonetto]
159. « Della rara Bellina il fine estremo » [sonetto]
160. « Monticel vago oltre ogni illustre Colle » [sonetto]
161-162. « Sappi ch' una Città "1 Peloponesso » [ottave]
163. « Sgombri Himeneo tutto giocondo in vista » [sonetto]
164. « Pianta gentil che il grande Olimpo honori » [ottave]
165. « Scese Himeneo dal Ciel dolce girando » [strofe]
166-171, « Ecco ch’il Santo Spirto ci ha dimostro » [ottave]
172. « Crescermi sento in petto più 'l1 disio » [sonetto]
173. « Stiensi lontan le immonde avide harpie » [sonetto]
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. 174. « Quando all’eterno Padre i nostri lidi » [sonetto]
175. « Quando fia mai mi scordi il mio Leone » [sonetto] 176. « Sc Icaro l’ali mi prestasse isnello » [sonetto] 177-181. « Messer Angel rinchiuso in un boschetto » [terzine] 182. « Dal terzo Cielo Amor l’aria percote » [sonetto]
183. « Chi in voi si specchia sacro, Sacramoso » [sonetto] 184. € Frettoloso vi veggio, Cugin mio » [sonetto]
185. « Se sodisfar potessi con bel stile » [sonetto]
186. « Se al gran Peneo mi ritrovassi accanto » [sonetto] 187. « Non so di Semele ivi al fanciulletto » [sonetto] 188-189. « Giva scherzando con l’aurate penne » [ottave] 190. « Se andassi in Coo giamai, e ’1 già pittore » [sonetto] 191. « Spero vefder in breve le camene » [sonetto]
192. « Così m’incresce il dimorar un giorno » [sonetto] 193. « Fuggito è Luglio e Agosto e i primi giorni » [sonetto] 194. « L’acque prima diventin sode quando » [sonetto]
195. « Sio vi cercassi intorno al Sasso u ’l rio » [sonetto] 196. « Per ornar questa nostra regione » [sonetto]
197. « Turco, al cui nome ogni città s'inchina » [sonetto] 198. « Queste d'Adige vago voci chiare » [sonetto]
199. « Torto fate all'antico mio costume » [sonetto]
200. « Andrei dove Sebetho intorno all’onde » [sonetto] 201. « Cangiate stil, mie Muse; e "1 dotto vico » [sonetto] 202. « Qual cetra Aganippea, qual molle lira » [sonetto] 203. « Non ti sia grave abbandonar il Cielo » [sonetto] 204. « Al lagrimar del successor di Piero » [sonetto]
205. « Rustica Flora se lo scettro antico » [sonetto]
206. « Donna (lasso) tall’ hor vo cercand’ io » [sonetto]
207. « Vi cade forse in core ch’in oblio » [sonetto]
208. « I’ vo cercando pur occasione » [sonetto]
209. « Se ’1 Silentio tra alcun fosse argomento » [sonetto] 210. « Mi pare un lustro scorso in un momento » [sonetto] 211. « Vergognando tal’ hor che serbi anchora » [sonetto] 212. « Gentil, benigno, grato mio Signore » [sonetto]
213. « Quella rara Virtù, quella Grandezza » [sonetto]
214. « Chi una sincera et incorrotta fede » [sonetto].
215. « Vi appresento il mio core » [madrigale]
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.216. « Il gran splendor che dal famoso Tempio » [sonetto]
217. « S' alcun contempla le tue dotte Carte » [sonetto]
218-220. « Potro vergar d'inchiostro io queste carte » [terzine]
221. « Se havessero bisogno del mio stile » [sonetto]
222. « Zephiro torni homai nel regno, e il Vento » [sonetto]
223. « Nel rumor che la Terra e ’l1 Ciel percote » [sonetto]
224. « Se puote Orpheo gl’ allor dalle radici » [sonetto]
225. « Qual nel Mar’ Indo trasparente conca » [sonetto]
226. « Phebo apparecchia ornarvi della fronda » [sonetto]
227. « Quand’ il mio Calderari mai di mente » [sonetto]
228. « Così potessi io ben chiuderlo in rime » [sonetto]
229. « Se donato mi havesse un gelsomino » [sonetto]
230. « Vi veggio intento a sì sublimi imprese » [sonetto]
231. « Quando vi vidi Patre, sallo Iddio » [sonetto]
232. « Mille volte per dirvi quanto vi amo » [sonetto]
233. « Poi che al partir sì presto havete il piede » [sonetto]
234. « È ver che scrissi hier nell'ascendente » [sonetto]
235. « Di cortesia già mi vincete assai » [sonetto]
236. « Il Sol sen porta così ratto l’hore » [sonetto]
237. « Duolsi Sathan che venga in un sol giorno » [sonetto]
238. « Due sorelle Creanza e Cortesia » [sonetto]
239. « Vago Fior che le pallide Viole » [sonetto]
240. « Gran Medico ch'i ciechi egri mortali » [sonetto]
241. « Non pianser, caminar mai occhi o piedi » [sonetto]
242-244. « S'io resto di servirvi mai, Amore « {cahzone]
245. « Concessevi Signor il Ciel giocondo » [ode]
246. « Passato è San Martino; et pur voi Numi » [sonetto]
247. « Chi vuol veder quanto Natura e ’1 Cielo » [sonetto]
248. « Motor del Cielo, poi ch'in quest’ Hemispero » [sonetto]
249. « Sì come porge Phebo a sua Sorella » [sonetto]
250. « Ripensando al bel volto che di terso » [madrigale]
251. « Chi volesse lodarvi quanto i merti » [ballata] |
252. « Non posso far ch'io non dimostri al mondo » [sonetto]
253-256. « Gelate et bianche Nevi » [canzone]
256. « Fu grato a Citherea quando che Palla » [sonetto]
257. « [Lettera di Giusto Pilonni Vicario di Valpantena « Di Mer- i zana il dì 24 di agosto 1591 »; senza indirizzo]
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259. « Huom di Villa, Buffon, frasca fotua » [sonetto]
260. « Ecco Venere bella un de’ tuoi Cigni » [ballata]
261. « Non fian per Lethe mai da me sbandite » [sonetto]
262. « Quando nasceste voi, nacque l’honore » [sonetto]
263. « Perchè, Signor, i Carpigini lidi » [sonetto].
264. « Potrete sofferir Madonna ch'ivi » [sonetto]
265. « Maledetto sia ’1 di ch'io vidi Amore » [sonetto]
266. « Mantova lieta ben ti vidi un giorno » [sonetto]
267. « Andrei dove Sebetho intorno all’onde » [sonetto]
268. « Son sempre lieto et vivo ogn' hor in pena » [sonetto]
269. « Non ti sdegnar gran lume a Delo e a Cinto » [sonetto]
270. « Non sarei stato mai cotanto lento » [sonetto]
271. « Per arricchir del Ciel la più serena » [sonetto]
272. « Se volessi lodar il bel crin d’oro » [sonetto]
273. « Alle vent’una hieri (appunto all’ hora) » [sonetto]
274-277. « Quando di scriver, Phebo, presi ardire » [sestine]
277. « Duolmi che il Ciel, o un più benigno Fato » [sonetto]
278. « Da i molti merti vostri, et dal desio » [sonetto]
279. « Non vidi anchor un altro sì riferto » [sonetto]
280. « Chi desia di veder un nuovo honore » [sonetto]
281. « Dubito chel desio che vi raccende » [canzone]
282. « Poi che ad Apollo io veggio del Cor cassi » [sonetto]
283. « Se ’n sta stupido il Ciel et ferma i passi » [sonetto]
285. « Mentre Madonna le mie rime incolte » [sonetto]
286. « Dunque Madonna dimostrai oblio » [sonetto]
287. « Annoverar potrai del Mar Tirrheno » [sonetto]
288. « Dimmi Verona perchè al. tuo Borghetti » [sonetto]
289-290. « Lasso ben che mi avveggia più ogni giorno » [sestine]
291. « Che tardi Amor se una vendetta brami » [sonetto]
292. « Adige se potrai l’aureo Maphei » [sonetto]
293. « Homai Madonna è la mia penna stanca » [sonetto]
294-295. « Musa se dal Brenzon pigliasti essempio » [sestine]
296. « Co "1 pensier che volando al Ciel si leva » [sonetto]
297. « Palla di forbite armi alla radice » [sonetto]
298. « Signor ch’in vaghe piagge et dolci colli » [sonetto]
299. [Lettera di Giusto Pilonni « Di Verona il secondo di luglio 1596 »; senza indirizzo]. |
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P. 300. « Oh sii lodata l’herba Celidonia » [sonetto]
301. « Donna, se al Mar della beltà ch’ il Cielo » [madrigale] 302. « Lieti et felici a me i celesti segni » [ode]
303. « Che dite, avete a mal la mia arroganza » [sonetto] 304. « Sì cortese vi veggio, sì gentile » [madrigale]
305. « Quanto sete dal ver, Signor, lontano » [sonetto]
306. « Ditemi Muse chi vi è gran’ splendore? » [madrigale] 307. « Vinegia quando hai. teco il tuo Alessandro » [sonetto] 308. « Quando tal'hor rimiro a parte a parte » [sonetto] 309. « Mentre ch' udiva hieri l’ harmonia >» [terzine]
310. « Alto Motor ch’in ogni parte il mondo » [sonetto] 311. « Tutto il bel che Verona in se rinchiude » [sonetto]
. « Dite Signora, priego, qual rigore » [sonetto]
313. « Sì cortese vi veggio Angelo mio » [sonetto]
314. « Vengan le Palme et gli onorati allori » [sonetto]
315. « Di Titan la vivace figlia presta » [sonetto]
316. « Fu grato Patre a Dio quando sul monte » [sonetto]
317. « L’auree sentenze, il ragionar soave » [sonetto]
318. « Poi che Signor d’un miser peccatore » [sonetto]
319. « Mentre Giesu ti veggio ignudo in croce » [madrigale]
320. « Vi giur che ’l petto da più industre chiave » [sonetto]
321-344. « L’infinita bellezza unita insieme » [ottave]
345-356. [Lettera di Emilia Manfredda « Di Ferrara li 26 di Maggio 1552 » sopra un enimma cioè una foglia di He- dera, una Ranetta et parte d'un Polmone].
357. « Poi che Morte secò quella Campagna » [sonetto]
358. « Mille fiate vidi il terso fonte » [sonetto]
359. « Mille volte sospinto dall’intera » [sonetto]
360. « Sulle fiorite sponde del gran fiume » [sonetto]
361. « Finiscon hor due lustri ch’alle cime » [sonetto]
362. « Tu ch’ alle nebbie della nostr' Ftate » [sonetto]
363. « Apollo il plettro molle » [madrigale]
364. « Quando alli orecchi sento il mesto suono » [sonetto]
365. « Qui giace quell’altier Augel di Giove » [sonetto]
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. « Hettore lo cui stile alto e divino » [sonetto] . « Quando Vinegia il Ciel largo et cortese » [sonetto] . « Coppia gentile ch’ ad un giogo interno » [sonetto]
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P. 369. « Forse, Madonna, sciocco, altier, restio » [sonetto]
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370. « Signor vi veggio sì cortese ch'io » [sonetto]
371. « Finse Chloride amar Batto pastore » [sonetto]
372.,« Lasso qual pesce che nel suo natio » [sonetto]
373. « Dotta Amarantha a sì gran nome sorga >» [sonetto]
374. « Tacciasi or Phebo et le sorelle dive » [sonetto]
375. « Alla dorata Cetra d’ Amphione » [sonetto]
376. « Il giorno della bella Citherea » [sonetto]
377. « Poi che sì ricco oggetto al mondo solo » [sonetto]
378. « Se mille sono le cagion ch’appresso » [sonetto]
379. « Come lega quest’'Elce annosa intorno » [sonetto]
380. « Havete dunque l’ali sì pennute » [sonetto]
381. « Chiome d'or fin, d'avorio et bianca neve » [sonetto]
382. « Chi vi insegnò di gratia alter Scandona » [sonetto]
383. « Dolce Guerriera mia quando ingannarmi » [sonetto]
384. « Nè soavi viole appresso un fonte » [sonetto]
385. « È dunque ver ohimè ch’eterno occaso » [sonetto]
386. « Ditemi, Pace, che si fa in Parnaso » [sonetto]
387. « Non è Madonna in questa oscura Etate » [sonetto]
388. « Se stil m’ havesser dato i Cieli eguale » [sonetto]
389. « Lascia omai, Musa, il conturbato fonte » [sonetto]
390. « Parthenope non è, Leucasia o Lige » [sonetto]
391. « Quant’ è più dura la salita e alpestra » [sonetto]
392-399. [Quattro lettere di Giusto Pilonni per la Ma Città di Verona Vicario di Carpi in data 2 aprile, 24 aprile, primo di maggio 1597 o 17 febb. 1597 (1598); senza indirizzo].
400. « All’apparir di voi donna celeste » [sonetto]
401. « Finalmente vi lodo saggia zia » [sonetto]
402. « Ecco che per servirvi un'altra volta » [sonetto]
403. « Ove nasce l'Eufrate, u’' muor l’Ibero » [sonetto]
404. « Da chi Signor queste ali haveste et dove » [sonetto]
405. « Con questa Cetra mal canora quale » [sonetto]
406. « Se ’l Ciel fusse propizio a’ desir miei » [sonetto]
407. « Alla già Cacciatrice di Latona » [sonetto]
408. « Così sempre et Apollo e ’l1 cieco Amore » [sonetto]
409. « Dio sa quanto m’inerebbe quale augello » [sonetto]
410. « O nobil stirpe dei più degni Heroi » [sonetto]
—739- "ia Ir > e si ° [0° y d. 411. « Corri fiumé veloce ch'i piè bagni » [sonetto] 2 è 4 td 412. « Nè veder giunto più d’un rozzo ingegno » [sonetto] ni ‘<a 413. « Chi fia mirando l'honorate carte » [sonetto] x A * 414. « Fu grato il don che fece a Mardocheo » [sonetto] ha lo, «È
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415. « Dal ricco Gange alla remota Thile » [sonetto]
416. « Stiensi pur pieni di vergogna lomai » [sonetto]
417. « La gran Madre de’ Dei, che vede ulzarsi » [sonetto]
418. « Se il nostro Pin si vede lieto farsi » [sonetto]
419. « Sopra il gran Pin che nei felici campi » [sonetto]
420. « Isotta s' al valor ch’in voi riluce » [sonetto]
421. « Qual Padron nel cui tetto sti) sepolto » [sonetto]
422. « Chi desìa di veder attillatura >» [sonetto]
423. « Non per fregiarne solo il sangue chiaro » [sonetto]
424. « Tengasi pur nell’Alghe l'Oceano » [sonetto]
425. « Quasi ricco Carbonchio o fiammeggiante » [sonetto]
426. « Nè ramo d’odorati Pomi carco » [sonetto]
427. « Matrona honor del numer Vedovile » [sonetto]
428. « Come nel grembo d'Hibla et del .fiorito » [sonetto]
429. « Possa morir, se quanto di beltate » [sonetto]
430. « Alto intelletto posto in questa parte » [sonetto]
431. « Grata fu sopra modo a Raguele » [sonetto] ‘
432. « Piacque già all’Inventor il bel disegno » [sonetto]
433-448. [Lettere quattro di Giusto Pilonni per la M.n Città Vi- carto di Carpi in data 6 aprile, 1597, 17 febb. 1597 (1598), 15 aprile 1597, ultimo di maggio 1585; lettera di Lodovico Porti « di Verona 9 agosto 1385 »].
449. « Giunone ricca et Venere lasciva » [sonetto]
450. « Euro veloce in mezzo un bel pratello » [sonetto]
451-491. « A che più vita, a vivere in tormento » [ottave]
492. « La Virtù che si chiara in voi riluce » [sonetto]
493. « Quando arricchirci il Re del Ciel dispose » [sonetto]
494. « Come concesse il Ciel largo et cortese » [sonetto]
295. « Atalanta, Cydippe, Hyppodamia » [sonetto]
496. « Se si vantano il Tago, Hermo, Pattolo » [sonetto]
497-512. [Lettere di Giusto Pilonni del 1585 e 1594, da Carpi; senza indirizzo]
513. « Non schiantò, non ferì fulmine o lancia » [sonetto]
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. 514, « Come apparendo il gran Signor di Delo » [sonetto]
515. « Quale il vasto Ocean ch’il seno immenso » [sonetto] 516. « Qual debile nocchier ch’in mezzo il mare » [sonetto] 517. « Il chiaro grido che di voi risuona » [sonetto]
518. « Se nota è in mille ben vergate carte » [sonetto] 519. « Parrhasio, Zeusi, Apelle, Apollodoro » [sonetto]
020. « Fu lieta Delo all’hor che ’l Pithio Dio » [sonetto] 21. « Che fate, sete morto, o pur fingete? » [sonetto]
22. « Benedetto sia il giorno tuo Signore » [sonetto]
523. « Potriasi ben da Libia al gran paese » [sonetto]
524. « Adoperò l'estremo di sua possa » [sonetto]
525. « Non sapete ch' a tutti il sommo Iddio » [sonetto] 526. « Se alle beltà della Sidonia Dea » [sonetto]
527. « Perla trovata nelle Indiane arene » [sonetto]
528. « Angela del mio ben fida custode » [sonetto]
529, « Quantunque non mi cinga del suo Lauro » [sonetto] 530. « Tra quante donne son, Signora, al mondo » [sonetto] 531. « Sio vi torno mai più per fin ch’io vivo » [sonetto] 532. « Crespe chiome d'or fin nodate ad arte » [sonetto] 533. « S'io potessi veder quelle ruine » [sonetto] | 5394. « Gli Amaranthi, gl’Adonij, la Verbena » [sonetto] 535. « Quella invitta, immortal Penthesilea » [sonetto]
536. « Coppia gentil ch' a nodo sì felice » [sonetto] 537-538. « Madonna il mio martire » [ode]
539. « Madonna quel ch’al Bembo si convenne » [sonetto] 540. « Quanto ch'in Arithmetica si aspetti » [sonetto] 541-542. « Pena mia dolce, dolce mio tormento » [ottave] 543. « Poc'alto è il nostro stile et poco terso » [sonetto] 544, « Quanto mi diè Natura di valore » [sonetto]
545. « Se del fero Orion l’iniqua forza » [sonetto]
546. « A questa ch’oggi nasce unica Pietra » [sonetto]
547. « Potriasi ben dovunque il gran pianeta » [sonetto] 548-551. « Poscia ch’ allo spietato mio destino » [terzine] 552. « Sovra il Rio d’Hippocrene giù nel basso » [sonetto] 553. « Benche tal’ hor qualche versetto in rima » [sonetto ] 554. « Chiara luce ch'illustra questo mondo » [sonetto] 555-558. « Non posso più tardar, homai conviene » [terzine]
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P. 559. « S'in ragionar di voi per fin ch'io vivo » [sonetto] » 560. « Verrò come promisi hoggi a vedere » [sonetto] i » 561-576. [Lettere di Giusto Pilonni degli anni 1572, 1580, 1585 Pe DAT‘
e 1589 da Verona; ed una di Federigo Badoero del 1572]. i 576. « Cavallieri è ben giusto ch’ i pistori » [sonetto], 577. « Gli ostri non sol e i tersi e lucidi Ori » [sonetto] 578. « Sparse havea frondi et fior candidi e lieti » [sonetto] 579. « Bassi, non si ritrova quivi in terra » [sestine] 580-586. [Epigrammi] 586. « Saggio Signor vi veggio a sì profondi » [sonetto] 587. « Facciasi festa, Pace, Pace, Pace » [sonetto] 588. « Quel benigno Signor ch’ il Cielo, il foco » [sonetto] 589. « Sì alteramente al Ciel spiegate i vanni » [sonetto] 590-600. « Il dissi et hor con giuramento anchora » [ottave] 601. « Chi è questi, i cui celesti almi vestigi » [sonetto] 602. « Fiorio, il favor mi feste l’altro giorno » [sonetto] 603. « Potrei ben io con questo basso inchiostro » [sonetto] 604-605. « Insolito favor mi fece il cielo » [sestine] 606. « Ditemi, che vi par di queste rive » [sonetto] 607. « Mille donne ogni giorno et mille io veggio » [sonetto] 608. « Se poteste vedermi in mezzo il core » [sonetto] 609. « Di Favonio al ritorno l’aurea Flora » [sonetto] 610-612. « Almo Apollo, cui nota » [ode] 613. « Nè l'illustre Poeta ch’ al Delphino » [sonetto] 614-617. « Poi che co "1 ferro Lachesi crudele » [canzone] 618. « Morte crudel, qual stran furor ti prese » [sonetto] 619. « S'avvien tal’ hor che cruda Pastorella » [sonetto] 620. « Dolce Signora, quanti per mio amore » [sonetto] 621. « Obligo grande il giusto Mardocheo » [sonetto] 622. « Poter col suon dell’amorose note » [sonetto] 623. « Sian così intenti l’honorate a gara » [sonetto] 624. « Nella più verde età, nella matura » [sonetto] 625-646. [Novella] 647-648. « Valli, piagge, ruscei, fontane, monti » [sestine] 649. « Ahi lasso (per quel ch’odo) è pur caduto » [sonetto] 650. « Mortali, udite ciò che non avvenne » [sonetto] 651. « Giovani vaghi homai le luci deste » [sonetto]
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654, . « Phebo, se non ritorni a i più potenti » [sonetto]
. « Phebo sleale, Phebo al mondo ingrato » [sonetto]
. « Desiando il fanciul ch’ al Re d’i Dei » [sonetto]
. « Se per pensar, pensassi il mio pensiero » [sonetto]
. « Nè per Venere Papho, ne ’1 Cumano » [sonetto]
. « Qual nave in mezzo l’horride sals’ onde » [sonetto]
. « Io credo che quest’Aquila gentile » [sonetto]
. « Vale fior di favor et gentilezza » [sonetto]
. « Donne cui scalda Amor tal’ hor il petto » [sonetto]
. « Hor che "l furioso Marte tutto ’1 mondo » [sonetto]
. «€ Bolder, se ’l nome grande al Ciel se ’n vole » [sonetto] . « Tebro, del gran Nettun primiera cura » [sonetto]
667.
« Morte credevi forse a mezzo il corso » [sonetto] « Giace Aquelina qui, che col bel nome » [sonetto] « Ben veggio mò che la ferrigna etade » [sonetto]
« Lollio gentil, lo stile ornato et chiaro » [sonetto]
668-671. « Chiese già il primogenito figliolo » [ottave]
672. 673. 674. 675. 676. 677. 678. 679. 680. 681. 682.
683 684
« S'io potessi scusarmi ch’ in pensiero » [sonetto]
« Sotto infelice et arido pianeta » [sonetto]
« Se Apollo il suo favor non mi comparte » [sonetto] « La bellezza di voi di ch'io ragiono » [sonetto]
« Il mio che sempre fu sipcero affetto » [sonetto]
« Spegni la meraviglia che ti preme » [sonetto]
« L’aura rimena vaga Primavera » [sonetto]
« Donna crudel, s'un sviscerato amore » [sonetto]
« Nelle fiorite. sponde di Permesso » [sonetto]
« Donna crudele gl’infelici fiori » [sonetto]
« Al fin malgrado tuo mi son pur sciolto » [sonetto] « Qual chiaro Sol che fuor dell’Orizzonte » [sonetto] « Vorrei pur ne’ miei versi esprimer fuori » [sonetto]
685-686. « Donna che miri? et perchè vai spargendo » [ottave]
687. 688.
« Gli è ver che mentre in villa soggiornate » [sonetto] « Cara fenestra e avventurati marmi » [sonetto]
689-693. Dialogo. Morte, Lucrezia 694. « Poi che il torel la sua giovenca un pezzo » [sonetto]
695. 696.
« Chioma, man, bocca, or fin, avorio, rose » [sonetto] « Tante stelle non ha il celeste chiostro » [sonetto]
» 699-700. Enigmi. Sopra il lino. — Sopra il dì piccolo quando si
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Poe, L . 697. « Se pietosa Madonna a miei martiri » [sonetto] “ > e
A, e 698. « Se non fusser miei versi al tutto privi » {sonetto]
netta l' orecchia. — Sopra la lanterna. — Sopra l'ombra humana. @ 701. « Se per beltà può il mondo esser beato » [madrigale] 702. « Loderei le bellezze, i bei costumi » [sonetto] 703. « Fammi fortuna il peggio che tu sai » [sonetto] 704. « Tanti fiori non son d’ Hybla nel colle » [sonetto] 705. « La Città che da queste carni scosso » [sonetto] 706. « Fece virtù dinanzi alla gran Donna » [sonetto] 707. « Son tutto foco, e ’l vostro cor è un ghiaccio » [madrigale] 708-710. « Volete dir che bella » [canzone] 711-712. « Giulia gentil rara bellezza al mondo » [sestine] 713-716. Sorti [ottave] 716-718. « Chiese uno che del terzo si diletta » [sonetto] 719. « Poi che vincete di fierezza il Mare » [sonetto] 720. « Quando m’avveggio lasso in un sol punto » [sonetto] 721. « Poi che piace al destin volto a i miei danni » [sonetto] 722. « Più tosto che giamai l’alma beltate » [sonetto] 723. « Adria se ’n va sì la tua fama al Cielo » [madrigale]. 724. « Donna, che al Ciel salire » [madrigale] ‘ 725. « Segha, dalle mondane vili cure » [sonetto] 726. « Co ’1 divin raggio di virtute ardente » [sonetto] 727. « Non risplendono d' Hya sì le sorelle » [sonetto] 728-735. « Poi che Signore mie vi veggio adorno » [ottave] 736. « Corse irato a Nettuno Adige in braccio » [sonetto] 737. « Anchor che forte sia cotesta sete » [sonetto] 738. « Agguagliar la tua cetra ed il tuo canto » [sonetto] 739. « Ad una ad una annoverar le arene » [sonetto] 740. « Spargete d’odorati fiori un nembo » [sonetto] 741. « Perchè esser vedea in voi rara eloquenza » [sonetto] 742. « Il libro che mi deste già è mezz’anno » [sonetto] 743. « Non Augustin, ma Augusto esser dovea » [sonetto] 744. « Come sovente ove ombra atra percote » [sonetto] 745. « Le Virtù che si veggon nate in voi » [sonetto] 746. « Se cercate saper chi ’l1 corso affrena » [sonetto]
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= Ru . « Annibal, ch'a Minerva un degno tempio » [sonetto] . « Peregrin, quante volte al cor mi riede » [sonetto]
749. « Sarayni non pur i mesi e i giorni » [sonetto] 750. « Oltre che questa et la primiera etate » [sonetto]
. &&Nè Baccho almo liquor nemico a i lutti » [sonetto]
« D'Adige duolsi il Mar che tarda troppo » [sonetto]
. « Se sete bella anch’altrettanto ingrata » [sonetto]
54. « È tal l’alma bellezza d'un Leone » [sonetto]
. « Signor ch’i giorni in atti pii dispensi » [sonetto]
. « Si ascende in questa guisa Olympo il monte » [sonetto] 707.
« Il favor che mi feste hieri l’altro » [sonetto]
758-759. « Mi sovviene Signor quando nel laccio » [ottave]
760. 761. 762. 763.
« Donna qual sempre fui, tal esser voglio » [sonetto]. « S'io credessi qual Niobe in selce strano » [sonetto] « Come quando le corna d’oro il Tauro » [sonetto]
« Se di Giustizia l’erto calle augusto » [sonetto]
764. « Le chiome di fin’oro e ’l crespo laccio » [sonetto]
760.
« Poi che (lodato Dio) par non mi opprima » [sonetto]
766-768. « Deh s’io potessi transmutarmi in fiore » [ottave]
769. . « Vita mia dolcc havete pur il torto » [sonetto]
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779. 780. 781. 782. 783. 784.
« Geronima gentil, vostra beltade » [sonetto]
. « Si come è il vostro nome al mio conforme » [madrigale] . « Pratel si vede chiaro, i pomi vostri » [sonetto]
. « Giunto al senno e al valor che puon far stracco » [sonetto] . « Cotante onde non ha l’Adige o ’1 Vaso » [sonetto]
5. « Non si dier mai alla famosa Lenno » [sonetto]
. « Maraviglia non è s’oggi Verona » [sonetto]
. «€ Poi che Verona il Patrocinio grande » [sonetto] . « Nel felice di voi grato ritorno » [sonetto]
« Se vai volgendo le memorie antiche » [sonetto] « Spirti gentili che per varie forme » [sonetto]
« Potrai forse Città ch’abbracci il Vero » [sonetto] « Benedico d'Amor l’arco e lo strale » [sonetto]
« L’Adige hier due volte per le chiare » [sonetto] « La leggiadria ch’ il Ciel nel vago dire » {sonctto]
785-823. « La bellezza, il valor, la cortesia » [ottave]
824
. « Nel rumor che la terra e "1 Ciel percote » [sonetto]
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- 825. 826. 827. 828. 829. 830. 831. 832. 833. 834, 8395. 836.
70 « Ove cran Phebo le tue faci ardenti » [sonetto] « All’apparir della clemente insegna » [sonetto] « Gran padre che tra noi le chiavi serbe » [sonetto] « Se Clemenza e Giustizia insieme accolte » [sonetto] « S'huom non si trova quivi ove ha diviso » [sogrtto] « L'empio Thrace di Zeno al nome grande » [sonetto] « Nè tante luci ha lo stellante albergo » [sonetto] « Nacquer vostri avi illustri a darci luce » [sonetto] « Privo del Ciel per amorosi falli » [sonetto] « Son sempre lieto, et vivo ogn’hor in pena » [sonetto] « Occhi mici lassi mentre ch'io vi giro » [sonctto] « Luglio che fai che non allunghi i passi ? » [sonetto]
837-839. € Se mai per tempo alcun d’huomini pazzi » [sonetto]
840. 841. 842. 843. 844. 845. 846. 847. 848.
« Non è Padre di voi chi meglio alzarsi » [sonetto] « Mentre alla gran Città ch’Adige parte » [sonetto] « Il bel nome ch’ogn'alma signoreggia » [sonetto]
« Raro spirto gentil, Alma celeste » [sonetto]
« Udiste pur del Re de’ fiumi altero » [sonetto]
« Fabricai forse il foco horrendo e fero » [sonetto] « Al drapel sacro Sega, Brognonico » [sonetto]
« Per il gran Mocenigo alta Regina » [sonetto]
« O sapienza infinita, o Giesù Pio » [sonetto]
849-941. [Lettere di Giusto Pilonni. Oratione nell’ Accademia
delli Astratti 24 maggio 1554 detta per M. Giusto Pi- Zoni (p. 852). Lettera di Teofilo Calcagnini, di Ferrara, 18 dicembre 1551 (pag. 863). Novella (pag. 925) ].
942-967. Luccia. Comedia amorosa.
968. 969. 970. 971. 972. 973. 974. 975. 976. 977.
« Ben sciocco sei, ben t’affatichi invano » [sonetto]
« L’aura tal’hora mi percote il volto » [sonetto]
« Alma città che sovra ameni colli » [sonetto]
« Altri canta di Enea l’alto valore » [sonetto]
« Donna crudel, s'il foco, il dardo, il laccio » [sonetto]
« Pacc havea il Re del Mar co "1 Re de’ venti » [sonetto] « Mille vaghe, leggiadre, altere e rare » [sonetto]
« Piovon da gl’occhi miei lagrime amare » [sonetto]
« Mentre voi con leggiadro, altero, adorno » [sonetto]
« Quando vostro leggiadro altero viso » [sonetto]
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60. 978. « Se tornasser fra noi le già passate » [sonetto] 979. « Spirto celeste sceso qui tra noi » [sonetto] 980. « Bassi, i" vorrei che mi scriveste in rima » [sonetto] 981. « O bianca man che sì leggiadramente » [madrigale] >» «Gran Dio di questo fonte » [madrigale] 982. « Donne di eterna e vera fama ardenti » [sonetto] 983-988. « Voi bella donna ch’abbagliate il Sole » [canzone] 9389-1000. Lettione [prosa] 1000-1032. Se ?’huomo sia più nobile della donna [prosa] 1033-1040. Essortatione di Philippo Germanico a Theodosio Giudeo a farsi christiano, lasciando la giudaica super- stitione. Tradotta dal Pilonni dal Latino in lingua italiana. 1041. [Epistola di Publio Lentulo al Senato di Roma]
» 1042-1044. [Lettere di Giusto Pilonni, degli anni 1584 e 1596;
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senza indirizzo] 1044-1052. « Spirto gentil, a cui sempre cortese » [sestine] 1052. « Mentre stai sopra le fiorite sponde » [sonetto] 1053. « Parmi veder che di sì cieco errore » [sonetto] 1054. « Del più fin’oro e del più puro argento » [sonetto] 1055. « Mentre Donna gentil sul destro corno » [sonetto] 1056. « O dolenti occhi miei, non vi diss'io » [sonetto] 1057. « Se un desir santo, o un virtuoso affetto » [sonetto] 1058. « Saggi scrittor, a cui cotanto è caro » [sonetto] 1059. « Così volto et intento sempre il core » [sonetto] 1060. « Da nuove Nimphe et dal fratello amato » {sonetto] 1061. « Mille fiate ho desiato al monte » [sonetto] 1062. « Quando, Verona, il Ciel largo e cortese » [sonetto] 1065. « Verso i Pocti il Cicl sempre cortese » [sonetto] 1064-1066. « Ragion è ben ch'alcuna volta io canti » [terzine] 1067. « Ardo et non posso far ch’entro non arda » [madrigale] » « Son morto e moro e pur cerco morire » [madrigale] 1068. « Vivete allegri se viver volete » [1nadrigale] 1069. « Ben di pianto debb’io bagnar il volto » [sonetto] 1070. « Poi che al vostro valor, al merto vostro » [sonetto] 1071-1072. « Non fu il più tristo punto della terra » [sestine] 1073-1074. « Dal Messaggio di quella che raccende » [canzone]
iL . 1075-1078. [Lettere di Giusto Pilonni; senza data e senza indi- rizzo]
» 1078. « Pianta gentile, il cui vezzoso manto » [sonetto] » 1079. « Del don che fea Pilunno di far pane » [sonetto] » 1080. « Scese in habito vago et pellegrino » [sonetto] «
Volume secondo.
C. 1-185. Iusti Pilumni Latina Poemata.
186. Rustiche e Zenate. « Frello dasche le piegore e i castron » [sonetto]
» 186-187. « Qui Musitti da far liegrar agnon » [sonetto] » 187. « Dasche i Prievi da Lugo e Romagnan » [sonetto] » 188. « Mister Zan Medic de Morbega e Monza în bdac accceb-
lentissem. ‘ € Sel no plas i me brigadi » [canzone] 191. « Missier Michiele dolce e inzacharao » [sonetto] « Un ch’al Pozzo ovvra mantese i martiegi » [sonetto] 192. « Bona, mi par millo anni de vegniro » [sonetto] Sotto a questo sonetto sta scritto: Michelo d’ i Zenatti scrisse il mercoli dopo disnaro 18 di marzo 1551. « O Massari dell’arto digo a un » [sestina] « O Massari dell'arto digo a un » [quartina] « O Massari dell'arto digo a un » [sestina] 193. « Man Bona, se non ve ho manda el scufflon » [sonetto] « Quando ch’ a me ricord del me Simò » [sonetto]
» 194. « Dasche il Merco maor d'agno Degan » [sonetto] » 194-195. « Me sborì squasio g° uocchi sta doman » [sonetto] » 196. « Mal detean le xe menchionarì » [sonetto]
« Dasche te ghe vogiù Morte maletta » [sonetto]
» 197. « Me sborì squasio g’ uocchi sta doman » [sonetto] » 199. « Io mi Vigo Penello » [epistola]. È firmata Vigo Penello.
Di Giusto Pilonni trovo a stampa il seguente opuscolo: Sonetti et elegie di M. Giusto Pilonni. Al magnifico et iltustre Consiglio di Verona. In Verona, appresso Seba- stiano e Giovanni fratelli dalle Donne MDLXXX, in 4° pag. 83 con indice.
SI gr 116 [1980]
Pindemonte Carlo. Il Messia, canto in ottava rima del sig. Carlo Pindemonte, Veronese.
Cart. dell’anno 1810, di 8 carte (le due ultime sono bianche), — m. 0.25»<0.19, legato in cartoncino. Dono del prof. Giuseppe Silin- gardi di Modena (13 maggio 1886).
447 [773]
Pindemonte Marc’ Antonio. — Poesie.
Cart. del sec. XVIII, di 82 carte, mm. 200-145. L’ultima poesia non è compiuta. Il nome dell'Autore si legge al verso della carta 76.
Legatura in cartoncino coperto di pergamena; provenienza libreria Orti.
118 [385]
[Poemata varia].
Cart. del sec. XVI, di 550 pagine numerate e 4 non numerate, m. 0.15><0.10, delle quali 272 sono bianche. Le pagine 159-162 fu- rono lacerate. La pagina 365 nella numerazione fu ripetuta; per cui la numerazione veramente finisce a pagina 549. È coperto di pergamena: apparteneva alla libreria Orti. P. 1. De sancto Eucharestiae sacramento. Angelus Gabriel. « Dic age Caelicolum, custos fidissime gentis » » Angelus Michael. « Dicam equidem nec te quaerentem vera morabor » P. 2. Ad Divum Nicolaum. « Te quoque Parnasso, et summo decus addite Caelo » » In ohitu Anibatlis Cari. « Tu quoque Care Itali sol o pulcherrime Caeli » » Echo. « Quae celebrat thermas Echo stagna alta Neronis » P. 3. In ludum cartarum. « Hoc quoque dirarum inventum crudele sororum »
— 89 — P. 4. Ad Amicum. « Non vivam sine te mi Brute exterrita dixit » » Ad Amicum. À « Tempore iam socii sertis umbrata gerebant » P. 5. De Assumptione B. M. V. « E terris Te diva Parens tua regna petentem » P. 6. De Natali Domini. | « Vivere te pudeat Mortalis in aedibus altis » » De Natali Dominî. « Nascitur èn Verbum, sed Verbum nascitur infans » » De Natali Domini. È « Antrum dulce tibi, dulcis Bos, dulcis Asellus » » De Natali Domini. « Quis te sublimi solio omnipotentis Olympi » P. 7. Ad R. Ptolomaeum. « Qui teneris Ptolomee dedit tibi nomen ab annis » » De Divo Stefano. « Optimus aethereis Christus delapsus ab oris » P. 8. De Divo Joanne Evangelista. « Miraris voluerem ferri inter nubila Caeli » » In Innocentes. — ‘« Me me adsum Mater, matris fode viscero ferro » » In Circuncisione Domini. Ò i « Aegrotus morbum medicis committit amicis » P., 9. In Vraniorum Academiae Rectoris creationem. € Virgo quae Mater genetrix et sacra fuisti » » Ad B. Virginem Templo illi erecto. « Regina omnipotens superis decus addita regnis » P. 10. De sanctissima Sinaxi. « Vnde tot errumpunt radij, cur luceat Orbis » » Ad Ludovicum Fumanellum. « Gratia quos forti quondam dedit Herculi honores » P. 11. Ad Alfonsum Britanicum Virum doctissimum. « Pax, Pietas, Atrea, Fides, Prudentia, Virtus » è Ad Eundem. « Semina Virtutis crescunt Juvenilibus annis »
el8d P. ll. Ad Eumdem. « Te veniente domo tota Binarine vagari » P. 12. Ad Eumdem. « Orbe vagus toto dum pulsus Phocide Phoebus » » Ad Eumdem. « Intranti Domus arrisit tibi tota, quid hoc est? » » Roma Vetus. « Qui Romam in media queris novus advena Roma » P. 13. De Sacramento Altaris. « In nova mutatas Divorum corpora formas » P. 14. In Purificatione B. M. V. « Cur lustras te Virgo parens purissima rerum » » @Ad Beatum Laurentium. « Cur laetus toleras carnes exurier igne? » P. 15. Ad Pium Q. Pontificem Maximum. « Phoeboeum quidam cum se flos vertit ad ortum » P. 16. Post confectum Philosophiae cursum cuidam Principi donum. « Ille tibi Neptune pater dilectus Jolas » » De Epiphania Domini. « Omnipotens Pater Haebraeum fulgente columna » » Ad Murtalem. « Hausisti e Caelo mentem, moribundaque terris » P. 17. De contemnendis divitiis. « Quid mihi Divitiae? quarum si demeris usum » » @De Epiphania Domina. « Aspice ut occidui posito diademate Reges » P. 18. De Divo Petro Apostolorum Principe. « Dicitur aes durum quod Regum muniat arces » P. 19. De Bethleme. _ « Bethlemia urbs omnes inter caput erigit urbes » — » Adhortatio ad Philosophiam. « Post propriam Alcides philosophiam, charosque parentes » P. 20. Ad Christum. « Si rex es Coeli cur nostros induis artus » » Ad studiosos Adolescentes. « Splendebat multis paries hic versibus olim »
smo $5 dt P. 21. De Pietate ; e Graeco. « Cum tenui quidam pisces educeret homo » » De disputationibus inter aemulos futuris. « Docta manus Juvenum Phoebi certare palestra » P. 22. AA Victorem in distributione Praemiorum. « Quo te praecipue commendem nomine Victor » » Ad N. Bonhomum Doctissimum Virum. « Roma licet foveat multos hominesque bonosque » P. 23. Joannes Austriacus. « Summa patri invicto cesserunt sydera toto » » @Augustinus Barbdaricus. « Dum non sSulfureo terreat Te saxa notata » » Idem. « Quae Tibi dux invicte oculum traiecit Arundo » P. 24. Ad eos qui occuduerunt. « Felices animae quas magno patria luctu » » Clara Cornelia. « Mors est ob patriam vobis per vulnera nati » P. 25. De Divo Sebastiano. « Extuat in castris maturus Sole Sebastus » » Ad B. Virginem. « Virgo parens populo metuenti porrige dextram » P. 26. De Natali Domini. « Cum primum lapsum verbum patris, aetere ab alto » » @Grimanus et Venierus. « Nulla mora in bello, cives, mora nulla Grimanus » P. 27. In adventu Cardinalis ab Ecc.a « Fulgeat hic nivea gol alite solvite venti » » Idem. « Dum tua te Pietas, placidoque in pectore regnat » P. 28. Idem. « Laetus ades felixque subi pede tecta secundo » » De S. Eucharestia. « Quantus amor Domini, qui verbo cuncta creavit » P. 29. Idem. « Primus in Orbe parens vetita dum vescitur esca »
i i
— Y86— . P. 29. Idem. « Angelus en adsum qui vos, et laudibus ornem » P. 30. Idem. « Mirantur fortasse homines quidem ab aere lapsus » P. 31. Idem. « Aethere manna fluit profugos quidem pavit Haebraeos » P. 32. Idem. « Ecce Deus totum verbo qui condidit Orbem » » Idem. « Christus ad Aethereos propria virtute recedens » P. 33. Idem Angelus Gab. « Ynde o Catholice Princeps fortissime gentis » » Idem Angelus Mich. « Quaero equidem nec non tantis medicamina morbis » P. 34. Idem. « Res nova magna haec monstrant misteria sensus » P. 35. Idem. « En age dum properare gradum quaesitus ab Indis » » Idem. « Incautus vetito pomo cum vescitur Adam >» » Idem. « Nonne vides mysteria nostra? videmus » P. 36. De Natali Domini. « Aspicis aethereis dumeta rubentia flammis » » In Purificatione B. M. V. de Aqu. et Turt. « Allituum Reginam aquilam dixere Priores » » Idem de Turture. « Parce precor gemitu fortunatissime Turtur » P. 37. De Spiritu Sancto. « Spiritus alme tuo totum qui numine comples » » AdB. Virginem. i « Eva mali fructum dum spectat in arbore et Evae » P. 38. De Virtute per labores aquirenda. } « Tempora concessit rerum natura creatrix » » De Purificatione B. V. « Quid celsas solimorum aedes cum prole Parentis »
P. 43.
P. 45.
P. 47.
au'87
. De Divo Petro ad Vincula.
« Obsecro laetitiam Te Petre beate per illam » De Virtute.
« O nimium felix, qui primis coepit ab annis »
. Vir bonus in adversis cognoscitur.
« Indicat ut nautam tempestas orta probatum » De Purificatione B. V. ad Jerusalem. « Rex tibi pacificus Salomon, dum sistitur alta »
. Iaem ad Simeonem.
« Aequoris horrendis iactatus saepe procellis » Virtutis radices amaras, fructus vero dulces. « Est via Virtutis spinis conspersa rubisque »
. Virginis Matris lacrymae în Christum.
« Hac iter o quicumque tenes pia lumina verte » In Franciscum Borgiam. « Ingredene o felixque subi Francisce secundo »
. Comparatio Solis Orientis et Christi nascentis. Ad Christum.
« Ut Sol Eoi cum sese tollit ab undis »
Aliud ad Hominem ut nascente Christo laetetur ac gaudeat.
« Cum rutilos radios sol longum subtrahit Orbi » Pompeio Vgonio decertanti inge: Palestra.
« Esto animo forti, iaculataque Pila retunde » Ad Divum Nicolaum. « Offerimus tibi nos, vatum pater optime mentem >» In obitu cuiusdam Musici et Poetae.
« Impacien8 cur sissa comas agitata furore »
.Ad B. Virginem.
« Aedificent alij phrygiis innixa columnis >» De stabulo Christi. : « Purpureum dat Narcisum Pancaia dives » In laudem sanctissimi nominis Jesu, Disticum. « Fulminibus, iaculis, ffamma, coelestis amoris » De -Epiphania Domini, disticum. « Persae, Arabi, Mauri recipit, circumspicit, ambit » Disticon. « Gloria, mors, virtus, fortes, mortalia, iustos »
e 99 n P. 47. De sancta Eucharestia, disticon. < Cum speciem hanc cernis xprum venerare latentem » P. 48. De eadem, disticon. « Vita, Deus, victor, nutrij, tersi superavi » » @De diva Maria Magdalena. « Imperiosa, furens petulans lasciva profana » P. 49. Idem. i « Quid tibi cum nivea quam gestas pixide diva » » Jdem. « Solam per medios populos gentemque forumque » P. 50. De D. Marta et D. Maria Magdalena. « Marta soror Mariae dum xpo prompta ministrat » P. 51. De Assumptione B. M. Virginis. « Fausta serenali tecum dementia coepi » P. 52. De die Mercuri). « Quo fieri dicam coelestia numina fato » » De pracpostero orbis Ordine. « Ut nautae si vector lacos, Idiota senatus » P. 53. Allegoria Navis et earum quae intra continentur. « Nauta sibi est animus, corpusque solabile navis » » In redilu Patrum. « Quaenam causa est vobis nostraque tecta videndi? » P. 54. In reditu Rectoris. « Ut fontes cervos, infantes ubera matrum » » Idem. « Si cernis fontes, infantibus ubera matrum » P. 55. De varietatem linguarum. « Audis dum variae discrimina plurima linguae » P. 56. Sua quisque sorte contentus sit. « Si quid Alexandro superatus contulit orbis » » @Ad R.um Ptolomeum. « Quis novus hic conviva, quibus novus hospes ab oris » » Victori in distributione praemiorum. « Vatibus aethereus furor, est furor improbus uni » P. 57. Idem. « Accipe dona caput victrici nectere lauro »
P. 57. In adventum Legati Lusitaniae et Ludovici Torris în Colle. « Alvare lysiadum splendor vel pace, vel armis » » Ad Legatum in patina vacua. « Aspice non mittit tua fructus India tales » » Idem ad Ludovicum Torris. « In patinis tibi porto nil Ludovice duabus » P. 58. /dem ad Petrum Borgiam. « Omnia cum plenus Christo Francisce dedisti » » Dentis calpium ad Legatum. « Non vos argento, non vos accepimus auro » P. 59. In adventu Cardinalis Ptolomei. « Quis novus hic fulgor nostris considere tectis » P. 60. Post Praemia. . « Fabula quod nulla vobis spectata tumultu » » Ad Christum in Praesepio. « Otia restituet populis puer inclyte Iesu » » Ad Christum nascentem. | « Si quis erit forsan pueri genus unde requirat » P. 61. In Die Natalis Domini. « Plaudite mortales veteresque remittite luctus » P. 62. Ad Divum Petrum Martyrem. « Dum datur intrepida xpum Petre voce fateris » » Idem. « Dum moreris multo vitam cum sanguine fundis » » Selinus Imperator Turcarum. « Luna ego me mortis circumdedit undique terror » P. 63. De Resurectione Christi salvatoris. « lam vacat imperium Jovis et celebranda potestas » P. 64. Idem. |_—‘« Quisquis hylares fundat laeto iam carmine voces » » @De tumulo mendici cuiusdam. « Nulla mihi vivo domus, at nunc certa sepulto est » » De viriute. « Forma aetate perit vires aetate fatiscunt » P. 65. De bonis fluxis. « Aeriam propter crevisse cucurbita pinum »
Fal
_ GI — P. 65. Ad Beatam Virginem. « Nullis christallus maculis nitidissima sordet » P. 66. Corpus animi carcera. | « Carcer et infernus, tum luctus, tristeque pondus » » In avarum senem. « Candidior folio cum sit tibi barba ligustri » » In Divum Ioan. Bap. « Felicem quae prima novo te lumine vidit » P. 67. In eundem. « Nascitur ecce puer sacratus matris in aa » » De Vitae nostrae drevitate. « Non tibi vivacem furor est spondere senectam » P. 68. De solicitudine Tyrannorum. È « Magna diem magnis exhaurit cura Tyrannis » » @De quodam avaro. « Sub terra nuper fulvum qui condidit aurum » P. 69. In Junii Collumelae laudem. « Orphea, mirata est Rodope sua fata canendo » » De Jaspide continente quinque bdoves. « Quinque bovum effigies arctantur Iaspide parva » P. 70. Epitaphium Crassi. « Lustrabas dum vita fuit vagus advena terras » » De sanctissimo Eucharestiac sacramento. « Huc ades et certum nostris cape pignus amoris » P. 71. Idem. « Arrha salutis ave, qua magni conditor PELI » P. 72. De D. Elisabeta Lusitaniac Regina. « Cur vita functae memorant praeconia vates » » De Eadem. « Dum regni tenuit nostri regina coronata » P. 73. In Calvinum. « Calvinum mihi dicenti resonabilis Echo >» » In Bernardinum Ochinum. « Ochinus non illepide appellaris ab Ocha ». P. 74. Ad Amicum. « Cum tibi pollicitus fuerim dum rure manebam »
VI — P. 74. Ad studiosos Seminarti iuvenes de reditu vocationum. « Belliger ut princeps defessus multa labore » P. 75. Ad Praeceptorem. | _ « Quemque ferunt cuncti charo debere parenti » P. 76. De D. Nicolao. « Aurea Nicoleos redierunt fasta per orbem » P. 77. In Lutherum. « Carminibus circes animantia bruta feruntur » P. 78. In laudem Pii V Pontificis Maximi. « Exulta nunc sponsa Dei reclude querellas » » Mens humana praedita sententiis omnibus. « Illa ego mens terrae imperitas et dedita Coelo » P. 79. In divi Laurentii laudem. « Laurenti merito nomen tibi laurea praebet » P. 80. De D. Dominico. « Sol oritur venit ecce dies cape thura sacerdos » ‘ P. 81. Ad Divum Sebastia: « Si quando in duram scilicem contorta sagitta est » P. 82. Ad Praefectum. « Pyeridum princeps huc adsis pulcher Apollo » » Ad Praetorem. « Te decus egregium Venetae nunc gloria gentis » P. 83. Ad Alexandrum Caionem. « Perpetuo prestans vigeat Caiona propago » P. 84. Ad Foscarenum. « Quid tumet Adriaci maris Urbs Regina rubentis » » @Ad Praetorem. « O decus eximium Patriae luxque inclyte Praesul » P. 85. Ad Eundem. | « E lauro ducis Laurenti splendide nomen » P. 86. Ad amicum. | « Decantent ali) laudum decora alta tuarum » » Ad eundem. « Huc simul atque venis, Praesul dignissime cunctis » » Ad eundem. « Regibus in vasto nihil est sublimius orbe »
he LI
P. 87. De D. Athanasio cuius corpus est Alessandriae in templo S. Crucis. « Insidiae fera bella fuge cxilia impia poenae » » De nece Christi. « Inclita magnanimus tractat dum Julius arma » P. 88. De humaniorum litterarum studio nuper instituto. « Dum celeri Eridanum vitreis argenteus undis » P. 89. In mortem Sebastiani Regis Lusitaniae « Alterutrum optaras an vincit, an vincere, utrumque » » In Purificatione B. Virg. Canticum Sim. « Dulcia dat niveus per colla sonantia Cygnus » P. 90. De candore B. Virg. | « Quid nive candidius? rutili quid lumine solis » » In turtures. « Castor ut illustrat Pollucem, Castora Pollux » » In nativitate B. Virginis. « Hactenus assiduus regnavit moeror et ingens » P. 91. In eadem. « Thura ferant Arabes, Panchaia fundat amomum » » Pulchra es. « Sunt pulchrae sylvae, sunt pulchra et littora, pulchrum » » In nativitate B. Virginis, « Nascere Phaebeae Virgo quam proxima luci » P. 92. Idem. « Nascere Virgo parens votis precibusque vocata » » Idem. « Filia tu Nati, tu Mater sola Parentis » » Idem. | « Tu genetrix tu Virgo parens tu sola parentis » » De eadem. « Sit benedicta dies, qua te Regina polorum » P. 93. In Purif. B. Virg. « Qua pietate petat soboles aequaeva parentis » » Ineadem. : « Se dicat in templo Patris nunc alta propago » P. 94. In Assumptione B. Virg. Carmen. « En Regina Poli divumque, hominumque Voluptas »
_ 93 —
. 96. De Annuntiatione B. Virg.
« Diceris, et merito coelesti munere plena »
» De B. Virgine, Sol, Luna, Stella.
« Qui rutilo Phoebi, et lunae miraris olympo »
. 97. De D. Catherina.
« Vt Rosa per valles aestivo tempore floret »
» De B. Virgine.
« Si tibi sol xpus radios subtraxit amicos »
» De Virgine Matre et Sponsa Dei.
« Cur humilem his Gabriel dictis affare puellam? »
P. 98. De D. Catherina.
P.
P.
« Divitiis imperi) tenuit te nulla cupido »
» Jdem.:
« Immortale decus coelorum, exemplar honesti »
» De D. Andrea.
« Aequoreo Andreas pisci dum tendit iniquas » 99. De D. Nicolao. « Quis celebrare tuam pietatem, dicere laudes » 100. Ad B. Virginem. « Jam Pater antiquus vitium commiserat illud »
. 102. In Annuntiatione B. Virg.
« An furor? an ne Deus? certe Deus: avia carpo »
. 105-158. Sono bianche. . 162. De nece Christi Elegia.
« Vt cruce pendentem natum conspezxit ab alta »
+ 171. De cardinali nuper creato Dialogus. Athesis, Benacus,
Verona. « Ath. Quid Benace Pater redimitus arundine crines »
. 175. In culicem Elegia.
« Quid tantos demam strepitus clangente susurro »
+ 177. In Reditu Marci Antonii Columnae.
« Marcus adest, patefacta novus cape R.a triumphum »
. 179. Ad Joannem Austriacum.
« O decus Europae Juvenis, qui sanguine cretus »
. 181. Post Dialogum.
« Nostra quod ornastis celebri spectacula caetu »
cd . 182. JA adventu Cardinalis Ptolomei. « Rel. Sum pia Relligio servo tot ab hoste receptos » . 184. In Voluptatem Carmen. « Christiadae cur festa colant, celebrentque per urbes » . 189. Ad B. Virginem Elegia. « Quae tellus extrema tuos sol exerit ortus » . 191. In Divi Martini laudem. « Si tantum studuere graves ut bella gigantum » . 192. De Christi nece Elegia. « Exurgant flectus, exurgat flebile carmen » . 198. Ad Deiparam Virg. « Ipsa meis adsis numeris Dea, nec tibi festo » . 201. In divae Caterinae laudem. « Si mihi nunc praestans esset facundia linguae » . 202. In Etusdem laudem. « Hinc absint Bruti, Marsi, fortesque Camilli » . 203. In obditu Gabrielis Facrni, ad Galetium Regar. « Invicta ne plectra manu ne coge Galesi » . 208. In obitum Hyeronimi Valandri. « Occidit Aonidum, atque insignis gloria Phoebi » . 209. In obitu Federici Borromei comitis, ode. « Iam fama velox utraque littora » . 211. Gratiae Joletano Regiae classis Pracfecto et Sciciliae Pro- regi. Ode. « Heroas inter gratia nobiles » . 213. Ad Joannem Cargam. Ode. « Exopto dotes ingenij tuas » . 215. Ad Alexandrum Farnesium. | « Interdum et Orbis cura premit Deum » . 219. Ad Card. Vit. « Me saepe Vatum maximus arbiter » . 221. Ad Pontificem..
« Quanto parva ratis concutitur » « Saevas Erinnys pectoribus faces » . 220. In Die Circumcisionis Domini.
« Coelo ferre manus o socij iuvat »
. 229.
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SER 3
. In obitum Ioan. Valetani Ducis Iuvictiss.i et Equitum
Hierosolytanorum Magistri. | « Dux bellicosae pubis et Aphricae » Petro de Monte Duci invictiss.0 recens Hierosolymitanae Militiae Praefecto. Ode. « Valetta claro iam super aethere »
. De paupertatis laudibus.
« Delectent alios Divitiae, et suas »
. In die Circumcisionis. Ode.
« Aetherna summi progenies patris »
. Christo servatori in die festo Circumcisio :
« O vera summi progenies Dei »
. In Die festo Circumcisionis. Ode.
« Qui tentat cythare non validis modis »
. De civili bello inter Ligures exorto, et illust.i Card. Mo-
roni virtute, consilioque feliciter extinto. “« Nunc nunc facescant muta silentia »
. De laudibus Castitatis. Ode.
« Quicumque puro pectore funditus » -
. In Adventu P. Francisci Borgiae.
« Huc e remotis labere saltibus »
. Ad Pium III Pontificem Max. Ode.
« Te digna ponant, quae tibi marmora »
. Ad Congregationem.
« Vobis offerrimus carmine patribus »
. De sacro sancta Christi. Domini cruce.
« Gentes nulla quibus notitia est Dei » Ad B. Virginem. « Quid Virgo mirum muta silentia »
. In Pentecostes diem.
« Lustra nostra tua pectora lampade »
. In Divum Joan. Bap.
« Sanctorum soboles sera parentium » Ad Amicum. « Cum metus valeas Calliope precor » De Beatissima Virginis imagine non combusta. Ode. « lam tecta lambens cum sonitu domus »
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06)
. 253. De eodem argumento. Ode.
<« Quemcumque Dei magna benignitas >»
. 256. In Virginis Conceptae laudem.
« O Matre pura filia purior »
. 257. In B. Virginis Mariae laudem.
« O solis nitido lumine pulchrior » » De die Natali Domini. « En ut nitenti labitur aethere »
. 259. In eodem die.
« Quo ducor pavidus? quo trepidus feror? »
. 261. Ad B. Virginem. Ode.
« Virgo vetustis edita Regibus »
. 266-288. Sono bianche.
289. In obitu Anibalis Cari. OVae. « Valde et aethernum mihi Care, et aura »
. 290, Ad Cocelites pro conferendis pracmiis Victor. Ode.
« Qui poli sacrum penetrale Divi »
. 292. In Scadiem.
« O luces multis facienda votis »
. 293. In ficum.
« Hic rigens annus nive et imbre curtas »
. 294. Amico.
« O quater felix, similisque divis »
» Petro de Monte Ilierosolymitanae militiae Praefecto. Ode.
« Nune Io delubra Deum per urbem »
. 297. Alberto Lino.
« Te pater cunctis celebrande Nobis » » De Natali Die Domini. « Nox erat cum per medium Diana »
. 300. Reverend.® DD.Augustino Valerio Veronae Episcopo et Comiti.
‘ « Te diu felix gregis o Minister »
. 301. Praetori Veronae.
« Practor insignis graviore plectro »
. 302. Ad Episcopum. De Voluptate fugienda.
« Perdite nobis procul este curae »
. 303. De instabdilitate hominis.
« Ut puer multum cumulans arenae »
P. P. È.
P. . 368. Detractio propriae Cupiditatis.
304. Ad Archiepiscopum. « Huc chori cuncti charitum propinqui » 305. Ad Episcopum. « Rectius pugnas Jovis ct gygantum » 306. In Divae Catherinae lauden. « Unde Coelestis, tremulusque splendor » 310-367. Sono bianche.
« Quid o proterva mens in horas singulas »
. 369. Lacrimis esse lavandas animae labes, et miscricordiam
divinam impetr. « Quousque tandem caeco amore proscquor »
. 371. Epilogus. Labor.
« Non ampla vobis haec videntur proemia »
. 372. Post disputationes Gratiarum actio.
« Miramini forsan novi quid nunciem »
. 373. Puer in fine Disputationis.
« Satis superque est disputatum, pluribus »
. 374. Ad Amicum.
« Dum velox Athesis diffluet undula » » In sacrosanctam Eucarestiam Car. |
« Iesu stelliferum polum gubernans » 377. De Triphone Bentio.
« Musae Phaebi Aganipides recessus »
. 378. Ad Episcopum.
« Quis te pro meritis canat benigne » » @Gratiarum actio post absolutas Disputationes. « Sabelle patrum maximum salve decus »
. 380. De Seminarii principio
« Sacris seminibus iam iam lucis conditae »
+ 381-413. Sono bianche. . 414. De amici morte.
« Dulcis o mi anime ad nigras averni » » De arte. « Artem opus est. Artem solers quoque perfecit usus »
. 416. Ad amicum in villa.
« Cultu paupere simplicis colentis »
È.
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ao,
= Ga
. 417-431. Sono bianche. . 432. In mortem Rainutii Fardesii Cardinalis S. Angeli Parbiti
Man. Bra. « O qui Romulidum iuga » « Quid nos avena torta falce metimus »
. 435. In Ri D. Augustini Valerij Episc. Veronae ex Ind. Red.
« Gaudet purpureis Polus » » In primum psalmum: Beatus vir. « Beatus ille vir procul nepharias » 437. Ad Laurentium Gambarum. « Amate nostris plus ocellis Gambara »
. 440. Hyppolito Estensi S. R. E. Card. Amplissimo.
< Iam iam tende fidem mihi »
. 444. De die solemni quo «pus ab inferis extitit.
« Rex regum inclyte sedibus »
. 446-495. Sono bianche. . 496. De sacrosancta Eucharestia hymnus ad Christianos.
« O te beatam senties »
. 499-511. Sono bianche. . 512. De contemnenda Caccitate.
« Quid me tenebris circuis nigrantibus »
. 514, Ad Praetorem.
« Nunc est canendum, nunc pede libero »
» Ad Praefectum.
« Augustine bonis orte parentibus »
. 516-523. Sono bianche. i . 524. De Miseria humana pro Misericordia Divina conseg.
« Hci mihi misero, hei mihi »
. 526-539. Sono bianche. . 540. Prologus. Labor.
« Spectastis iras, et furores regios »
. 541. Voluptas.
« Men ergo quae iucundum homini otium affero »
. 544. Virtus, Honor, Labor.
« V. Ut illa se a meis oculis poro eripit +
— 99 — 119 [527]
[Poesie di varii autori].
Cart. del sec. XVIII, di 61 carte, c. 21x15. Legatura in carton- cino: provenienza Orti. Autori delle poesie sono: Cristoforo Muz- zani, Vincenzo Filicaia, Quirico Rossi, Alessandro Fabri, [Gaetano ?] Cattani, Giovanni Battista BRerretta, Innocenzo Frugoni, Francesco Alessio Fiori, Alfonso Nicolai, Saverio Bettinelli, Giuseppe Gennari.
120 [145] [Poesie di varii autori moderni].
Cart. del sec. XIX, di 24 carte, c. 22-16. È cucito in una sem- plice carta. Gli autori delle pocsie sono: Pellegrino Salandri, Ago- stino Paradisi, Giambattista Cortesi, Giuliano Cassiani, Padre Lo= renzo Rondinetti, Giovanni Moreali, Alfonso Varano, Giuseppe Pa- rini, Luigi Lamberti.
121 [1620]
[Poesie per l'uccisione del co. Girolamo Cipolla].
Cart. del sec. XVIII, di 31 carte, m. 0.21><0.15, legato in car-
toncino. Dono Giuliari. Il co. Girolamo Cipolla fu ucciso a tradimento dal co. Gio. Bat-
tista Nogarola. Notiamo un sonetto alla Schiavona, un sonetto na- politano e uno in lingua bdolognese.
122 [1630] [Poesie varie].
Cart. del sec. XVIII, di 26 carte, m. 0.21><0.15; dono Giuliari. Autori: Innocenzo Frugoni, Giambattista Guarini, Ignazio Per- . sico, Eustachio Manfredi, Giuliano Cassiani, Giovanni Dalla Casa, Cristoforo Bellacera, Francesco Petrarca, Giambattista Zoppi, Qui- rico Rossi, Gerolamo Pompei, Giuseppe Parini, Zaccaria Betti.
— 100 — 423 [1676]
[Poesie varie].
Cart. della fine del sec. XVIII, di 11 carte, m. 0.24”0.18. Dono Giuliari.
Vi sono versi di Gaetano Pernici, dott. Pietro Stringa, ab. Pietro Franceschini, Don Gaetano Rivelante. Alcune poesie sono politiche.
124 [1883] [Poesie varie italiane e latine].
Cart. del sec. XVIII, di p. 144, c. 14*10, legato in cartoncino. Dono di G. Antonio Martinetti (Biella 3 aprile 1883). 125 [1345]
Pompei Girolamo. — Canzoni XII Pastorali di Girolamo Pompei gentiluomo veronese.
Cart. del sec. XVIII, di 44 carte, m. 0.177-<0.117, legato in car- toncino. Dono Giuliari.
126 [28] Pronostici oroscopici [in versi].
Cart. del sec. XVIII, di 56 pagine numerate, c. 15% 11; le pagine 15-16 furono lacerate. È coperto di pergamena ed appar- teneva alla libreria Gianfilippi.
127 [1209-1210]
[S. Prosper Aquit. Ex sententiis Sancti Augustini epi- grammatum liber unus. — Poema conjugis ad uxo- rem].
Membr. del sec. XV, di 18 carte, c. 2719, senza numerazione di fogli, ma il richiamo per ciascun quinternetto. È legato in legno ; apparteneva ai Filippini.
— 101 —
Comincia: Iste Prosper fuit equitanicus uir eruditissimus omniumque artium dogmate peritus. Contiene la prima parte epi- grammatum liber unus ed occupa 16 carte e termina: Crescere non cupiens perdit adepta tepens.
Subito dopo, alla linea seguente della carta medesima (16 verso) comincia il Poema conjugis ad uxrorem: Age iam precor mearum comes irremota rerum. Il codice termina con queste parole: Finito libro referamus gratia apo Amen. Deo gratias. Amen.
428 [24197]
[S. Prospero Aquit. Frammenti].
Cart. del principio del sec. XV, di 6 carte, m. 0.31>0.22. Le- gatura moderna in cartoncino. Dono Giuliari (22 ag. 1888).
Fatto il raffronto con l'edizione S, Prosperi Aquitani, Opera omnia (Parigi 1711), i frammenti contenuti in questi fogli corrispon- dono:
C. 1. Epigram. CIII alias C. De altitudine fidei spei et caritatis. (pag. 675-678). C. 2. Epigramm. CIV e CV alias CI e CII. De confitendo uno Deo; e De eodem, riuniti insieme (pag. 677-678). C. 2v. Epigr. CVI alias CIII De quacrendo perseveranter Deo (pag. 676-680). Preambolo del Poema Conjugis ad uxorem. Uxorem | hortatur ut totam se Deo dedicet. I primi sedici versi (pag. 773-774). C. 4-5. Poema Conjugis ad uxorem, versi 17-122 (pag. 773-780). C. 6. Alcuni commenti ad altra poesia di S. Prospero.
129 [407] [Raccolta di canzonette]. Cart. del sec. XVIII, di carte 38, di cui 9 sono bianche, c. 20815,
legato in cartoncino; dono di mons. Giuliari. Sono canzonette amo- rose, e molte in dialetto veneziano.
— 102 — 130 [1606]
. Raccolta di diverse compositioni fatte in lode delli Signori recitanti nella morale rappresentatione del glorioso Apostolo Sant Andrea, dedicata all’ill'" Sig. Carlo Antonio Brognonico, Antonio Gaetano ‘Ottini. Verona. Da incognita penna.
Cart. del sec. XVII, di 16 carte (7 sono bianche), m. 0.20%0.14, coperto da una carta gialla. Dono Giuliari. | C. 4. Lettera dedicatoria dell'Autore. C. 5. A/20 Illo Sig. Carlo Antonio Brognonico, sonetto. S' allude alla sua assistenza a’ recitanti. « Ove sete voi penne omai voltate » » AZIO sig. Antonio Gaetano Ottini, sonetto. « Che gran prodigio mai fu di Natura » i C. 6. Sopra la virtu impareggiabile de Sig."i Recitanti nella mo- rale Rappresentatione di Sant’ Andrea, sonetto. « Nobile Union che di Virtù Corona »
» Sopra la virti inesplicabile del S. Gaetano Bernardi nel rappresentare la parte di Sant’ Andrea nella morale rap- presentatione d' esso Santo, sonetto.
« Prodigiosa virtù d’un gran Gaetano » C. 7. Sant Andrea dalla prigione condannato da Egea Procon- sule di Patras, sonetto dedicato alla virtù grande del S. Gaetano Bernardi rappresentante la parte d' esso Santo nella morale rappresentatione dello stesso. « O dolce mio Giesù, cara Prigione »
» Sopra la virtù impareggiabile del S" Francesco Filippini nel rappresentare li personaggi di Fama, Cacciatore e Capitan di Guardia d' Egea nella rappresentatione di S.t0o Andrea, sonetto.
« Fu spetatrice, o Fillippin, Verona » C. 8. Sopra la virtù incomparabile del S." Francesco Tome- zoli nella rappresentatiuone morale di Sant’ Andrea, so-
+
netto. « Francesco, tu sei quel che di stupori » » Il sig. Carlo Tirabosco prodigioso nelle sue parti dette
— 103 — nella morale rappresentatione di Sant’ Andrea, madri- gate. « Carlo, ti dico in vero »
C. 9. Sopra la virtù de SS”i Andrea Colini e Gio. Batta Vandi- nélli nel rappresentare l uno la parte di Sostralo e l’al- tro quello di Buono nella morale rappresentatione di Sant Andrea, sonetto.
« Tu sol giusta cagion Sostrato sei »
» Sopra il moto virtuoso del sig. Antonio Suzzi nel rappre- sentare la parte da Vecchio di Corrinto per nome Niccolò nella m. r. di Sant Andrea, sonetto.
« Stupito è Antonio in accion tuo il pensiero »
C. 10. 7 Si” Gaetano Bernardi rappresenta S.!0 Andrea Crocefisso nella recitatione di esso sonetto dedicato all’ 10M S. Carlo Antonio Brognonico. S’ allude alle mani de’ Ministri che volendo spiccare il Santo dalla Croce restano morte in aria. - « Di Croce a duro ramo Andrea beato »
» St loda il Sig. Gactano Bernardi che nell'opera intitolata: La fede trionfante rappresenta virtuosamente la persona di S. Andrea Apostolo, sonetto allusivo all attione quando è posto in Croce.
« Senti Gaetan, tu vuoi mostrarti Santo ».
131 [2030]
Raccolta di componimenti poetici scelti, nel proditorio | assassinamento commesso la notte delli 7 di maggio 1763 in Verona contro la persona del fu co. Giro- lamo Cevola nobile veronese, dal co. Gio. Batta No- garola, pure veronese, e nella retenzione dello stesso seguita in Turrino li 22 maggio alle ore 5 della notte.
Cart. del sec. XVIII, in due volumi, m. 0.180,13. Il primo è di 300 pag.; il secondo era di 216, ma di queste furono levate le pa- gine 129-150, che dovevano contenere una parte dei documenti, che fanno seguito alle poesie. Legatura in cartoncino. Provenienza li- breria Fregoso.
— 104 — 132 [1655]
[Raccolta di poesie in morte di Marc’ Antonio Bragadino].
Cart. del secolo XVI, di 62 carte, m. 0.295>0.183, legato in cartoncino. Dono Giuliari.
C. 1.
C..2.
AQ [eb |
»
Dedica di Lodovico Roncone a Marco Bragadino in data « Di Vicenza alli 15 Genaro 1572 »
Di M. Alessandro Giglio [sonetto].
« Giace nel mondo una gelata piaggia » Del medesimo [sonetto].
« Se per memoria eterna anticamente » Di M. Alessandro Pagello. A M. Cesare Campana [sonetto].
« S'ode da l'Istro a la gelata Tana »
Risposta di M. Cesare Campana [sonetto].
« S'ode da l’Istro a la rimota Tana »
. Dell’ Ecc. S. Andrea Menichini [sonetto].
« Folgor, tempeste, pioggie, tuoni e lampi » Del medesimo [sonetto]. « Fè per trofeo di crudeltà la pelle » Del medesimo [sonetto]. « Grida la fama in dolorosi accenti »
Del medesimo [sonetto]. .« Piange d'eterni colma Adria tormenti »
. Del medesimo [sonetto].
« Quante fur mai più degne alte Vittorie » Del Medesimo [sonetto]. « Trema la terra, e ’1 mar turbato freme » Del R. P. P. Antonio Pagani [sonetto]. < Veggo gioir il cielo e ’1 mondo tutto » Del P. Annibal Bonagente [sonetto]. « Qual con sassi, con tronchi e con rovine »
. Di M. Antonio Venzato [sonetto].
« Piange Adria scossa del maggior su’ honore » ‘ Del medesimo [sonetto]. « Se i fatti illustri e le famose imprese » Di M. Bernardin Ponchini [sonetto]. « Per la tua carità sacra e fervente »
_
— 105 —
. Di M. Bernardino Tomitano [sonetto].
« Poscia che al ferro spiacque esser tagliente »
. Parte delle Rime del medesimo [ottave].
« Febo se mai de la tua gratia degno »
. Del medesimo. A M. Lodovico Roncone [sonetto].
« Ben è, dotto Roncon, caldo l' ardore » Risposta di M. Lodovico Roncone [sonetto]. « Quel vostro Tomitano alto valore »
. Di M. Buongianni Gratarolo [sonetto].
« Mentre del Bragadin l'alta bontate »
| Del medesimo. Ragione Opinione [sonetto].
« Mustafà non ha vinto. Egli ha pur vinto » Di M. Bortholamio Grana [sonetto].
« Bella più che mai verde e fresca pianta » Di M. Bortholamio Robustello [sonetto].
« Del tuo buon sangue Bragadin mio caro »
. Di M. Bortholamio Zacco [sonetto].
« Scita crudel qual mal destin t’ascose » Del medesimo [sonetto]. « Sta lo Scita trionfando hor che possiede » Di M. Camillo Roncone [sonetto]. « Quando il braccio al ben far lento e restio » Del medesimo [sonetto]. « Cittadina del Cielo, anima bella »
C. 10. Dell'Eccl. Centanio [sonetto].
»
>»
« Iniquo Mustafà spietato attroce » Di M. Cesare Campana Dell Aquila [sonetto]. * Martire santo che salendo al Cielo » Del medesimo. Canzone. « Chiara luce del Ciel, lieto e beato »
C. 12. Stanze del medesimo.
« Poscia che cruda et dispietata morte »
C. 14. De? medesimo. A. M. Lodovico Roncone [sonetto].
>
« Roncon, che preciosi e ricchi fregi » Risposta di M. Lodovico Roncone [sonetto]. —_—‘*« Campana mio, che riccamente fregi »
— 106 —
C. 14. Del Coquinato [sonetto].
» .
« Scolpita esser ben merta in bronzi, in marmi » Del medesimo [sonetto]. « Alma felice, aventurosa e santa »
C. 15. Di M. Francesco Belliroto Acad. Ani, [sonetto].
»
»
»
« Potè il maligno e velenoso drago » Del medesimo [madrigale]. « Queste lagrime e questi » Di M. Gabriel Manenti [sonetto]. « Di qual perduto seme et di qual schiera » Di Galeazzo Menichini [sonetto]. « Ben ha di pianto alta cagione ’1 Mondo »
C. 16. Di M. Gasparo dall Oro [sonetto].
»
»
»
« Fu grave il duol quanto a l’ humana spoglia » Di M. Giovanni Fratta Acad. Ani. [sonetto]. « Perchè piangendo il duol si disacerba » Di M. Gio. Batta Maganza [sonetto], « L’Eterno Re, ch' eternamente alberga » Del medesimo [sonetto]. « Quando il buon Marco d'ogni laude degno »
- C. 17. Di M. Girolamo Cantone [canzone].
« Canzon, che dietro a tante altre compagne »
C. 18. Di M. Gioseppe Bastiani Aquilanio [sonetto].
»
« Come fortuna a me sì poco amica » Del medesimo [sonetto]. « Sacro spirto divin ch' in Cielo assiso »
C. 19. Del medesimo [ottave].
« Qual chi i suoi doni più pregiati e cari »
C. 20. Del R. P.P. Gioseppe Policretti [sonetto].
»
« Diè segno il Ciel d'immenso, aspro dolore » Del medesimo [sonetto]. « Vide del suo fallir l’ aspra vendetta »
C. 21. Di M. Giulio Clivonio [sonetto].
»
« La leggiadra, gentil, candida e pura » Del medesimo [sonetto]. « Sentia su in Cielo far nova allegrezza »
C. 26.
«« 107 —
. Del medesimo [sonetto]. ‘
« S’ unqua del vostro agiuto o Muse sante » Del medesimo [sonetto]. « Poscia che per amor di Giesù Christo »
2. Del medesimo [ottava].
« O glorioso re che non contento » D’ Incerto [ottava]. « Colui ch’ aspira a glorioso nome » D’ Incerto [canzone]. « La bella figlia del gran Re di Creta ».
. D’ Incerto [sonetto].
« Mentre del Bragadin lo Scita rio » D’ Incerto [sonetto]. « Mentre il gran Re del Ciel scorge il valore » D’ Incerto [sonetto]. « Ne gl’opachi notturni humidi horrori »
. D’ Incerto [sonetto].
« Qual candido Amaranto, ch'a l' Aurora » D’ Incerto [sonetto]. « Teucro da quel che regge ogni natura » L’ Incerto [sonetto]. « Venere il Regno e i Salamini figli » D’ Incerto [sonetto]. « Sovra gl'alti del Ciel vermigli campi »
o. D’ Incerto [sonetto].
« Spirti ec’ havete in man l'alto governo » Di M. Lattantioò Persicino [sonetto]. « Qual d’intrepido ardir più vivo essempio » Del medesimo [sonetto]. « O di Mario, o di Silla et di Nerone » Del medesimo [sonetto]. « A l’insepolta et honorata testa » Del medesimo [sonetto]. « Con giaccio e dure nevi horrido verno » Del medesimo [sonetto]. « Quanto più con atroce e strano scempio » -
C. 26.
C. 29.
C. 33.
— 108 — Del medesimo [canzone]. « Deh come questi spirti e questo core > Del medesimo. A. M. Lodovico Roncone [sonetto]. « Roncon, sa ben ciascun per fama vera >» Del medesimo. Al medesimo [sonetto]. « Hor spera, et non in vano a la dolce ombra » Risposta di M. Lodovico Roncone al primo sonetto [sonetto]. « Con la fortuna, Persicino, altera » Del M. R. P. D. Livio Gelmetti [sonetto]. « Piangete voi quel Bragadino illustre » Di M. Lodovico Roncone [sonetto]. « Tu che fosti a colei già caro nido » Del medesimo [sonetto]. « Quando di Giove la più bella figlia » Del medesimo [sonetto]. « Snoda Clio questa lingua e quest'ingegno »
. Del medesimo [sonetto].
« Tu che premi co "l piè l’ onde famose » Del medesimo [sonetto]. « Signor mio, se "l versar per gl’occhi fuore » Del medesimo [sonetto]. « Del Monton che portò già Frisso et Helle » Del medesimo [sonetto]. « S'in te famoso serpe anchor alberga »
2. Del medesimo [ottava].
« Cinga hor di lauro pur de’ Duci suoi » Del medesimo. A M. Valerio Sale [sonetto]. « Qual huom, ch’ erger volendo altiero tetto » Risposta di M. Valerio Sale [sonetto]. « Quel dolce, Roncon mio, candido affetto » Del R. Mons. Martio Rutilio [sonetto]. « Non contento d’haver sovente in vita »
Del medesimo. A M. Lodovico Roncone [sonetto].
« Qual huomo a i rai del gran Pianeta ardenti »
‘Risposta di M. Lodovico Roncone [sonetto].
« Chi le cose creò, chi gl’ elementi »
C. 33.
C. 38.
_ — 109 — Di M. Marco Stechini [sonetti]. « Febo per non mirar tosto spario » Del medesimo [sonetto]. « Portaro in grembo de l’ eterna Pace »
. Del medesimo [sonetto].
« Perfido Scita del tuo sangue avaro » Del medesimo. A M. Lodovico Roncone [sonetto]. <« A voi ben dee gentil saggio scrittore » Risposta prima. Di M. Lodovico Roncone [sonetto]. « Voi de la vostra età raro scrittore » Risposta seconda. Del medesimo [sonetto]. « Si come a l’apparir del primo albore »
. Del medesimo. A. M. Cornelio Frangipane [sonetto]. Ì
« Piangi, Cornelio, in lagrimosi carmi » Del medesimo Stecchini. Al S. Giacomo Tiepolo [sonetto]. « Dunque il tuo Bragadin pregiato e caro »
. Di M. Marc' Antonio Lanfranco [sonetto].
« Quando il Thrace crudel, che ’l bel Ciprigno » Del medesimo [sonetto]. « Se quel ch'al foco ardente ardito porse » Di M. Mutio Piacentino [sonetto]. « Questi che fan, ch’ ancora arda e sfaville » Di M. Nicolò Persicino [sonetto]. « Breve honor, breve gloria e breve fronde »
. Del medesimo [sonetto].
« Hor quasi augel, ch’ al sol ratto si volve » Di M. Oratio Toscanella [sonetto]. « Del Bragadin tuo Martire fedele » Di M. Ortensio Persicino [sonetto]. « Contro il fero Selim guerriero invitto » Del medesimo [sonetto]. « Se quel pregio d' honor di che sì vago » Del medesimo [sonetto]. « Seme non d’ huom, ma di Megera, in cui'» Del medesimo [sonetto]. « Busiri infame, che mostrasti in fatto »
— 110 — C. 38. Del medesimo [sonetto]. « Deh perchè lagrimar? deh perch’ a’ canti » » Del medesimo [sonetto]. « Qual occhio mai d' human commercio in tutto » C. 39. Di M. Pietro Cantone [sonetto]. « O gran campion di Dio, vero sostegno » » Del medesimo [sonetto]. « Gran Bragadino, che là su nel Cielo » » Di M. Sebastian Monticulo [sonetto]. « Mentre "l leon non come suol feroce » » Del medesimo. Sopra la Vittoria [sonetto]. « Fuggia Ciprigna il minaccioso corso » C. 40. Del Zelante Acad. Olimpico [sonetto ]. « Premeano armate in strano horrendo assalto » » Del medesimo [sonetto]. « O già beati, o già famosi lidi » » Corona del medesimo [sonetti]. « Parli l’infamia in tutti gli Idiomi » « La Canaglia Giudea malvaggia e ria » « O infamia de la gente circoncisa » « Schiera fida e gentil, vinta da inopia »_ « Del crudo Antropofago e Lestrigone » « A vituperio de l’humana forma » « Favole e scherno a tutte l' altre genti » « Chi "1 nome di Giesù bestemmia, e i gesti » « Io parto infame de l’antica madre » « Potente destra del gran Padre eterno ». C. 43. Carmina latina. Antonij Pasini Veronensis. « Must. Iam cute distracta stillant tua membra cruore » » Bernardini Tomitani. « Bragadene tuum minuit dum Barbarus hostis » C. 44. Eiusdem. « Barbare dum laceras eius crudeliter artus » C. 45. Eiusdem. « Bragadene, tuos spoliat cum Barbarus artus » » @Camilli Ronconij. « Salve flos Venetum Bragadenae gloria gentis »
C. 45.
C. 46.
— lll — Caesaris Campanae. « O utinam liceat medicos arcessere manes » Centanij Medici. ; « O Deus omnipotens o magni conditor orbis » Gasparis Aurij. « Dum subit, et patriae perfert martiria saeva » Eiusdem. « Armipotens Mavors, Bragadeni, et bellica Pallas » Eiusdem. « Urphea fleverunt volucres, turbaeque ferarum » Eiusdem. Ad Bragadeni uxorem. « Profundens lachrymas cur tot suspiria ducis? »
. Eiusdem. Ad Ludovicum LRonconium.
« Cum citliara aurata Bragadeni dicere laudes » Hadryani Iunii Capeni.
« Faelices animae, devoctaque pectora, quorum » Eiusdem. « Sancte veni patriae praesens qui numem haberis »
. Etusdem.
« O decus, o praesens antiquae gloria gentis » Eiusdem. i « Quis iacet hic ? cuius tumulo superaddita laurus » Eiusdem. « Si sic frementes impij » EFiusdem. | « Vincere vincentis non est victoria victi » Etusdem. « I nunc, faedifragi, falax fiducia, Thracis » Eiusdem. « Felix ille animi, quem non de tramite recto »
. Joannîs Petri etc.
« Postquam Heros Venetus Salaminis moenia vidit »
. Joannis Persicini.
« Perfide crudelis iurasti in foedera sancta » Etusdem. « Tunc Erebi sedes tremuit, tunc Ianua Ditis »
— 112 — C. 51. Pompa Bragadeni exhibita oris in Elisits Auctore Josepho Milio Voltolina. « Cessit ut infido fame Fama Augusta Tyranno » C. 53. Incerti Auctoris. « Dum egregio Salamina animo Bragadenus ab hosto » » Incerti Auctoris. « Inclyte Dux, Venetum splendor, Bragadene, salutis » C. 54. Lactantij Persicini. « Quae laudat Decios sileat nunc pagina, et omnis » » @Etusdem. « Quid valuit saevos olim pepulisse Gigantes » C. 56. Ludovici Ronconi. « Cara mihi, et nato sedes templa alta valete » » @Eiusdem. « Ergone sunt nostri amplexus haec proemia? talem » C. 57. Fiusdem. Daphnis et Galathea. « Qui Galatea rosas, quo candida lilia Nais » » @Etusdem. ? « Pertulit Oethaeos Alcmenae filius ignes » » @Eiusdem. « Dum patriae, atque sibi quacrit Bragadenus honorem » » @Liusdem. « Jonijs lunata olim si classis in undis » » @Eiusdem. « Unde profectus erat redijt Bragadenus Hcros », » @Eiusdem. Proteus. | « Dum mare Carpathium scindit, dum littora puppis » C. 59. Eiusdem. Ad Josephum Milium Voltolinam. « Quae docuit bene culta novis cultum artibus hortum » » Responsum Josephi Mili Voltolinae Salvensis. « Quot mea si celebret Bragadeni gesta camoena » » Martij Rutily. « Sanguine dum sparsos Bragadeni spiritus Artus » C. 61. Marci Stechini. -« Obsidione premit dum propugnacula Cypri » » @Eiusdem. i « Ergone crudelis potuit manus improba Thracis »
— 1139 - C. 61. Mutti Placentini. i « Haec spolia, hic partus devicto ex hoste triumphus » » @Eiusdem. i « Pro tumulo ponit Paphias Dea Cypria sedes » » Petri Cantoni I. C. « Mars et Neptunus flentes clamoribus implent » C. 62. Valentini Melij. « Pertulit infilo Bragadenus cinctus ab hoste » » @Ejusdem. « Tytirus in silvis Coridon cum Thyrside noti »
433 [1548]
Racconto sincero della presa fatta in Montorio li 27 feb- braro in casa del Sig. Gio. Batta Castagino a ore 9 di notte da Campagnoli di Verona nella persona del Sig. Co. Galeoto Nogarola capitalmente bandito e liberato dalla protezione delli Ill.m' Sig.ri marchesi Malaspini con lire 4:46 [ottave].
Cart. del sec. XVIII, di 20 carte, m. 0.22*0.15, legato in car- toncino. Provenienza libraio Fumanelli.
Oltre il Racconto il ms. contiene il Lamento d'una Giovane sforzata a farsi monacha, sopra il Salmo De Profundis.
134 [1683] Ranuzzi (Francesco?) [Al march. Giovanni Sagramoso, terzine]. |
Cart. dell’anno 1762, di 4 carte, m. 0.24*0.18. Dono Giuliari. Ha la data: « Roma 30. Giugno 1762 » Com.: « Caro Giovan, dopo la lor partenza ».
135 [161] Redi Francesco. — Sonetti di Francesco Redi.
Cart. del sec. XVIII, di ll carte, c. 24*19, coperto da una sem=- plice carta. Dono di Mons. Giuliari. Sono 20 sonetti.
— ll4 — 136 [1740]
Rime di diversi al Sig. D." Vittore Vittori Mantovano con le risposte.
Cart. del secolo XVIII, di 18 carte (le tre ultime sono bianche), m. 0.25*0.18, legato in cartoncino. Dono Giuliari.
Autori: Ferdinando Franca, Alfonso Montanari, Girolamo Tar- tarotti e Vettore Vettori.
137 [976]
Rime per la bellissima e gentilissima dama la S. C.M.C.P.
Cart. del sec. XVIII, di 58 carte (l’ultima è bianca), m. 0.365><0.260. È scritto soltanto sul recto delle carte, sulle quali sta una cornice impressa in rame da Agostino Carattoni di Verona. Legatura in pelle. Provenienza Gaetano Schiepatti libraio di Milano.
138 [1624]
Rimena Marcantonio. — Rime.
Cart. del sec. XVIII, di 39 carte, m. 0.21*0.16, legato in car- toncino. Dono Giuliari.
439 [1068]
Rosa Morando Domenico. — Al Cavalier Da Lisca per la sua ricuperata salute. [Canzone].
Cart. autografo del sec. XVIII, di due carte, m. 0.24» 0.18. Pro= venienza libreria Orti.
140 [1453] [Rosa Morando Domenico. — Poesie varie].
Cart. autografo del sec. XVIII, di carte 41 (molte altre furonu lacerate), m. 0.27-0.19, legato in pergamena. Dono Giuliari.
— 115 — 444 [1748]
Rosa Morando Domenico. — I sette salmi penitenziali trasportati alla volgar poesia dal Co. Domenico Rosa Morando veronese.
Cart. dell'anno 1780, di 6 carte, m. 0.27*0.16. Dono Giuliari.
142 [1394] Rosa Morando Filippo. — [Poemetto epico in ottava rima].
Cart. del sec. XVIII, di 67 carte (sei sono bianche), legato in cartone, m. 0.22>0.16. Dono Giuliari.
Comincia: :
Canto l’invitta guerra e ’1 pio disdegno Di quel Giusto ch’i Goti empi disperse E per sottrar l’Italia al giogo indegno Molto col senno oprò, molto sofferse ecc.
È imperfetto in fine, fermandosi alla 608 ottava del canto IV; ha molte correzioni. Nella prima carta trovasi la seguente dichia- razione: 1744. Ottave fatte da Filippo Rosa Morando nell'eta di anni 10.
443 [18]
Sacra Modulamina quae festivo quovis die decantantur in templo S. Salvatoris Incurabilium Venetiis.
Cart. del sec. XVIII, di 75 carte, c. 14><9, diciotto delle quali sono bianche. È legato in tela e fu venduto a questa Biblioteca dal libraio Agostino Bisesti.
I modulamina sono distinti in 6 parti, coi nomi: Elisabetta Mantuana, Maria Teresa Tagliavacca, Catharina Licini, Cecilia Naxa, Angela di San Polo ed Emilia.
444 [2017] Saggio di alcuni poetici componimenti di G. B. d. C. d. G.
Cart. del 1765 circa, di pag. 214 (meno le prime sei che man- cano), c. 20x15, legato in pergamena. La data approssimativa di
Pisi
— 116 — questo ms. si desume dal principio del Vescovado di mons. Giusti- niani (Vescovo di Verona dal 1758 al 1772) cui è diretta la can- zone alla pag. 57, e dalla morte di Giambettin Cignaroli (1 dic. 1770), cui è diretta l’Anacreontica a p. 130. Acquistato dagli eredi del- l'antiquario Simon Meneghelli di Verona il 26 sett. 1887.
145 [829]
Saggio di poesia dedicato all’egregio signor Ignazio Gua- staverza Podestà di Verona pel suo ritorno da Parigi dagli alunni di Belle Lettere nel Ginnasio Comunale.
Cart. del sec. XIX, di 20 carte, c. 23*17, legato in cartone. Gli autori delle poesie sono: Giuseppe Dalla Riva, Antonio Bernardi, Girolamo Ferrais, Francesco Alessi, Ottavio Ferrais, Giovanni Fal- cieri, Giacomo Manganotti, Antonio Bonomi, Giuseppe Bondoni e Giovanni da Lisca.
146 [797]
Sagramoso Antonio. — Poesie del marchese Antonio Sagramoso.
Cart. autografo del sec. XVIII, di 60 carte (quattro sono bianche), legato in pelle, m. 0.21%0.14.
447 [1728]
Sagramoso Michele. — A mons. Pellegrini Arciprete d’Angiari che nella sua allegatione contro il S. Spa- raviero biasima acremente le Perucche. In difesa delle stesse Perucche. Quadernetti.
Cart. dell’anno 1686, di 5 carte (l’ultima è bianca), m. 0.29><0.20. Dono Giuliari.
Dopo le quartine, che sono 27, viene la Risposta [in prosa] datta da me Prospero Pellegrini Arciprete d’Angiari alla supra sentita poesia. Questa risposta ha la data « d’Angiari li 16 luio 1686 ».
‘I Quadernetti cominciano:
« Riderà forse alcun che la mia lira »
— 117 — 148 [1820]
Salvagno Giovanni. — Accademia poetica delle laudi degl’ illustri personaggi che mancarono a Verona l’anno di N. S. 1829, lavoro dell’egregio Sig. P. Gio- vanni Salvagno professore degnissimo di belle lettere nel Ven. Seminario Vesc. di Verona. Verona 1881.
Cart. dell'anno 1831, di mano di Giovanni Sauro, di pag. 66 nu- merate, più il frontispizio. Legatura in mezza pelle.
149 [2160]
Sartorio Antonio. — L'Italia liberata dalle gloriose armi alleate. Ode. Verona.
Cart. dell’anno 1815, di 20 carte (la prima e le due ultime sono bianche), m. 0.24*0.17, legato in cartoncino.
Il nome dell'Autore si legge in fine: Antonio Sartorio Vene- ziano Socio dell’ I. I. R. R. Accademie di Firenze e di Mantova.
150 [2461]
Sartorio Antonio. — L'Italia liberata dalle gloriose armi alleate, ode. Verona.
Cart. dell’anno 1815, di 22 carte (la prima e le tre ultime sono bianche), m. 0.24*0.18, legato in cartoncino.
Questo ms. a differenza del precedente, contiene la lettera dedicatoria dell'Autore (Verona 4 9bre 1815) alla contessa Clarina Mosconi.
o. | 151 [1532] Seopoli Giovanni. — A Giacomo Mosconi [epistola].
_ Cart. originale dell'anno 1844, di 4 carte, m. 0.23-0.19, L'ultima carta è bianca. Dono Giuliari.
152 [833]
Seudellini Domenico. — Del sacro Libro dei Salmi tra- sportato alla volgar poesia da Domenico Scudellini.
— 118 —
Parte Prima dal salmo I al XXX. — Parte Seconda dal salmo XXXI al LXI [e LXII].
Cart. del sec. XVIII, in 2 vol., di 92 e 112 carte, e. 2316, le- gato in cartoncino. La traduzione del salmo LXII non è finita.
153 [882]
Scudellini Domenico. — Rime scritte in varie circostanze sopra argomenti piacevoli, sacri e profani per proprio capriccio ed altrui soddisfazione da Domenico Scu- dellini.
Cart. del sec. XVIII, di 195 pag. numerate e 8 non num. in principio, c. 29**20, legato in mezza pergamena. Fu venduto a q. B. dal libraio Arnaud di Verona.
154 [1076]
Serenelli Luigi. — Il merito e la virtù. Poemetto dedi- cato al Sig. Ecc. Gio. Battista Saibante. Verona 1798.
Cart. dell'anno 1798, di 14 carte (l’ultima è bianca), legato in cartoncino. Provenienza libreria Gianfilippi.
155 [1838]
Sertor Gaetano, — Supplica diretta alla Santità di Nostro Signore Papa Pio VI dall’ abate D. Gaetano Sertor detenuto nel convento de PP. Francescani in Cori ad poenam, come preteso autore del dramma Sati- rico. — Risposta alla supplica diretta in ringrazia- mento alla Santità di Nostro Signore Papa Pio VI dall'abate D. Gaetano Sertor dopo ch'egli ottenne la grazia di essere rimesso in libertà.
Cart. del sec. XIX, di 6 carte, c. 21x15, coperto da una sem- plice carta.
— 119 — 156 [242]
Soldati Sebastiano. — Poesie volgari e laline originali ed olografe di mons. Ill.®° Rev.m° Sebastiano Soldati fu Vescovo di Treviso morto li 8 Xbre anno 1849.
Cart. del sec. XIX (prima metà), di carte 13 num., c. 30>*21, coperto da-un cartoncino. Appartenne al sacerdote veronese Tom- maso Netti, dopo la morte del quale fu venduto a questa Biblioteca dall’antiquario Cervetto Tedeschi, il 22 luglio 1885.
157 [1657] Sommariva Giorgio. [Poesie].
Cart. autografo dell’anno 1494, di 20 carte assai guaste,
m. 0.33»0.22. Le carte 14 e 20 sono bianche. Le prime 14 carte
vennero per dono di mons. Giuliari ; le altre facevano parte della
Autografoteca Scolari acquistata il giorno 15 aprile 1885. Legatura
recente in cartoncino.
C. l. Epygramma latinum alias Rome inventum in Dyalogi for- mam et nunc a Georgio Summarippa în vernaculum sermonem traductum carmine Rithmyco ad petitionem Mei d. petri Delfini dignissimi patricij Veneti.
« Tu che ne vai con mente sì secura »
C. 2. Epigramma fatidicum scu veridicum.
« Senza favor del ciel invan se aspira » » In Ambrosium Medicum Dyalogus. « Che leze Ambrosio ? la posteriora »
C. 3. Epigramma fatidicum in Vrbem Romam.
« L’Antica Donna che fu già sì chasta » » Dyalogus in errores mondanos. « Eci più fede? no. Speranza? è persa »
C. 3v. Epigramma in Vrbem Romam.